Better Call Saul 6, la recensione dei primi episodi: L’inizio della fine

La recensione dei primi episodi di Better Call Saul 6, l'ultima stagione della serie spin-off di Breaking Bad, dal 19 aprile su Netflix.

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Better Call Saul 6: Bob Odenkirk in una scena dell'ultima stagione della serie

Dettagli. È con questi negli occhi che scriviamo la recensione dei primi episodi di Better Call Saul 6, quelli attorno ai quali la serie di Vince Gilligan e Peter Gould inizia a ricamare l'intreccio della sua ultima stagione, quelli che arricchiscono così bene e con tale profondità gli eventi e le emozioni che coinvolgono i personaggi di questo progetto così anomalo, un po' spin-off, un po' prequel, in qualche modo anche sequel di Breaking Bad. C'è però una certezza assoluta, comunque si voglia intendere la serie AMC che arriva da noi su Netflix (la prima metà dal 19 aprile al 24 maggio, la seconda dal 12 luglio al 16 agosto): Better Call Saul è un capolavoro della serialità mondiale.

Lalo Salamanca è morto?

Ma dove eravamo rimasti? Da dove prende il via l'ultima stagione di Better Call Saul dopo l'esplosiva tensione del finale della precedente? È il momento di respirare, di tirare le somme di quello che è stato e prepararsi alle sue conseguenze. Nel mondo criminale c'è stato l'attentato alla vita di Lalo Salamanca e Nacho non può che farci i conti, prendendo almeno per ora la scena, per quella che è una scelta intrigante da parte degli autori: il suo personaggio e la sua sorte generano tensione, più di quanto potrebbero altri protagonisti del cartello criminale che sappiamo vivi ai tempi di Breaking Bad.

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Better Call Saul 6: Giancarlo Esposito e Jonathan Banks in una scena dell'ultima stagione della serie

Una tensione che non può che riguardare anche il personaggio di Kim Wrexler, la cui sorte sarà tra gli aspetti più interessanti e coinvolgenti dell'ultima stagione, sia perché amatissima dal pubblico, sia perché quei passi verso il lato oscuro compiuti negli ultimi episodi cambia l'approccio e le aspettative riguardo il personaggio di Rhea Seehorn, che si dimostra bravissima come sempre anche in questi nuovi episodi. Cosa accadrà a Kim, che non abbiamo visto in Breaking Bad? Come cambiano gli equilibri tra lei e Jimmy con nuovo approccio alla legalità che sembra iniziare ad avere?

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L'attenzione per i dettagli

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Better Call Saul 6: Rhea Seehorn in una scena dell'ultima stagione della serie

In apertura parlavamo di dettagli, perché è da quelli che inizia la nuova stagione, da una lunga carrellata che scivola tra le stanze di una casa e si sofferma su spazi e oggetti: un mobile, statue, abiti in perfetto ordine, un libro, un gabinetto dorato e la sagoma a grandezza naturale di Saul Goodman, reliquie di un personaggio ormai caduto, meta finale di questa splendida e sofferta avventura. Una fine che conosciamo, un destino inevitabile che ci è noto dall'esser stati spettatori e fan della serie madre di Better Call Saul, quel fenomeno indiscusso che è stato Breaking Bad e che sembrava così difficile da replicare, quasi impossibile.

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk e Rhea Seehorn nel finale di stagione

Eppure non mancano sorpresa, tensione, partecipazione emotiva e sofferenza nell'osservare la parabola di vita di Jimmy McGill, la buona volontà minata dalle avversità e che si è accompagnata a un'attitudine per l'aggirare le regole, plasmarle alle proprie necessità. Una traiettoria di vita in cui, dicevamo poco sopra, sta riuscendo a trascinare anche Kim Wrexler, un tempo irreprensibile, ora coinvolta in un piano per screditare Howard. Anche qui è un dettaglio a evocare la situazione: la tazza con la scritta "Il secondo miglior avvocato del mondo" che lei stessa aveva regalato a Jimmy, che ora ritrova segnata dal buco di un proiettile.

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La parabola di Jimmy McGill

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk in una scena dell'ultimo episodio

I primi episodi della nuova stagione dimostrano quindi la medesima abilità di scrittura nel proporci un nuovo frammento del difficile percorso di vita di Jimmy McGill/Saul Goodman, di una carriera d'avvocato ottenuta con sacrificio ma sempre più pericolosamente prossima alla criminalità. Siamo intorno al vertice e sappiamo che si dovrà precipitare e che succederà bruscamente visti i pochi episodi al termine, ma non possiamo far altro che osservare inermi mentre le pedine vanno al loro posto per la partita finale, per lo più sullo sfondo: vediamo, per esempio, meno Mike di quanto sia successo nella stagione precedente, laddove le figure legate al mondo criminale fanno i conti con quanto successo e preparano quello che verrà.

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Better Call Saul 5: Giancarlo Esposito in una scena della premiere

Il tutto gestito con una coerenza, consapevolezza e sicurezza nella messa in scena che va di pari passo con quella eccelsa delle sceneggiature, con il passo sicuro di chi sa dove sta andando e si prende il suo tempo per raggiungere la meta, con un gusto per la costruzione dell'inquadratura che non manca mai di stupire. Mosse preparatorie di una partita a scacchi di cui già conosciamo l'esito, ma che non mancheremo di seguire passo dopo passo, incapaci di distogliere lo sguardo ed emozionarci di settimana in settimana. Fino al finale, fino al 16 agosto, per quella che sembra la chiusura definitiva del mondo di Breaking Bad, di cui rivedremo anche gli storici protagonisti.

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Conclusioni

I primi passi verso il traguardo e la fine di un viaggio. Di questo vi abbiamo parlato nella recensione dei primi episodi di Better Call Saul 6, stagione finale della serie spin-off/prequel di Breaking Bad. Due episodi che si prendono il loro tempo per respirare dopo quanto accaduto nella stagione precedente, preparando il campo per gli episodi conclusivi di questo appassionante cammino che vedremo ad agosto. La solita abilità di scrittura e l'abituale gusto per la messa in scena ci accompagnano verso una fine che in qualche modo già conosciamo, ma che non mancherà di emozionarci.

Movieplayer.it
4.5/5

Perché ci piace

  • La solita qualità di scrittura della serie, abile nel ricamare emozioni con i dettagli.
  • Un gusto per la costruzione dell'inquadratura e della messa in scena che non manca di stupire.
  • Il cast, con Bob Odenkirk e Rhea Seehorn su tutti.
  • La tensione, l''emozione, la sorpresa continua.

Cosa non va

  • Il pensiero che si tratta dell'ultima stagione ci distrugge.