Quando in Ritorno al futuro Doc Brown, scienziato che vive nel 1955, chiede a Marty McFly, ragazzo che viene dal 1985, chi sia il Presidente degli Stati Uniti nel futuro, si sente rispondere Ronald Reagan. E scoppia in una risata. "E il vicepresidente chi è, Jerry Lewis? Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady e John Wayne il Ministro della Guerra!" dice divertito. Quarant'anni dopo abbiamo tutti capito che l'elezione di Reagan era soltanto l'inizio: si parla da tempo di George Clooney come papabile candidato per i Democratici, mentre da noi personaggi televisivi come Beppe Grillo hanno fondato un partito. Molti leader di oggi puntano infatti alla popolarità più che a dei programmi solidi. Parte da questo spunto anche Capi di Stato in fuga, su Prime Video dal 2 luglio.

Il film di Ilya Naishuller, russo che ha studiato a Londra, mette al centro di tutto una classica "strana coppia": l'ex star del cinema action Will Derringer (John Cena: ormai rivelatosi definitivamente come un genio comico), solare e generoso verso il prossimo, e lo scorbutico Sam Clarke (Idris Elba). Se dovessimo fare un paragone canino, diremmo che le loro personalità rispecchiano quelle di un Golden retriever e di un Pitbull. Inutile dire che non si sopportano. Peccato però che non siano persone qualunque: si tratta infatti del Presidente degli Stati Uniti e del Primo Ministro Inglese. I due sono in procinto di siglare un accordo storico a Trieste, in Italia, ma un attentato in Spagna compromette i negoziati: su di loro si abbatte un complotto internazionale.
È incredibile come in un momento storico quale quello che stiamo vivendo, in cui ogni giorno spuntano nuovi elementi a farci temere che potrebbe scoppiare una Terza Guerra Mondiale, Prime Video abbia realizzato un film che, su carta, sembra folle, ma che invece, nell'atto pratico, descrive la realtà meglio di quanto avrebbe fatto un thriller politico classico. E soprattutto serio: perché Capi di stato in fuga non è soltanto un film d'azione, ma è anche una commedia demenziale. E, inutile dirlo, vince grazie alla strepitosa coppia di protagonisti.
Capi di stato in fuga e la democrazia conquistata a pugni
Ilya Naishuller aveva dimostrato di essere bravo a mescolare i generi già con il film precedente, Io sono nessuno, con protagonista un inedito Bob Odenkirk, impegnato a menare le mani invece che ipnotizzarci con la sua parlantina inarrestabile. In Capi di stato in fuga (Heads of state il titolo originale) riesce nell'impresa miracolosa di trovare il giusto tono in una storia in cui un attimo prima c'è la scena spettacolare (e agghiacciante, se pensiamo all'attualità) dell'attentato all'Air Force One, l'aereo del Presidente degli Stati Uniti, e poi una discussione tra due degli uomini più potenti del mondo che non riescono a mettersi d'accordo su cosa ordinare per pranzo. Scene non gratuite, ma fondamentali: gli screzi tra i protagonisti raccontano molto delle loro rispettive culture e visioni del mondo.
Certo, nella vita reale nessuno si aspetterebbe che un qualsiasi politico sia in grado di lanciarsi da un aereo in fiamme, o di sterminare da solo un'intera squadra di sicari. Questa è la magia del cinema e dell'intrattenimento. Anche se, e fa male ammetterlo, se si guarda la pellicola nel complesso, la cosa meno credibile di tutte è proprio l'empatia e la generosità dimostrata da questi due leader. Nella vita reale avremmo davvero bisogno di un Presidente USA con a cuore ogni singola persona, riuscendo a entrare in empatia con il prossimo. Quando abbiamo visto quanto Will Derringer si preoccupi per le persone, è stato proprio in quel momento che abbiamo pensato: questo nella vita reale non succederebbe mai. Ed è sconfortante.
Un cast che funziona alla grande

Il regista e gli sceneggiatori Josh Appelbaum, André Nemec e Harrison Query hanno fatto un lavoro intelligente, ma senza la chimica nata tra Idris Elba e John Cena questo film sarebbe stato molto meno divertente (e forse anche un po' inopportuno). Invece gli attori, che si ritrovano dopo The Suicide Squad - Missione Suicida di James Gunn, funzionano come un ingranaggio perfetto. L'allegria e il sorriso contagioso di Cena sono il perfetto contraltare per lo sguardo perennemente arrabbiato di Elba, che si diverte come un matto a prendersi in giro, dopo tanti ruoli estremamente seri e dark.

Con loro anche tanti attori di pregio, a cominciare da Priyanka Chopra Jonas, che interpreta un'agente dell'MI6, Noel, che salva la vita in più occasioni ai protagonisti. Dopo la serie Citadel, l'interprete indiana è senza dubbio una delle migliori star action degli ultimi anni. Nota di merito anche per Jack Quaid, nel ruolo di un agente folle, Paddy Considine, il leader russo della cospirazione, e Carla Gugino, nel ruolo della Vice Presidente.
Se amate il cinema d'azione anni '80-'90, tra Arma letale e Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills per capirci, Capi di stato in fuga è la visione estiva perfetta.
Conclusioni
Omaggiando lo spirito dei film d’azione anni ’90, Capi di stato in fuga è un thriller politico demenziale che trova il tono giusto e riesce a divertire senza risultare inopportuno. Se le scene d’azione e le battute funzionano così bene è soprattutto grazie ai suoi magnifici protagonisti: Idris Elba e John Cena, nei ruoli di Primo Ministro Inglese e del Presidente degli Stati Uniti, sono infatti una coppia irresistibile, che ci piacerebbe vedere ancora in azione.
Perché ci piace
- La strepitosa coppia formata da Idris Elba e John Cena.
- Il tono spiazzante, a metà tra thriller politico e commedia demenziale.
- La conferma di Priyanka Chopra Jonas come grande star action.
Cosa non va
- Se siete amanti delle trame perfettamente verosimili questo non è il titolo che fa per voi.