Camp Confidential: nazisti in America, la recensione: un documentario breve ma che colpisce

La recensione di Camp Confidential: nazisti in America, il documentario di Mor Loushy e Daniel Sivan unisce animazione ed interviste per raccontare una vicenda molto particolare, in grado di colpire profondamente lo spettatore.

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Camp Confidential: Nazisti in America, una scena

Apriamo questa nostra recensione di Camp Confidential: nazisti in America, il documentario diretto da Mor Loushy e Daniel Sivan e disponibile su Netflix, sottolineando come l'animazione possa essere un mezzo efficace per raccontare storie di cui il materiale di repertorio è scarso, dando comunque vita sullo schermo ad un prodotto molto preciso, coinvolgente e a suo modo significativo. Questa è la sensazione che ci è rimasta al termine della visione di questo documentario dedicato ad una specifica vicenda avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale: il documentario di Loushy e Sivan è estremamente breve, solo 35 minuti, ma è comunque capace di riassumere quanto accaduto attraverso l'intervallarsi di sequenze animate ed interviste ai veri protagonisti e testimoni dei fatti, rendendo l'esperienza per lo spettatore emotivamente molto coinvolgente.

Il progetto top secret PO Box 1142

Al centro di questa storia troviamo due veterani della Seconda Guerra Mondiale, Arno Mayer e Peter Wiess, entrambi ebrei di origine tedesche, che hanno lasciato la Germania con lo scoppio del secondo conflitto mondiale e con l'ascesa al potere di Hitler e del partito nazista. Una volta negli Stati Uniti, e fatta richiesta di cittadinanza, i due si sono arruolati nell'esercito per combattere le mostruosità che stavano avvenendo oltreoceano. Al contrario di quel che si aspettavano, però, Arno e Peter non vennero mandati al fronte, ma nel campo di prigionia chiamato PO Box 1142 (molto più simile ad un villaggio vacanze), un luogo top secret costruito per ospitare ufficiali e soldati nazisti ed estorcergli informazioni utili per la vittoria degli Stati Uniti e degli Alleati.

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Camp Confidential: Nazisti in America, una sequenza

Come potrete immaginare, il conflitto interiore a cui i due soldati dovranno andare incontro è per loro emotivamente devastante: costretti dall'esercito ad accontentare il più possibile questi prigionieri di guerra (in seguito saranno più che altro scienziati missilistici e non più ufficiali), a fingersi loro amici, mentre dall'altra parte del mondo il conflitto infuriava e parte delle loro famiglie venivano sterminate nei campi di concentramento. Ad un certo punto del documentario ci viene addirittura mostrato un cinegiornale in cui si raccontano gli orrori di Auschwitz e Buchenwald, mentre Arno, Peter ed i loro commilitoni sono costretti a far buon viso a cattivo gioco, giocando a tennis o servendo whiskey ai prigionieri di PO Box 1142.

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Una storia che colpisce profondamente lo spettatore

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Camp Confidential: Nazisti in America, un'immagine

Come dicevamo l'idea di intervallare sequenze animate alle testimonianze dirette di chi la vicenda l'ha vissuta in prima persona (d'altronde, trattandosi di un progetto top secret, non ci sono materiali di repertorio se non poche foto) rende il messaggio che il documentario vuole trasmettere ancor più efficace. Nella parte conclusiva, poi, quando si fa accenno alla Guerra Fredda e al ruolo che gli scienziati nazisti ebbero nella corsa missilistica e nella vittoria statunitense sull'Unione Sovietica, il tutto si tinge di colori ancora più cupi e opprimenti. "Si possono fare cose brutte per raggiungere buoni risultati?" ci si chiede alla fine, siamo quindi giustificati a passare sopra al (terribile) passato di queste persone in vista degli strabilianti risultati scientifici che ci permetteranno di ottenere in futuro? L'impressione è che il futuro perda parte della sua luce, se mette le sue radici in un passato così oscuro. Nessuno dei 1600 scienziati tedeschi che furono portati negli Stati Uniti (e che furono per la maggior parte impiegati nella Nasa e nella CIA) vennero incriminati per i crimini commessi durante il Terzo Reich, e il fatto che tra i testimoni della loro nuova (e di successo) vita negli USA ci furono i soldati ebrei di PO Box 1142 rende quanto accaduto ancor più sconcertante.

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Camp Confidential: Nazisti in America, una scena del documentario

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Pur essendo un prodotto in parte animato, Camp Confidential: Nazisti in America è destinato ad un pubblico adulto, o comunque a spettatori che conoscono bene quanto è successo durante il secondo conflitto mondiale e sono in grado di cogliere le diverse nuances della vicenda con al centro il progetto top secret PO Box 1142. A visione ultimata si resta con la voglia di approfondire una storia complessa e sfaccettata che, seppur come dicevamo raccontata con chiarezza ed efficacia in soli 35 minuti, meritava decisamente uno spazio maggiore.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Camp Confidential: nazisti in America sottolineando come si tratti di un documentario che racconta in maniera chiara ed efficace una vicenda molto particolare. L’idea di intervallare sequenze animate e interviste è interessante e funziona. Resta però la voglia di approfondire una storia complessa e sfaccettata che meritava più spazio di soli 35 minuti.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L’idea di intervallare sequenze animate e interviste funziona.
  • La vicenda narrata colpisce emotivamente lo spettatore.
  • In 35 minuti si racconta quanto accaduto in maniera chiara e completa…

Cosa non va

  • …ma questa storia avrebbe meritato un maggiore approfondimento.