"Pensi che potremmo limitarci a domande che rientrano nel mio ambito?". Rimaniamo un po' spiazzati quando Brie Larson, presidente onoraria del Filming Italy Sardegna Festival 2024 da sempre aperta nel parlare di questioni riguardanti la società e la politica, risponde così alla nostra domanda relativa alle elezioni presidenziali statunitensi.
Lo siamo doppiamente visto che Samuel L. Jackson, con il quale l'attrice ha lavorato sul set di Captain Marvel, ha dichiarato di aver legato con la collega proprio perché i due condividevano le stesse idee ed emozioni all'indomani della vittoria di Donald Trump nel 2016. Ma è legittimo scegliere di non esporsi se si teme che le proprie parole, specie in un momento così delicato, possano venire strumentalizzate e usate in contesti sbagliati.
La recitazione come potere di rappresentazione
Meglio allora virare sul suo ruolo di attrice in un'industria sempre più attenta all'inclusione e alla rappresentazione. Attivista per la parità di genere e schierata a favore delle vittime di violenza sessuale, Brie Larson grazie a progetti come Lezioni di chimica o Lady Business - serie Netflix basata sulla storia vera di due imprenditrici che hanno dovuto inventare un terzo socio uomo per poter essere prese sul serio - si è esposta attraverso i progetti che ha scelto di interpretare e produrre. Una scelta fatta con consapevolezza? "Ovviamente. Penso sia un potere che ho. Essere nella posizione in cui mi trovo, che è altamente privilegiata, significa accogliere ed essere parte della realtà e dell'umanità", confessa l'attrice.
"E penso che sperare nella libertà degli altri richieda che anch'io sia libera, che mi metta in discussione, che impari di più su me stessa. E significherebbe moltissimo se tu e altre donne vi vedeste nel mio lavoro. È come se non si potesse essere tutti in un film e in una serie, ma questo è il punto di avere così tante varietà diverse di attori e attrici sul pianeta: tutti possiamo provare a prendere piccoli pezzi e tentare di creare questo mosaico di cosa significa essere un essere umano".
Ma l'attrice premio Oscar per Room ha mai temuto che il suo impegno sociale potesse in qualche modo mettere a repentaglio la sua carriera? "Poiché mi occupo di arte e sono un'attrice che interpreta tutti i tipi di persone, è molto normale per me sentirmi in connessione con chi è diverso da me o ha punti di vista diversi dai miei. Per me, si tratta solo di sentire ciò che ho nel cuore", glissa l'interprete e regista.
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L'umanità al centro del proprio mestiere
Lo scorso 7 gennaio Brie Larson era tra le nominate ai Golden Globe come miglior attrice in una miniserie per Lezioni di chimica quando sul red carpet ha intravisto dietro di lei Jennifer Lopez. Il video del loro incontro con Larson in lacrime dall'emozione hanno fatto il giro del mondo. L'interpretazione di Lopez in Selena, come ha ricordato l'attrice di Fast X da Jimmy Kimmel, è quella che da ragazzina le ha fatto capire che la sua strada era la recitazione. Ma oggi anche Brie Larson, nominata da Time nel 2019 come una delle 100 persone più influenti del mondo, ha lo stesso potere su tantissime persone che in lei vedono una figura di riferimento. "Non sono JLo, quindi penso di no (ride, ndr)", scherza l'attrice.
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"Ma è molto commovente. Un aspetto interessante dell'essere nei film è che il tuo lavoro non è dal vivo. Quindi di solito non sono lì quando le persone hanno quel tipo di reazione. È molto raro, in realtà, avere l'opportunità di sentire cosa significhi per qualcuno. Spero solo che abbia un impatto. Ma ci sono stati momenti in cui ho partecipato a determinati eventi in cui ho avuto modo di sentire come i film a cui ho preso parte li abbiamo rafforzati, ispirati o cambiato il corso della loro vita. E mi fa venire le lacrime. Ci sono molti modi per essere un attore, ma per me l'importante è mostrare l'umanità. E quindi sentire che significa qualcosa per loro, che lo prendono e ne fanno quello che vogliono. O che qualcuno come Carol Danvers può essere un'icona, qualunque cosa accada nella loro vita. Beh a quel punto non riguarda nemmeno me. Riguarda un'altra cosa. Ed è fantastico".
L'importanza dell'empatia, anche nella realtà virtuale
Nel 2020, Brie Larson ha ricevuto un Primetime Emmy Award per The Messy Truth VR Experience, una serie in realtà virtuale in cui ogni episodio mette gli spettatori letteralmente nei panni di altre persone. "Non spetta a me decidere se la realtà virtuale diventerà sempre più importante", sottolinea l'attrice quando le chiediamo di dirci la sua sul dibattito imperante che vede le nuove tecnologie farsi sempre più spazio nel settore televisivo e cinematografico.
"Il progetto a cui ho preso parte serviva a generare empatia", continua Brie Larson che ha interpreto una cameriera in attesa di ricevere una recensione per il suo servizio. "Era un modo di essere nel corpo di qualcun altro e fare esperienza. Ne ho avuto solo dei piccoli assaggi, ma ho pensato che fosse un'opportunità interessante poter essere qualcuno di completamente diverso da te stesso. È stata un'esperienza molto potente".