Se gli agenti della CMA sono gli strateghi, i loro assistenti sono i fanti: sono infatti proprio loro a fare il lavoro sporco e faticoso. A interpretarli Sara Lazzaro, Francesco Russo e Paola Buratto, rispettivamente nei ruoli di Monica Ferri, Pierpaolo Puglisi e Camilla Zanon. Kaze invece interpreta Sofia De Rosa, prima centralinista dell'agenzia e poi attrice emergente. Tutti e quattro tornano nella terza stagione di Call My Agent - Italia, disponibile per intero su Sky e NOW.
In questi nuovi episodi ognuno di loro deve affrontare una sfida diversa dal punto di vista personale. Sofia, per esempio, si ritrova a dover fare i conti con il fatto che Gabriele (Maurizio Lastrico) sia sia il suo fidanzato che il suo agente. Mescolare affetti e lavoro non è mai una buona idea. E tutti sono travolti dalla perdita di Elvira (Marzia Ubaldi) e dall'arrivo a Roma del ramo italiano di un'agenzia americana molto aggressiva.
Nella nostra intervista riflettiamo con gli attori sul concetto di divismo: in Italia abbiamo avuto grandi divi, come Sophia Loren e Marcello Mastroianni, famosi in tutto il mondo, oggi invece un nostro star system vero e proprio non c'è. Cerchiamo di capire perché.
Call My Agent - Italia 3: intervista a Sara Lazzaro, Francesco Russo, Kaze e Paola Buratto
Nella terza stagione di Call My Agent - Italia si riflette sul trasformismo degli attori. Una cosa che va fortissima a Hollywood, meno a Cinecittà. Perché?
Per Russo: "Secondo me l'idea di trasformarsi è una cosa positiva se non diventa però un vezzo tecnico. Perché se lo diventa significa poi abbandonare tutto un altro aspetto dell'arte attoriale, che gli attori di un'altra generazione, soprattutto italiani, hanno, ovvero di sincerità totale davanti alla macchina da presa".
Il saluto a Marzia Ubaldi
Nel primo episodio di Call My Agent - Italia 3 c'è il saluto in spiaggia a Elvira. È una scena "meta", perché l'attrice Marzia Ubaldi è davvero scomparsa. Emotivamente non è stato semplice, come racconta Lazzaro: "È stato un momento carico. Anche perché l'ultima volta che abbiamo vissuto un momento del genere dedicato a lei è stato quando siamo andati al funerale. Quindi è stato forte. Quello è solo un frammento di ciò che ha significato fare questa stagione senza di lei, però è stato importante e significativo per tutti noi. Ed è giusto che sia l'inizio di questa terza".
Esiste il divismo in Italia?
In questi nuovi episodi si riflette molto sulle differenze tra cinema italiano e cinema americano. Uno degli aspetti per cui le nostre industrie sono più distanti è il divismo. Un vero e proprio star system in Italia oggi non c'è. È una cosa positiva o no?
Per Lazzaro: "Bisogna chiarire il concetto di divismo e diva secondo me. Perché essere divi e atteggiarsi sono due cose diverse. In Italia l'atteggiamento non manca. Da noi poi è proprio diverso il sistema produttivo cinematografico". Secondo Kaze: "Penso siano cambiati anche i tempi. Con i social che ti avvicinano talmente tanto al pubblico, che ti spingono ad adottare un linguaggio in cui sei te stesso e inviti gli altri a far parte della tua vita, annulli proprio la possibilità di essere un divo. La cosa bella dei divi, almeno secondo me, è che tu non sai cosa fanno nella loro vita. Questo mi ha sempre affascinato. Non sai dove vivono, dove dormono. Ora penso sia davvero impossibile che accada".