Gangs of Milano: se Sky ci riporta nel Blocco

La nuova stagione dello show si presenta come progetto separato, che riprende quanto impostato con i primi episodi per vivere però di un'anima propria. Ecco cosa hanno raccontato i protagonisti, da Salmo a Laura Osma.

I protagonisti di Gangs of Milano

"Milano brucia". Un frase di lancio potente ed evocativa per la nuova serie Sky in onda dal 21 marzo, e in streaming solo su NOW. Gangs of Milano riprende quanto impostato tre anni fa da Blocco 181 e lo porta avanti con nuovi episodi che si ritagliano una propria identità, riportando in scena quei protagonisti già conosciuti per svilupparli e affiancarli da nuove figure e nuove storie per raccontare una realtà poco battuta nei film e le serie che affrontano il contesto della città lombarda. E lo spunto, di Blocco così come di Gangs of Milano, è infatti molto interessante: "L'idea nasce da lontano" ha spiegato infatti Nils Hartmann, Vice Presidente Esecutivo di Sky, "4 o 5 anni fa ci siamo messi in testa di girare qualcosa su Milano che non fosse quella 'da bere'" e che col passare del tempo si è dimostrata molto concreta e reale: "Quello che ci circonda oggi a Milano è una realtà che in questa seconda stagione abbiamo centrato in pieno" ha aggiunto facendo riferimento ai recenti fatti di cronaca.

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Una scena della serie Sky

"Gangs of Milano non è solo una seconda stagione" ha detto ancora Hartmann, "ha raggiunto una identità autonoma e Ciro Visco ha fatto crescere molto questo progetto e con lui sono cresciuti anche gli attori." Una serie attuale per come racconta alcuni aspetti di Milano, che "arriva dopo un'altra serie molto attuale come M", uno dei grandi successi produttivi del 2024 di Sky Studios di cui abbiamo già potuto discutere proprio con Hartmann.

Da Blocco 181 a Gangs of Milano

"Ci siamo trovati intorno a un tavolo per capire come sviluppare questa serie" ha raccontato il regista Ciro Visco, "La scelta naturale sarebbe stata di partire da dove ci aveva lasciati la prima stagione, ma Nils ci ha lanciato una sfida: come troveremmo questi personaggi se li rincontrassimo dopo qualche anno? È stata un folgorazione, abbiamo iniziato a ragionare su come sarebbe stato liberarli dai vincoli in cui si trovavano per costruire qualcosa di nuovo su di loro." Quindi ritroviamo Bea, Ludo e Mahdi, ma dopo qualche tempo rispetto a quando li avevamo lasciati. "Siamo partiti da quello, da questi personaggi che sono diventati come delle isole. Ed è stato necessario inserire un elemento di rottura, qualcosa che lavorando su uno dei personaggi ricadesse a cascata sugli altri, che funzionasse come detonatore."

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I personaggi di Gangs of Milano

Una miccia che va ad accendere la situazione esplosiva di alcune aree di Milano, di cui si è parlato molto in tempi recenti ma che gli autori della serie sono stati bravi ad anticipare. "Abbiamo scritto Gangs of Milano un anno e mezzo fa" ci ha detto infatti Paolo Vari, "quindi non è figlia degli ultimi eventi. Ma come autori ci andiamo a immergere nella realtà che vogliamo raccontare, quindi abbiamo respirato il clima di questo periodo. È inevitabile che Gangs of Milano si sia indurita rispetto a Blocco 181, perché si è indurita la realtà che andiamo a raccontare."

Il ritorno di Salmo

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Salmo in una scena della serie

Torna nella serie anche il personaggio di Snake, interpretato da Salmo che è anche supervisore musicale del progetto, ed è protagonista assoluto del sesto episodio, un film all'interno della serie, un qualcosa che si può fruire anche a sé e per il quale il cantante e attore si è messo anche alla prova nei momenti più action. "Avevamo degli stunt-man" ha infatti spiegato, "ma era troppo divertente, non potevo non farlo. Anche quando realizziamo video-clip mi faccio sempre male, ho tante cicatrici per i video che faccio." Ma la difficoltà più grande per lui è proprio il ruolo da attore in senso ampio, perché "è molto difficile interpretare un personaggio, recitare, perché è la distruzione dell'ego che per un rapper è impossibile. Recitare è la kryptonite del rapper." In ogni caso per lui è stato importante tornare a interpretare Snake, che "ha avuto un'evoluzione di pari passo con la mia vita, ho seguito il suo esempio e mi sono isolato dal mondo. È molto bello quando l'arte ti cambia la vita."

