Charlie Brooker ha sempre dichiarato che il tratto distintivo di Black Mirror, la sua serie sci-fi che ha segnato un prima e un dopo nel genere e nella serialità tutta per come è stata capace di metterci di fronte alla nostra ossessione per l'evoluzione digitale, è stato quello di non demonizzare l'avanzamento tecnologico ma l'umanità che lo adoperava. Questo vale ancora oggi per Black Mirror 6, in streaming su Netflix con cinque nuovi episodi pronti a farci guardare in faccia ancora una volta a quella che potrebbe essere la nostra quotidianità da qui a breve, o che forse addirittura per certi versi lo è già.
Cinque episodi antologici che arrivano dopo quattro anni di stop, complice la pandemia e la parentesi sempre su Netflix dell'autore inglese con Cunk on Earth, una parodia distopica dei programmi televisivi di divulgazione culturale. Andremo a presentarvi uno ad uno gli episodi di Black Mirror 6, per facilitarne la comprensione e l'analisi, notando come Brooker abbia scelto in quest'occasione - se già nella quinta stagione guardava al presente - di soffermarsi addirittura sul passato per raccontare il futuro dell'umanità, e su cinque ossessioni che sembrano affliggerci dall'alba dei tempi. Sicuramente la serie si è via via normalizzata con l'arrivo su Netflix, meno dirompente ma sempre attuale, merito della scrittura sempre in mano al creatore inglese. La regia invece è affidata ancora una volta a nomi dell'entertainment britannico piuttosto che a registi altisonanti che avrebbero portato il proprio contribuito allo show.
6x01 Joan è terribile
Diretto da Ally Pankiw, Joan è terribile è forse l'episodio più efficace e "blackmirroresco" di questa stagione, facendola quindi partire col botto ma andando poi scemando nelle puntate successive. Il cast è impressionante dato che unisce nientemeno che Annie Murphy, Salma Hayek, Michael Cera, Himesh Patel, Rob Delaney, Ben Barnes e, in parte, addirittura Cate Blanchett. La Joan del titolo (Annie Murphy) passa la propria giornata come al solito, annoiata dalla propria vita coniugale e lavorativa, dove forse non è la persona più amorevole e amichevole di questo mondo, per poi sfogarsi con la propria terapeuta, poiché "non si sente protagonista della propria storia".
Bisogna sempre stare attenti a ciò che si desidera, dato che ben presto Joan scoprirà su Streamberry (la piattaforma fittizia corrispettivo di Netflix nello show) una nuova serie che ritrae proprio la sua vita quasi in tempo reale e la vede ancora più terribile e interpretata nientemeno che da Salma Hayek. A quel punto dovrà dare adito a tutta la propria furbizia per capire come sia possibile e trovare una soluzione al "problema". Questo episodio, meta-televisivo all'ennesima potenza per i vari livelli narrativi e di lettura che apre come le scatole cinesi davanti allo spettatore, è anche pregno di tematiche e argomenti fortemente attuali: l'intelligenza artificiale e il suo utilizzo nell'industria dell'intrattenimento, il consenso che siamo (troppo) abituati a dare in automatico per la nostra privacy quando accettiamo un nuovo contratto digitale che non leggiamo fisicamente, l'egocentrismo della nostra società e il bisogno di apparire a tutti i costi per poi pentirsene quando accade per davvero.
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6x02 Loch Henry
Il titolo di questo episodio, Loch Henry, richiama volutamente il mostro di Loch Ness, perché anche in questo paesino dell'entroterra inglese c'è un mostro che è rimasto taciuto per troppo tempo. Un ragazzo vuole presentare la fidanzata (Samuel Blenkin e Myha'la Herrold) alla madre e coglie l'occasione di tornare a casa per qualche giorno dai propri studi a Londra per girare un documentario. Il soggetto di quest'ultimo però lo trova mentre è lì e riaffiorano vecchi ricordi su un caso che sconvolse la cittadina e portò suo padre, all'epoca poliziotto, ad una triste dipartita.
È tempo di fare giustizia anche al nome del paesino, oramai vuoto di turisti, anche perché come sappiamo gli omicidi oggi vendono. L'ossessione per le docu-serie true crime e l'idea della piattaforma fittizia Historik mostra tutti i lati della medaglia, dai più empatici a quelli più atroci, perché anche in questo caso bisogna stare molto attenti a ciò che si desidera e alla verità che si vuole portare alla luce. La regia di Sam Miller gioca con tutti gli stilemi del genere e il resto del cast - Daniel Portman, John Hannah, Monica Dolan - impreziosisce le finte testimonianze che porteranno alla verità e all'ultimo agghiacciante e terribilmente attuale dono di un genitore per un figlio.
