E' senza dubbio uno degli eventi di questo 63° Festival di Cannes, Wall Street: Il denaro non dorme mai, e d'altronde è il sequel di uno dei film simbolo del cinema degli anni '80, quel Wall Street del 1987 che lanciò la carriera di un giovanissimo Charlie Sheen e soprattutto fruttò a Michael Douglas un Oscar da non protagonista. Il suo Gordon Gekko è d'altronde diventato, suo malgrado, un vero e proprio simbolo per i broker dell'epoca, ma il Gekko che ritroviamo oggi è un uomo diverso, un uomo che dopo ventitré anni e soprattutto un lungo periodo in carcere trova un mondo molto cambiato (e per di più in piena crisi finanziaria) e una figlia che di lui proprio non vuole saperne. Proprio per riallacciare i rapporti con la figlia (la brava Carey Mulligan), Gekko decide di aiutare il fidanzato di lei (Shia LaBeouf) nel vendicarsi contro un comune rivale (interpretato da Josh Brolin).
Oliver Stone, che proviene da alcuni progetti non particolarmente riusciti come W. e World Trade Center, pur realizzando forse un film più convenzionale rispetto al predecessore confeziona un film interessante e regala a Douglas nuove frasi memorabili quali "Se tu prometti di smetterla di dire bugie sul mio conto, io ti prometto che non dirò più la verità su di te".
Meno ricca oggi la sezione competitiva che vede un solo film nel cartellone, il coreano The Housemaid, remake dell'omonimo film del 1960. Questa nuova versione firmata da Im Sang-soo è un thriller con venature erotiche che racconta di una giovane governante che va a lavorare presso una famiglia molto ricca ma diviene ben presto oggetto delle attenzioni del marito e conseguentemente della gelosia prima e in seguito di una vera e propria vendetta da parte della padrona di casa. Il film parte abbastanza bene con eleganza ed alcune sequenze ben dirette, ma finisce con lasciarsi andare nella seconda parte con diverse cadute di stile e l'urgenza di scioccare a tutti i costi. (Leggi la recensione del film) C'è un po' di sano cinema di genere anche nella sezione Un Certain Regard, dove un maestro del thriller quale il nipponico Hideo Nakata (Ringu e il remake The Ring) dirige la produzione britannica Chatroom in cui cinque ragazzi fanno amicizia attraverso una chat, ma scoprono ben presto che uno di loro ha problemi psicologici e cerca di manipolare le vite degli altri. Il film si sposta continuamente tra due piani narrativi: quello reale e quello del mondo delle chat, ben più vivido e colorato, ed offre alcune trovate visive interessanti, ma è penalizzato da una sceneggiatura troppo semplicistica in alcuni passaggi.
Altro film presentato in Un Certain Regard è il rumeno Aurora, scritto, diretto ed interpretato da Cristi Puiu, già vincitore di un premio qui a Cannes nel 2005 per The Death of Mr. Lazarescu, ovvero il film che di fatto diede inizio alla nuova e fortunata new wave del cinema rumeno. In questo caso ci troviamo davanti ad un film meno equilibrato che soprattutto nella prime due ore fatica a decollare, ma che diventata decisamente più interessante, e anche sorprendente, nell'ultima ora quando le motivazioni e le azioni del protagonista diventano finalmente più chiare. Questa terza giornata di Festival si chiude all'insegna del miglior cinema italiano, all'interno della retrospettiva Cannes Classics viene infatti proiettato (in versione restaurata) Il gattopardo, il capolavoro di Luchino Visconti che festeggia così nel miglior modo i 47 anni trascorsi dalla Palma d'Oro. Sono attese sul red carpet anche le due mitiche star del film, Alain Delon e Claudia Cardinale.