Il pubblico cinematografico è cambiato. Non è un mistero che nel post-pandemia alcuni automatismi si siano rotti, che le abitudini abbiano subito una brusca spallata che ha spostato il baricentro maggiormente verso la fruizione casalinga e in piattaforma. Né è un mistero, o una sorpresa, che questo abbia portato a delle conseguenze per tutto il sistema, per una filiera che non ha avuto il tempo di aggiustare il tiro e adattarsi a nuovi paradigmi.
Negli ultimi anni si è andati avanti a strappi, affidandosi a singoli titoli percepiti come eventi cinematografici, a scapito di tanti film che soltanto cinque anni fa avrebbero ricevuto un'attenzione maggiore e che ora vengono per lo più trascurati. Tra questi soprattutto le commedie, una volta sfogo naturale di una parte di pubblico, quello che si è maggiormente spostato altrove. Per questo il ritorno di Checco Zalone con Buen Camino, assente proprio dall'immediato pre-pandemia, è atteso come l'avvento di un nuovo messia della sala.
Il ritorno di Checco Zalone non stupisce, ma è una conferma
Nei giorni scorsi, dopo la proiezione in anteprima di Buen Camino, abbiamo letto da colleghi commenti negativi per il nuovo film di Checco Zalone. Un po' ci ha sorpresi, perché abbiamo trovato il nuovo lavoro in linea con i precedenti, come vi abbiamo raccontato nella recensione di Buen Camino. Il solito Checco Zalone, in equilibrio tra scorrettezza e intelligente ritratto di un certo tipo di italianità, questa volta declinata in una ricchezza sfacciata, volgare, ignorante, felice di ostentare ciò che ha a chi non può permetterselo.
Un film che piacerà a chi già apprezza il comico pugliese, che allo stesso modo non convincerà chi non lo amava. Non gli porterà nuovo pubblico, insomma, ma quello che già aveva basta e avanza per ottenere un ottimo risultato anche con questo sesto lungometraggio della sua carriera cinematografica.
Non si può rendere tutto evento, ma Buen Camino lo è
Un sesto film in cui il comico torna a lavorare con Gennaro Nunziate, come per i precedenti lavori fatta eccezione per Tolo Tolo. Un valore aggiunto ed evento nell'evento. Perché se è chiaro che sono gli eventi a funzionare oggi, è ugualmente evidente che non si può rendere tutto tale, ed è altrettanto vero che il ritorno di Zalone insieme al suo consolidato collaboratore lo è senza bisogno di discussioni. Buon Camino è evento cinematografico in tutto e per tutto, anche se appartiene a un genere che sta faticando a confermarsi come tale, al netto delle dovute eccezioni come Pio e Amedeo che 8 milioni, a oggi, sono riusciti a racimolarli.
Potrebbe però essere il film che riporta l'attenzione sulla commedia in senso più ampio e diffuso, che fa riaccendere la voglia di andare in sala per ridere insieme, per condividere il divertimento con un circolo più ampio del proprio nucleo familiare o il proprio ristretto gruppo di amici. Ce ne sarebbe bisogno, anche in vista di quel che arriverà nei mesi a seguire, a partire da Agata Christian della stessa Medusa fino ai nuovi film di Ficarra e Picone o, molto più in avanti, Aldo, Giovanni e Giacomo che chiuderanno l'anno.
Avatar contro Zalone
Ci aspetta quindi un Natale di scontri tra pesi massimi della sala, su cui lo stesso Zalone ha scherzato in conferenza: "la mattina del 26 James Cameron si chiederà 'ma chi è questo Zalone?!'" E un po' è vero, perché a differenza del passato si è scelto di non rimandare a gennaio altri grandi titoli internazionali per far spazio al Cinepanettone di turno, così Zalone sfiderà i Na'Vi di Avatar: Fuoco e Cenere in un intrigante faccia a faccia. Si sarebbe forse potuto posizionale Buon Camino al 1 gennaio? Forse sì, forse sarebbe stato meglio anche per gli esercenti che avrebbero sfruttato maggiormente il film di Cameron, così come Norimberga e la coda lunga di Zootropolis 2 che continua a incassare.
Forse, ma allo stesso tempo la presenza di due titoli così importanti e con un tale seguito, accanto al già citato Norimberga, Primavera, La mia famiglia a Taipei e gli altri ci regalano un Natale di grandi film per tutti i gusti per poter riempire i giorni di festa. In sala, dove d'abitudine correvamo dopo il pranzo con i parenti. Torniamo a farlo, perché le tradizioni, almeno quelle belle come questa, vanno mantenute.