Dong Gu è un capitano della SWAT che interviene durante l'assalto al tribunale compiuto da una banda criminale, che intende liberare il loro capo...o almeno così sembra! Infatti dispute interne e nuove leve che intendono scalarne i ranghi rimettono tutto in discussione. Il risultato è una carneficina con molte perdite da entrambi i lati e lo stesso Dong Gu rimane gravemente ferito, perdendo la vista.
Come vi raccontiamo nella recensione di Blind War, il protagonista viene dismesso dal suo ruolo nelle forze speciali e obbligato a ritirarsi a vita privata, ritrovandosi a occuparsi così ventiquattr'ore su ventiquattro della figlia adolescente, un'aspirante violinista. Quando la ragazzina finisce nelle mani della gang di sua conoscenza, che opera nel traffico degli esseri umani, Dong Gu farà di tutto per riportarla a casa sana e salva nonostante il suo deficit così penalizzante. Ad aiutarlo nell'improba missione la vecchia fiamma di un ex boss rimasto ucciso proprio durante l'assalto che ha aperto il film, ora in cerca di vendetta...
Questione di prospettive
Qualcuno ha detto Zatoichi? O senza scomodare i grandi classici della cinematografia orientale, lo spurio remake di Furia cieca (1989)? O ancora il più recente The Swordsman (2020), action coreano in costume che vedeva per protagonista uno spadaccino prossimo alla cecità? Non è certo una soluzione nuova quella di mettere un protagonista privo della vista al centro di un action-movie e questa produzione cinese si inserisce in un sottofilone già affollato, cercando di trovare il proprio posto puntando le proprie carte su un'azione incessante e senza tregua. Sin dal titolo, Blind War cerca di mettere le cose in chiaro e almeno dal punto di vista dell'intrattenimento a tema i cento minuti di visione possono dirsi riusciti, con coreografie velocissime ed esasperate, lunghi combattimenti corpo a corpo e con armi da fuoco spesso coadiuvati dall'uso dello slow-motion a sottolineare l'interazione tra le figure umane e gli ambienti. Un divertimento duro e puro per tutti gli amanti del filone.
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Una storia che fa acqua
Peccato che la stessa cura non sia stata riversata anche sul versante narrativo, che si dimostra l'effettivo punto debole dell'operazione. La sceneggiatura in diversi passaggi è infatti irricevibile, forzata e inverosimile, con una disparità di toni e atmosfere tra un'urlata impronta melodrammatica e una verve macchiettista nella gestione di diversi personaggi, buoni o cattivi che siano: basti tra tutti vedere il bizzarro e inadeguato ispettore di polizia che indaga sul caso. Allo stesso tempo restano inspiegabili le motivazione che guidano la co-protagonista femminile, iniziale villain che decide di unirsi al classico eroe della situazione - che cerca di salvare la figlioletta caduta nelle mani sbagliate - nascondendo in qualche modo la sua vera natura.
Bang bang
Mitragliatrici che sparano centinaia di proiettili in pochi secondi, bombe che esplodono e macchine che saltano per aria, ordigni da disinnescare all'ultimo minuto, catene e dispositivi di tortura: la parola d'ordine di Blind War è l'esagerazione ad ogni costo, con tutti i pro e i contro del caso. Un paio di piano sequenza e le ottime coreografie riescono a mantenere alto il tasso di adrenalina, permettendo di chiudere un occhio - a volte anche due - su quella sceneggiatura che sembra bearsi della sua verve caricaturale con poca accortezza. Andy On, vero e proprio specialista del genere, ha fisico e carisma giusto per un ruolo ahilui sacrificato agli stereotipi, con tanto di benda sugli occhi e le classiche fasi nelle quali affina l'udito e il senso della posizione per poter affrontare a mani nude decine di avversari che non è in grado di individuare con la vista. La necessaria sospensione d'incredulità che si può accettare per la premessa rischia di incrinarsi, quando anche gli eventi narrativi prendono derive fin troppo pacchiane.
Conclusioni
Un coraggioso ufficiale della SWAT rimasto cieco in seguito a un'operazione antiterrorismo cerca di rimettere in piedi i cocci della propria esistenza, quando sua figlia viene rapita da una banda criminali che gestisce il traffico di esseri umani. Ad aiutarlo nell'ardua missione di salvataggio una sua vecchia conoscenza, che ha un conto in sospeso non soltanto con lui ma anche contro la sua vecchia banda. Blind War è un action avvincente nella sua anima prettamente ludica, con sparatorie e coreografie di combattimento spettacolari ed esaltanti - anche quando fanno eccessivo affidamento allo slow-motion - che si accompagnano però a una sceneggiatura forzata e spesso improbabile, inutilmente melodrammatica e a tratti macchiettistica.
Perché ci piace
- Azione pura e senza compromessi.
- Andy On è un protagonista convincente...
Cosa non va
- ...ma i personaggi sono vittima di una sceneggiatura improbabile.
- Disparità di toni nella gestione delle atmosfere.