Ricordate Grindhouse - Planet Terror e Grindhouse - A prova di morte, i due film di Robert Rodriguez e Quentin Tarantino che componevano le due metà del progetto Grindhouse? Se sì, ricorderete anche i presupposti di quella produzione, l'omaggio ad un mondo ed un genere in voga attorno agli anni '70 del secolo scorso, caratterizzato da doppi spettacoli, costi contenuti e, soprattutto, una qualità delle pellicole proposte piuttosto bassa. Un cinema di serie B, che sapeva attirare l'attenzione grazie all'uso massiccio di scene di sesso e violenza, che non poteva catalizzare l'attenzione dei due autori.
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A dieci anni da quell'esperimento, è il canale americano SyFy ad omaggiare in qualche modo quelle stesse suggestioni, mettendo in cantiere una serie estrema da diversi punti di vista, un folle condensato di provocazioni di ogni tipo che non si è risparmiata nel metterle in scena con ironia. Uno show, andato in onda da giugno a settembre, che ora arriva anche nel nostro paese grazie ad Infinity e che assicura diverse ore (in)sano divertimento per chi è affine a questo tipo di contenuti. Stiamo parlando di Blood Drive.
Metti un umano nel motore
Siamo in un futuro distopico, un "lontano" 1999, nel quale l'America è stata fatta a pezzi da una serie di terremoti, causando una crisi energetica senza precedenti e facendo schizzare il costo del petrolio a 2000 dollari a barile. La povertà aumenta, la polizia sorveglia il consumo eccessivo di acqua e l'unico modo di poter guadagnare qualcosa è di prender parte ad una corso in auto a dir poco estrema, chiamata appunto Blood Drive. Si tratta di una gara che si tiene su più stati, nella quale lo sconfitto di ogni segmento può essere punito con la vita... e nella quale le auto sono alimentate con il sangue!
Vien da sé che con 10 milioni di dollari di premio, sia una gara che riesce ad attirare un bel po' di partecipanti, alcuni dei quali con nomi pittoreschi come Fat Elvis o Clown Dick.
Una competizione estrema e folle, guidata dal viscido Julian Slink che è insieme conduttore e giudice di una gara alla quale sono costretti a partecipare i protagonisti della serie, la sensuale e pericolosa Grace D'Argento ed un poliziotto belloccio che risponde al nome di Arthur Bailey ma subito soprannominato dalla donna Barbie.
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L'omaggio di SyFy
Il regista David Straiton mette le cose in chiaro fin dalla prima sequenza del pilot di Blood Drive, presentandoci la Grace di Christina Ochoa in apparente difficoltà per mostrarci subito la sua spietata forza. Una prima scena che ci mette immediatamente faccia a faccia con le derive sanguinarie che può prendere la serie, ci mette in guardia e ci incuriosisce: dall'incipit, sappiamo che nella nuova serie SyFy può succedere tutto e lo confermeranno gli sviluppi successivi che ci porteranno in un percorso tematico che andrà di pari passi con quello automobilistico, portandoci a contatto con cannibali, mutanti e folli di varia natura (compreso un episodio ambientato in un istituto psichiatrico), omaggiando più o meno direttamente i punti di riferimento del mondo grindhouse.
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Tanta carne (sanguinolenta) al fuoco
C'è tanta carne al fuoco in Blood Drive, ma procedendo con la stagione il tono diventa più (auto)ironico, la vena da commedia emerge maggiormente e permette anche a Colin Cunningham con un Julian Slink sopra le righe e brillante. C'è tanto e diverte lo spettatore con un certo gusto per gli eccessi e le situazioni estreme, ma è comprensibile la scelta di non rinnovare la serie oltre i tredici episodi della prima stagione, perché funziona, e può funzionare con questa forza e senza stancare, sulla breve distanza, rischiando di stancare o addirittura scivolare nel ridicolo sulla lunga. Ma se amate questo tipo di produzioni, le loro citazioni e riferimenti e la disinvoltura nel mettere in scena sesso e violenza, se apprezzate quel look vintage con colori saturi, le zoomate nervose e la messa in scena aggressiva, date una possibilità a Blood Drive e non ve ne pentirete.
Movieplayer.it
3.5/5