Blackbird – L’ultimo abbraccio, la recensione: un dramma con un cast straordinario

La recensione di Blackbird - L'ultimo abbraccio, il film drammatico con Susan Sarandon e Kate Winslet disponibile su Sky.

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Blackbird - L'ultimo abbraccio: una scena del film

Come vedremo nella nostra recensione di Blackbird - L'ultimo abbraccio, questo film disponibile su Sky ha il sapore di un'opera di stampo drammatico come non se ne vedono più troppo spesso. Intimo, piccolo, racchiuso nelle mura di una casa sul mare, richiamo non troppo velato a un tipico dramma di stampo bergmaniano, concentrato sulla famiglia e sulle persone, Blackbird - L'ultimo abbraccio invita lo spettatore a partecipare a un racconto di eutanasia, di addii, di ultime volte, di abbracci e affetto, ma anche di conti in sospeso, rivelazioni sconvolgenti e tensioni non del tutto sopite. Non mancano alcuni problemi, specie nel terzo e ultimo atto, ma nella sua semplicità, il film di Roger Michell (il regista dietro Notting Hill e il più recente The Duke) sa regalare un'ora e mezza di forti emozioni.

La festa prima della tempesta

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Blackbird - L'ultimo abbraccio: Susan Sarandon, Kate Winslet in un'immagine

Lily (Susan Sarandon) ha deciso di morire. La malattia di cui è affetta, la SLA, la sta lentamente consumando. Ha già quasi del tutto perso l'uso di un braccio e ogni giorno che passa prova sofferenze sempre maggiori. Donna che ha vissuto con orgoglio il Sessantotto, ancora dallo spirito hippie, con l'aiuto del marito Paul (Sam Neill) ha deciso di invitare il resto della famiglia nella sua casa sul mare per trascorrere insieme un ultimo weekend per poi togliersi la vita. L'occasione è quella di passare qualche giorno di festa per dirsi addio, costruendo un microcosmo che non rispecchia il mondo esterno (si festeggia il Natale in anticipo). A raggiungerla sono l'amica del cuore Liz, sua coetanea e le figlie Jennifer (Kate Winslet) e Anna (Mia Wasikowska), l'una col marito e il figlio, l'altra con la compagna. Proprio le due sorelle, distanti tra loro dal punto di vista del carattere, dovranno fare in modo di evitare un confronto che sembra sopito e pronto ad esplodere. Jennifer è precisa, poco emotiva, nascosta dietro uno scudo che col tempo si è eretta per proteggersi; Anna soffre di bipolarismo, spesso sparisce senza lasciare traccia e sembra soffrire più di tutti la decisione della madre. Lentamente, il clima sereno lascerà spazio a nubi che vedranno oscurare la piacevole compagnia, tra rivelazioni e segreti fino a quel momento taciuti.

Un cast straordinario

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Blackbird - L'ultimo abbraccio: Kate Winslet, Mia Wasikowska durante una scena del film

Per un film quasi completamente basato sui dialoghi, la scelta del cast garantisce per gran parte la riuscita del film. Blackbird - L'ultimo abbraccio mette insieme un cast di all-stars che elevano la qualità del film. Impossibile scegliere una coppia di attori che spicca: ciò che lascia veramente sorpresi è tutto l'ensemble, capace di farsi forza soprattutto nelle scene d'insieme. I momenti in cui tutti i personaggi sono seduti al tavolo e interagiscono tra di loro riescono a regalare una naturalezza nella recitazione che lascia a bocca aperta (anche se, va detto, il doppiaggio italiano non sempre è perfetto e toglie un po' di questa qualità alle voci degli attori). Da Susan Sarandon sino alla Chris di Bex Taylor-Klaus ci si ritrova di fronte a volti perfetti, capaci di portare in scena personaggi tridimensionali, ognuno con il proprio carattere. Naturale riflettere sulla dimensione teatrale del film, non solo per l'impostazione filmica in cui la mano del regista si nasconde rispetto al contenuto, ma anche per il gioco di recitazione in cui gli stessi personaggi sono costretti a partecipare. Obbligati a condividere gli ultimi momenti di vita della madre, desiderosi di dare vita a giornate piacevoli nonostante qualche sentimento non reciproco, i personaggi del film diventano essi stessi dei ruoli da interpretare, fino al momento in cui le barriere crollano e ciò che rimane è la cruda onestà, anche dolorosa.

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Delicatezza e sottolineatura

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Blackbird - L'ultimo abbraccio: Susan Sarandon, Kate Winslet in una scena del film

Blackbird - L'ultimo abbraccio, nonostante il tema forte (quello dell'eutanasia), è capace di procedere per gran parte del suo tempo con una delicatezza che gli fa onore. Più interessato alla dimensione umana, il film non si sviluppa con l'intenzione di lanciare un messaggio morale e/o etico, ma concentrandosi sulle conseguenze della decisione e su una certa forma di amore familiare che il personaggio di Lily vuole lasciare. Quest'aspetto rende il film davvero godibile e coinvolgente per gran parte della sua durata, dosando molto bene le diverse linee narrative. Qualche dialogo di stampo più teatrale, capace di saltare all'orecchio, non pregiudica la bontà della sceneggiatura, anche se qualche momento appare un po' fuori luogo. Sono brevi note stonate di una partitura che vuole arrivare al cuore nel terzo atto. Proprio nel finale, però, il film assume dei toni un po' troppo insistiti e ricattatori, sottolineando una volta di troppo il cuore della storia e perdendo di vista quell'equilibrio fino a quel momento raggiunto. Succede parecchio, tra rivelazioni e confessioni, negli ultimi venti minuti, mentre la precedente ora era più distesa e semplice. Ma è nel suo momento clou che il film non si fida più del proprio pubblico e indugia sin troppo alla ricerca di un sentimentalismo forte, cercando di piegare le emozioni dello spettatore per commuoverlo oltre misura. Un accento fuori luogo, che dura più del previsto, e che nonostante le buone intenzioni, rischia di scontentare il pubblico che, fino a lì, era riuscito a rimanere coinvolto. Dopo aver instaurato un legame fortissimo tra personaggi e spettatori, Blackbird cerca in tutti i modi di romperlo, cercando di spiccare il volo, non accorgendosi che a volte la terra è bella anche più del cielo.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Blackbird – L’ultimo abbraccio, grazie a un cast davvero straordinario, non possiamo che essere soddisfatti da questo dramma intimo di stampo familiare che sembra appartenere a un cinema che si fa sempre meno spesso. Semplice e diretto, complice un’ottima scrittura per gran parte del tempo, il film sa coinvolgere e creare un legame particolare tra spettatori e personaggi. Peccato che nel finale cerchi con furbizia la lacrima facile, indugiando un po’ troppo nello stimolare le emozioni, rompendo quella naturalezza che fin lì l’aveva caratterizzato. Proprio ricercando una forza maggiore, il film ne esce depotenziato.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.8/5

Perché ci piace

  • Il cast straordinario, nessuno escluso, capace di dare vita a personaggi complessi con grande naturalezza.
  • Per gran parte della sua durata, il film sa creare un legame particolare tra personaggi e spettatore.
  • È un dramma intimo, piccolo e semplice, di stampo bergmaniano, come non se ne vedono più spesso.

Cosa non va

  • Qualche scelta di sceneggiatura un po’ fuori luogo non funziona benissimo.
  • Il finale cerca di piegare le emozioni dello spettatore a suo favore, rovinando quella naturalezza così piacevole.