6x03 Beyond the Sea
Una delle difficoltà maggiori di chi va nello spazio, a parte le ovvietà tecniche, è la lontananza per molti anni dalle proprie famiglie spesso senza poter comunicare. Cosa accadrebbe allora se avessimo inventato una tecnologia capace di realizzare una replica esatta degli astronauti che possa rimanere sulla Terra e in cui far entrare una volta a settimana la propria coscienza in modo da non abbandonarle mai veramente? In una sorta di retro-futuro, i due protagonisti (Aaron Paul e Josh Hartnett) hanno fatto questa scelta insieme alle proprie mogli (Kate Mara e Auden Thornton) finché un giorno l'idillio va in frantumi per uno di loro a causa della discriminazione sempre pronta a colpire (anche nel futuro) di un ragazzo (Rory Culkin).
A quel punto un pericoloso scambio di repliche genererà una sorta di torbido triangolo amoroso dalle terribili conseguenze, mettendoci di fronte all'egoismo umano e alla possessione tossica maschile, fino alla solitudine che provoca spesso l'ossessione per l'esplorazione dell'outer space. Beyond the Sea è diretto da John Crowley, che gioca con i colori per mostrare i temperamenti dei personaggi e le atmosfere diverse dei vari punti della storia, allungandosi forse un po' troppo ma mostrando l'ineluttabilità della voglia di prevalere sull'altro da parte dell'umanità.
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6x04 Mazey Day
Torniamo nuovamente nel passato, ai tempi della nascita di Suri Cruise, nel pieno dello stardom accecato e inseguito dai paparazzi che non avevano ancora troppi social a cui affidarsi ma i buoni vecchi informatori. Una fotografa dei vip che deve sbarcare il lunario e arrivare a fine mese (Zazie Beetz) insieme ad un collega (Danny Ramirez) vuole scoprire la verità sulla Mazey Day del titolo (Clara Rugaard), una giovane star misteriosamente scomparsa dal set dopo una serie di eventi inspiegabili.
Uta Briesewitz dà un tocco particolare a questo racconto, un punto di vista femminile e centrato, sull'ossessione per la vita privata delle star e sui loro segreti più reconditi. Solo che il segreto di quest'attrice si rivelerà davvero insospettabile e carico di una mitologia che fa spostare Black Mirror più dalle parti del soprannaturale che dello sci-fi. Una virata interessante da parte di Charlie Brooker, che forse non convince appieno ma che grazie all'utilizzo della macchina fotografica dall'obbiettivo e zoom enormi come status symbol, rende bene fisicamente l'idea di un'ossessione che può portare a gravissime conseguenze. Fino alla fine.
6x05 Demon 79
Ci propone forse un finale troppo lungo e un po' debole Demon 79, l'ultimo episodio della sesta stagione di Black Mirror, diretto da Toby Haynes e scritto da Brooker insieme a Bisha K. Ali. Tutto, dalla scenografia alla fotografia, richiama la fine degli anni '70 in cui è ambientata questa storia che, proprio come il precedente episodio ma questa volta quasi fin da subito, si muove su un terreno a metà strada tra fantascienza e fantasy. La protagonista (Anjana Vasan) è un'indiana che deve affrontare ogni giorno la discriminazione e gli sguardi quasi schifati di colleghi e responsabili in un paesino britannico, mentre fa la commessa in un elegante negozio di scarpe.
Un giorno però si trova tra le mani un talismano e il demone del titolo (Paapa Essiedu) che le dà l'opportunità di uccidere tre persone che se lo meritano in tre giorni, altrimenti si scatenerà l'Apocalisse. Strizzando l'occhio a Bussano alla porta se fosse stato ambientato negli anni '70, l'episodio mostra le brutture dell'animo umano, tanto delle vittime quanto dei carnefici e di come i due ruoli spesso si confondano. Un ritmo compassato e una durata forse eccessiva sono stati scelti per mettere in scena l'ossessione per la fine del mondo e per la promessa di un mondo apparentemente migliore. Nel cast anche Katherine Rose Morley e David Shields.
Conclusioni
Abbiamo parlato di cinque ossessioni diverse nella recensione dei cinque episodi di Black Mirror 6, che torna dopo quattro anni non esattamente al meglio ma proponendo comunque sempre degli spunti interessanti e attuali da parte di Charlie Brooker. L’episodio più riuscito è forse proprio il nome, ricchissimo di significato e livelli narrativi, si va poi via via scemando tra corsa allo spazio, true crime, paparazzi, fino alla salvezza dell’umanità attraverso un sacrificio. Tematiche e situazioni che richiamano più il passato che il presente-futuro, quasi a volerci dire che forse dovremmo andare indietro per trovare le risposte, piuttosto che avanti. Un dietrofront che lascia perplessi per una serie che forse si è definitivamente normalizzata su Netflix.
Perché ci piace
- Il primo episodio.
- Le ossessioni messe in scena attraverso i vari racconti.
Cosa non va
- La normalizzazione e non più innovazione del racconto.
- La scelta di andare nel passato per raccontare il futuro.
- Il mescolare sci-fi e supernatural.
- Gli episodi successivi, in particolare l'ultimo, e alcune durate.