Bea, Ludo e Mahdi

I protagonisti e motore della storia sono però ancora Bea, Ludo e Mahdi. Per Laura Osma, che interpreta la prima, "è molto difficile darle vita, perché si muove in un mondo maschile e mi chiedevo come dar vita a questa donna senza pensare al fatto che si muove in un mondo di uomini. Lei capisce come giocare in quel contesto e non è stato semplice mettere in scena la sua profondità e responsabilità di trovarsi in un ambiente così pesante." La difficoltà per Andrea Dodero riguarda l'evoluzione del suo Mahdi, che "non ha lo spirito della leadership e invece lo ritroviamo erede di qualcosa che non ha mai voluto. È una storia che parla di vendetta ed è esattamente il contrario di quello che si vede, qui siamo schiavi e vittime di quello che accade."

Sulle caratteristiche e derive della città si è invece espresso Alessandro Piavani: "Non so se ho attinto dall'attualità, ma gli sceneggiatori sono stati bravi a raccontare la Milano da bere com'è, anche con la violenza che è parte integrante di quel mondo. Ritroviamo Ludo in una maniera completamente diversa e da attore è stata un'opportunità bellissima andare a trovare quei colori che nella prima stagione non c'erano o erano nascosti."

Le new entry di Gangs of Milano

Accanto ai protagonisti ci sono altri personaggi che arrivano a cambiare gli equilibri, per i quali è stato fatto uno street casting, per trovare volti autentici, che potessero aggiungere qualcosa sul piano del realismo. "È stata una sfida interessante, colta anche dai nostri produttori. La volontà non era tanto di prendere delle persone che fossero vere perché volevamo raccontare cosa succedesse in quelle comunità, ma perché volevamo qualcuno che desse tridimensionalità ai personaggi. Per questo abbiamo seguito vie alternative per il casting e abbiamo scelto dall'inizio di prendere la strada come unica risorsa, ma su tutto lo stivale senza limitarci alle zone del nord." Agli interpreti si è chiesto di aggiungere qualcosa di proprio ai rispettivi personaggi e infatti "loro stessi sul set hanno stravolto le battute, aggiungendo una naturalezze che serviva."

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Un momento della serie che porta avanti la storia di Blocco 181

Parliamo nello specifico di Fahd Triki che interpreta Zak, un ragazzo pieno di sogni al vertice della nuova realtà della Kasba, e Noè Noah Batita, che interpreta Nael ed è legato al primo come a un fratello, un tipo irrequieto e impulsivo che alimenta le tensioni sul suo comportamento. "Non mi ero fatto nessun tipo di aspettativa e ho voluto scoprire questo mondo una volta arrivato sul set" ci ha detto Fahd Triki riprendendo quanto detto da Salmo: "è un mondo che per uno che fa musica è la sua kryptonite, ma mi ha aiutato di avere in comune un obiettivo con Zak. Per questo l'esperienza è risultata positiva." Non è invece la prima esperienza per Noè Noah Batita, ma mai su un set di questa portata: "Non mi aspettavo tutto questo e di arrivare fino a qua, non mi aspettavo che venisse così bene."

L'importanza della musica

Entrambi hanno sottolineato l'importanza della musica nello loro vite. "La musica per noi è sempre stata uno strumento di emancipazione," ha spiegato Noè Noah Batita, "ci siamo sempre raccontati attraverso la musica e siamo cresciuti con essa. Penso sia un modo per esprimersi e raccontare noi stessi." Lo stesso vale per Fahd Triki, che ha raccontato come questa passione sia "iniziata in gioventù e ho scoperto che con la musica riuscivo a esprimermi in maniera diversa."

E la musica è anche importante in Gangs of Milano e Salmo ha sottolineato il lavoro fatto: "Quando accompagni le immagini con la musica è una cosa magica. Ho avuto la fortuna di lavorare in team e abbiamo fatto quasi tutte le puntate in un certo modo, ma è stato molto interessante lavorare sul sesto episodio a cui volevamo dare un'altra impronta. Il personaggio diventa un'altra cosa e volevamo vestirlo in maniera elegante. Volevamo dare la sensazione che fossero delle hit anni '70, anche se abbiamo suonato tutto noi."