Stagione dopo stagione, la chimica tra loro è cresciuta sempre di più e oggi Sara Drago, Maurizio Lastrico e Michele Di Mauro sono le vere star di Call My Agent - Italia, arrivata alla terza stagione, su Sky e NOW. Sul set, negli anni, sono arrivati nomi come Paolo Sorrentino, Pierfrancesco Favino e Paola Cortellesi, ma il cuore della serie sono senza dubbio questi tre attori.
Hanno rispettivamente i ruoli di Lea Martelli, Gabriele Di Lillo e Vittorio Baronciani, agenti della CMA, importante agenzia di spettacolo con sede a Roma. Remake della francese Dix pour cent, la serie Sky racconta il dietro le quinte del cinema italiano. Un po' come ha fatto Boris, ma da un punto di vista più glamour, fatto di red carpet e screening test.
In questi nuovi episodi i personaggi devono affrontare diversi cambiamenti: la perdita di Elvira Bo (Marzia Ubaldi, scomparsa davvero), l'agente più esperta della CMA; l'arrivo nella Capitale del ramo italiano di un'agenzia americana dall'atteggiamento molto aggressivo e la competizione interna per trovare un nuovo capo. Nella nostra intervista gli attori parlano di come è stato salutare Marzia Ubaldi e perché vorrebbero vedere un maggiore trasformismo e varietà di facce nel nostro cinema.
Call My Agent - Italia 3: intervista a Michele Di Mauro, Sara Drago e Maurizio Lastrico
Nella terza stagione di Call My Agent - Italia i tre agenti vengono definiti "l'attore italiano", ovvero Gabriele, "l'attrice francese", Lea, e "l'attore americano", Vittorio. Ma i veri interpreti si riconoscono in queste definizioni?
Lastrico: "Sono sicuramente un attore che ha tanto da dover completare. Mi ci rivedo però nel fatto di dire che il cuore non basta. Delle volte rivendico il fatto che ci metto tanto cuore, che ci credo più degli altri, però, alla fine, senza controllo, disciplina e una vera critica su se stessi si rischia di essere inefficaci". Drago invece: "Mi piacerebbe tanto essere un'attrice internazionale! È divertente pensare che Marzia/Elvira mi abbia mandato questo messaggio. È una bella benzina". Per Di Mauro: "Io vorrei essere un attore di San Marino: non ci sarebbe scampo per nessuno. Sarei l'unico vero attore di San Marino".
Il saluto a Marzia Ubaldi
Il primo episodio della terza stagione si apre con un saluto al personaggio di Elvira: tutti i membri della CMA sono in spiaggia e prima di spargere le sue ceneri leggono una lettera che la veterana dell'agenzia ha scritto per loro. Si tratta di un momento "meta", dato che Marzia Ubaldi è realmente scomparsa. Una scena complessa da girare, come ha ammesso Lastrico: "È stato difficile. Ognuno aveva un rapporto personale con Marzia, quindi voleva la giusta dose di sensibilità. Il nervosismo si sentiva in modo importante. Devo dire che chi ha diretto e montato quel momento lo ha fatto con garbo. È stato un omaggio al suo umorismo e alla forza che ha avuto quel personaggio per noi".
D'accordo Di Mauro: "Non abbiamo dovuto fare nessuno sforzo attoriale. È come se ci fosse venuta in aiuto la verità. Nonostante i ciak, questa sensazione, in quel momento, era potente. Come raramente ci è successo in queste stagioni. Abbiamo veramente vissuto la cosa". Per Drago: "Ognuno di noi era come se fosse nel suo mondo, pur essendo insieme agli altri. È quello che accade quando arriva un lutto così importante".
Il trasformismo nel cinema italiano
Tra le guest star della terza stagione ci sono Ficarra e Picone. Nel loro episodio la coppia comica viene messa in crisi perché Picone viene chiamato per un provino di un film hollywoodiano. Da quel momento pensa a trasformare il proprio fisico. Perché questa cosa di lavorare sull'aspetto è soprattutto americana? Perché in Italia gli attori preferiscono lavorare sulla voce invece che sul corpo? Per Drago: "Personalmente mi sballo a trasformarmi, è la mia droga preferita. È quello che vorrei fare. Cerco infatti di infilare i miei mostri tra un ruolo più figo e l'altro. Mi sembra sia l'unico modo per provare a portare attenzione su un'altra possibilità. Credo ci sia da fare un upgrade immaginativo da Italiani. Tutti, a partire dai casting director. Bisogna cominciare a pensare che un attore fa quello di mestiere. Anche se oggi si sta andando molto in una direzione di verità, ovvero faccio quel ruolo perché sono questo nella vita. Per me, ad esempio, quello che hanno fatto nella Avetrana - Qui non è Hollywood, la serie Disney è uno sballo. Spero ci sia sempre più spazio per questo tipo di trasformazioni".
Di Mauro va oltre: "Più che trasformarsi gli attori, potrebbero cambiare gli attori per certe parti. Viviamo in un cinema in cui gli attori protagonisti sono sempre gli stessi. Quindi invece di trasformare loro, potrebbero chiamare degli altri attori".