Arriva un momento nella carriera di ogni regista, che sia indipendente o abituato a lavorare con il cinema più commerciale, in cui il richiamo di Hitchcock e della saga di 007 diventa fortissimo. Un po' come le sirene di Ulisse, questi fari cinematografici cantano nelle orecchie degli autori. Pensiamo a due nomi noti, pop e celebrati come Quentin Tarantino e Christopher Nolan: entrambi hanno rubato qua e là dai capolavori del collega inglese e hanno espresso il desiderio di realizzare un loro capitolo di Bond. Anche Steven Soderbergh ha risposto al canto di questa combo micidiale: Black Bag: Doppio Gioco è praticamente il figlio nato da un thriller hitchcockiano e 007.

Nelle sale italiane dal 30 aprile, il film, scritto da David Koepp, alla terza collaborazione con Soderberg dopo Kimi (2022) e Presence (2024), è uno spy movie classico, in cui il collegamento esplicito con Bond è la presenza nel cast di Pierce Brosnan. Qui molto meno cool e più perfido. Come del resto tutti i protagonisti: membri della British intelligence, vengono invitati a cena da George Woodhouse (Michael Fassbender, uno che potrebbe tranquillamente essere sia un perfetto 007 che un villain strepitoso). Più che un momento conviviale, si tratta di un vero e proprio interrogatorio: tra una pietanza e l'altra, l'agente dell'MI6 cerca infatti di capire chi sia la talpa che ha fatto uscire un software top-secret, chiamato Severus, dagli archivi.
Le persone di cui sospetta sono: Clarissa (Marisa Abela), specialista delle immagini satellitari, l'agente Freddie (Tom Burke), il nuovo arrivato James (Regé-Jean Page), la psichiatra Zoe (Naomie Harris) e sua moglie, Kathryn (il premio Oscar Cate Blanchett), anche lei membro dell'intelligence. Morti sospette, bugie, indizi che fanno crollare certezze: scoprire la verità in questo caso non è soltanto questione di logica. Il protagonista deve mettere in discussione tutto ciò in cui crede: ovvero il proprio lavoro e l'affetto per la donna che ama.
Black Bag: Doppio Gioco manipola i sensi
Soderbergh è un regista che ci ha abituato alla sperimentazione. Se pensiamo alla sua carriera possiamo trovare accostamenti apparentemente folli. Dai film a basso budget girati con il cellulare (Unsane e High Flying Bird), a intrattenimento puro come la saga di Magic Mike, fino alla prestige tv di The Knick. C'è però un filo rosso che unisce questi titoli in superficie così diversi tra loro: la ricerca della verità, spesso ostacolata dalla percezione alterata. Che sia l'uso di sostanze a offuscare la vista dei suoi protagonisti (come nel caso del dottore John Thackery interpretato da Clive Owen nella già citata serie The Knick), o la necessità di mentire sulla propria identità (come nella saga di Ocean's o in The Girlfriend Experience), il regista confonde lo spettatore usando sapientemente i sensi.
Non solo la vista. Suono, tatto, perfino olfatto sono funzionali nelle sue storie. E qui, con il film che si apre proprio con la preparazione di una cena, non si smentisce: come il cinema ci ha insegnato (dai gangster movie di Scorsese al Gus Fring di Breaking Bad), l'aglio si taglia sottilissimo, meglio se con una lametta. E la scelta di un bicchiere di vino può dire molto più di quanto non si creda. Con eleganza e mestiere, il regista ci fa entrare nelle stanze vissute dai protagonisti, facendoci quasi sentire l'aroma delle loro bugie.
Un grandissimo cast
Nella sua classicità, Black Bag: Doppio Gioco non offre colpi di scena e una trama particolarmente rivoluzionari. A rendere però il film un oggetto scintillante c'è, oltre alla regia di Soderbergh, un ottimo cast, guidato dai mefistofelici Michael Fassbender e Cate Blanchett. Figure tanto tragiche e terribili quanto seducenti, sono l'equivalente di Machbeth e Lady Macbeth assoldati dai servizi segreti. Vederli recitare insieme è un piacere quasi perverso.

Non sfigurano gli altri colleghi: la sempre più lanciata Marisa Abela, già protagonista di Back to Black, in cui è Amy Winehouse, le certezze Tom Burke e Naomie Harris, e anche Regé-Jean Page, che sta facendo scelte molto intelligenti, cercando di staccarsi di dosso il personaggio del Duca di Hastings nella serie Bridgerton. Nota di merito a Brosnan, che ha poche scene, ma quando appare sullo schermo è meraviglioso (e molto autoironico).
Intrighi, sorprese, giochi di potere: Black Bag: Doppio Gioco sa come intrattenere lo spettatore e, come sanno fare i grandi, tra un dialogo brillante e un black humor irresistibile, Soderbergh lancia una zampata interessante: i rapporti umani oggi sono davvero impossibili e indecifrabili? Siamo più sinceri dietro uno schermo che guardando faccia a faccia chi amiamo? È questo il grande dilemma. Da sesso, bugie e videotape, a sesso, bugie e software.
Conclusioni
Steven Soderbergh torna a lavorare per la terza volta con lo sceneggiatore David Koepp: stavolta è il turno di una spy story molto classica, in cui l'amore del regista per Alfred Hitchcock e la saga di 007 trova l'espressione perfetta. Tra intrighi, colpi di scena e una regia studiata al millimetro, la storia dell'agente MI6 George Woodhouse, interpretato da Michael Fassbender, tiene incollati allo schermo, anche grazie a un grandissimo cast. Il premio Oscar Cate Blanchett brilla: vale la pena vedere il film anche solo per vederli recitare insieme.
Perché ci piace
- La maestria di Soderbergh nel giocare con toni e sensi.
- La coppia formata da Michael Fassbender e Cate Blanchett.
- Un ritmo sostenuto.
- L'autoironia di Pierce Brosnan.
- Il black humor.
Cosa non va
- È una spy story molto classica: non offre colpi di scena o una trama particolarmente rivoluzionari.