Diciamocelo pure: un film come Burying the Ex, in questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, ci voleva. In una selezione dal valore discontinuo, con picchi e cadute di livello vertiginose, la proiezione del film di Joe Dante (pur fuori concorso) è una vera ventata di aria fresca. Cinefila, sfrenata, divertente e (per una certa categoria di pubblico) persino commovente. Un film, quello di Dante, che ci ricorda perché ci siamo innamorati del cinema, e che ci chiama a rinnovare, costantemente, questo atto d'amore. Cinema niente affatto ex, men che meno sepolto, visto che ci ha da tempo legato a sé con una promessa (reale) di amore eterno.
E' un peccato, quindi, che la conferenza stampa di presentazione del film, col regista collegato via Skype, sia stata funestata da inconvenienti tecnici che ne hanno reso (quasi) nulli gli interventi. Nonostante ciò, i protagonisti Anton Yelchin, Ashley Greene e Alexandra Daddario, insieme allo sceneggiatore e produttore Alan Trezza, hanno raccontato realizzazione e aneddoti legati al film. Il regista, da par suo (trasformato in un'immagine in bassa definizione su uno schermo) è intervenuto quando e come ha potuto; ma, in fondo, il suo film aveva già detto ciò che doveva dire.
Il genere e le sue metafore
"I film horror sono in sé trasgressivi", ha spiegato Yelchin parlando del tema del film. "Sono film che spesso trasformano l'umano in mostro e viceversa, permettendo di vedere le cose in modo diverso: in fondo è questo che dovrebbe sempre fare il cinema". "Fin dalla prima infanzia, abbiamo tutti paura", ha aggiunto Alexandra Daddario. "Il modo per affrontare le proprie paure, spesso, è proprio quello di guardare un film, confrontare la propria esperienza personale con quella di tutti, rappresentata sullo schermo". E' stato poi Dante a spiegare la genesi del film, raccontandone la nascita. "La sceneggiatura era stata scritta per un corto", ha detto il regista. "Abbiamo provato a realizzarlo per cinque anni: all'inizio, in realtà, non era neanche un film dell'orrore, ma una commedia basata su una situazione realistica. Solo in seguito ha preso questa forma".
"Io sono sempre stato fan dei film dell'orrore", ha aggiunto Trezza, "specie dei film di zombie, che oltre ad essere degli horror hanno spesso anche un tema sottostante. Un esempio sono i film di George A. Romero come Zombi, che parla del consumismo. Tuttavia, nessuno aveva mai usato gli zombi per nascondere una relazione finita male: ho pensato che fosse una metafora perfetta. La relazione si deteriora proprio succede con la decomposizione. Quando ho avuto la sceneggiatura in una forma compiuta, ho capito che solo Joe Dante poteva realizzarlo. Ha trovato l'equilibrio perfetto tra horror, commedia, romanticismo e dramma."
Citazioni e luoghi
Qualcuno chiede al regista se la scelta dei poster che appaiono nella stanza del protagonista, in gran parte di film italiani di genere, fosse legata a una precisa passione per il filone. "Sì", ha risposto Dante, "io sono soprattutto un appassionato dei film di Mario Bava. Questo però è un film low-budget, e quindi siamo stati un po' limitati nelle scelte: in realtà, alcuni dei poster sono lì semplicemente perché ce li avevamo a portata di mano. Siamo fan di quel genere di film, comunque, e siamo stati ben felici di avere quei poster piuttosto che altri."
Alla domanda se la sceneggiatura prevedesse già le citazioni e i riferimenti di cui il film è infarcito, Alan Trezza ha risposto affermativamente. "I riferimenti c'erano già, poi ne abbiamo aggiunto ulteriori", ha detto lo sceneggiatore. "Il protagonista è un personaggio che vive in modo vicario, attraverso le storie che vede nei film. Poi, improvvisamente, ne diventa protagonista. E' un aspetto interessante della storia, questo". "Anche la città di Los Angeles è un 'personaggio' del film", ha spiegato il regista a proposito dell'ambientazione. "Abbiamo girato diverse scene nel centro proprio per rendere tutto più familiare". "Abbiamo usato luoghi noti a tutti, per rendere la storia più credibile", ha aggiunto Trezza. "Los Angeles, poi, è una città di amanti del cinema. Il cinema che si vede nel film, e anche il cimitero in cui sono sepolte le star di Hollywood, sono luoghi assolutamente reali". L'attrice Ashley Greene ha aggiunto, a questo proposito, che "Los Angeles è un luogo che pullula di vita, e quando si gira in luoghi del genere, c'è una vibrazione che fa lavorare meglio".
Amori soffocanti
"Nel film, Evelyn è una persona fantastica, buona, che si preoccupa dell'ambiente ma ha anche dei difetti", ha spiegato lo sceneggiatore a proposito del personaggio interpretato dalla Greene. "Quando concepisco un personaggio, includo sempre un difetto fatale che questi sarà costretto a superare, ad accettare o a mettere da parte. Lei, in particolare, è possessiva ed è pazza per il controllo: ciò fa affondare la sua relazione." "Io posso identificarmi in alcuni lati di tutti personaggi del film", ha detto la Greene "ma sento in particolar modo quello di Evelyn. È così innamorata, e accecata da questa relazione, da rifiutarsi di lasciarla andare. In parte lo fa perché ha paura di essere sola, ma è anche un po' egoista, perché mette Max in una situazione in cui non sa cosa fare. L'ingresso di Olivia, poi, la fa impazzire. Volevo che il pubblico si identificasse con lei, anche quando diventa zombie: in fondo, lei non vede se stessa come un personaggio negativo. Questo è un horror incentrato su circostanze fuori dall'ordinario, ma che tratta anche temi di tutti i giorni." "In fondo si tratta di una questione filosofica", ha ragionato Anton Yelchin. "Amore e possessività sono compatibili? Oppure l'uno nega l'altra? A mio parere, se si possiede qualcuno, questi diventa un oggetto passivo dell'amore; se invece gli si permette di essere quello che è, allora si ama un soggetto. Solo in quest'ultima forma, secondo me, c'è amore." "Io devo ancora capire cosa sia davvero, l'amore", ha concluso Alexandra Daddario. "Nel passato, come tutti, ho avuto anche relazioni pessime. Spesso le si mantiene in vita per paura di restare soli, ma pian piano si impara a lasciarle andare".