Becoming Karl Lagerfeld, recensione: un magnifico Daniel Brühl per un biopic anticonvenzionale

Becoming Karl Lagerfeld segue l'esempio dei biopic incentrati sui grandi stilisti, ma con un nuovo approccio. Ad interpretare il protagonista un grande e trasformista Daniel Brühl. Dal 7 maggio su Disney+.

Daniel Brühl nei panni colorati di Karl Lagerfield.

Ribelli. Anticonformisti. Traumatizzati. Creativi. Egocentrici. Contradditori. Questi e molti altri sono gli aggettivi che potrebbero descrivere i grandi stilisti che hanno fatto la storia dell'haute couture. E queste sono anche le personalità che sono tornate in auge negli ultimi periodi, con uno stuolo di serie biografiche pronte a raccontarne la vita, la morte, le gesta rivoluzionarie: ecco che, dopo la più classica Cristóbal Balenciaga dedicata all'omonimo stilista, e The New Look incentrata sulla faida tra Christian Dior e Coco Chanel in tempo di guerra, tocca a Becoming Karl Lagerfeld, produzione originale francese di Gaumont e Jour Premier, fare capolino su Disney+ con tutti i sei episodi, mostrandoci un nuovo punto di vista sull'alta moda.

Un biopic anticonformista

Becoming Karl Lagefeld   Karl Lagerfeld
Daniel Brühl, un attore sempre più incredibile

Becoming Karl Lagerfeld - inizialmente intitolata Kaiser Karl dal bestseller di Raphaëlle Bacqué - ci catapulta nella Parigi dei primi anni '70, quando Karl Lagerfeld (un grandissimo Daniel Brühl) non porta ancora il suo iconico taglio di capelli. Non è esattamente agli inizi ma non ha ancora la fama mondiale, si occupa di prêt-à-porter, e vuole diventare ambiziosamente l'imperatore della moda (da qui il titolo originario). Sarà soprattutto l'amore a sconvolgergli la vita quando conoscerà il dandy problematico Jacques de Bascher (Théodore Pellerin), che si metterà in mezzo tra lui e il suo più grande amico (e rivale), Yves Saint Laurent (Arnaud Valois), sostenuto dal discusso uomo d'affari Pierre Bergé (Alex Lutz). Girata e ambientata tra Parigi, Monaco e Roma in francese, tedesco, inglese ed italiano, racchiude la folle corsa di quegli anni provando a mostrare l'intimità dietro al grande nome dell'alta moda.

Faide modaiole

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Jacques è il punto debole di Karl Lagerfield

Ciò che Becoming Karl Lagerfeld sembra voler dirci è che spesso a muovere il genio dell'haute couture è la gelosia. La passione amorosa che colpisce Karl, estremamente riservato e meticoloso, e Yves, accecato dal carisma strafottente di Jaques, li porterà in alcune pericolose spirali autodistruttive. Allo stesso tempo questo triangolo segnerà in parte il loro genio creativo, mentre si devono fare largo nel glamour dell'epoca, composto anche da attrici e personalità di grande calibro, di eterno fascino ma anche lunatiche e difficili, proprio come gli stessi stilisti. Troviamo infatti una certa Paloma Picasso (interpretata da Jeanne Damas), Loulou de La Falaise (Claire Laffut), Andy Warhol (Paul Spera) e la leggenda del cinema Marlene Dietrich a cui presta volto e corpo Sunnyi Melles (Triangle of Sadness), che avrà un tête-à-tête con Lagerfeld per una possibile copertina di Vogue. Storia e invenzione si fondono e (ri)vivono grazie all'interpretazione magistrale di Daniel Brühl, che conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la propria poliedricità nel trasformarsi in personaggi anche realmente esistiti, restituendo sempre una punta di verità.

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Relazioni e complicazioni

Becoming Karl Lagefeld   Karl Lagerfeld  Ysl
L'amicizia-faida tra Karl Lagerfield e Yves Saint Laurent è uno degli elementi esplorati dalla serie

Motore dell'azione, come dicevamo, è la gelosia, in qualche modo avallata dai rapporti: amicizie, amori, tradimenti e ripicche, e tutto parte ovviamente dai rapporti coi genitori, come quello di Karl con la madre Elisabeth (Lisa Kreuzer), oppure quello di Jacques con la propria famiglia. Viene sviscerato anche il rapporto di Karl con l'altra donna più importante della sua vita, Gaby Aghion, la fondatrice della casa di moda Chloé che contribuì in modo determinante alla sua fama (col volto di Agnès Jaoui). Un'esistenza davvero altalenante che viene raccontata attraverso il punto di vista di Jacques, confermando e allo stesso tempo tradendo le tradizioni del biopic. Il dandy bello e dannato era attratto e affascinato da quel mondo che dà tanto e toglie altrettanto, come imparerà sulla propria pelle e nel proprio cuore. Lagerfield, attraverso i propri abiti e le proprie sfilate, appare come uno stilista così metodico che nella vita privata quasi sembrava poco passionale eppure era tutto il contrario mentre creava mise e utilizzava tessuti come nessun altro avrebbe fatto. Nonostante qualche classicità quasi fisiologica per un biopic, Becoming Karl Lagerfield trova forza nella colonna sonora a cura di Evgueni e Sacha Galperine, riflessa in una Parigi suggestiva e piena di pericoli. Ma soprattutto una forza che arriva da colori della moda, psichedelici e luminescenti, paradigma di quegli anni pronti a generare una nuova rivoluzione culturale.

Conclusioni

Becoming Karl Lagerfeld è una serie biografica a cavallo tra gli archetipi classici del genere e la rivoluzione modaiola che vuole raccontare, tra pubblico e privato del personaggio titolare. Un grandissimo Daniel Brühl che regge i sei episodi sulle proprie spalle, si trasforma e colora di contraddizioni la figura dello stilista, sullo sfondo di una Parigi affascinante e pericolosa. La miniserie sembra voler dirci che spesso a muovere la creatività c’è la gelosia.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Daniel Brühl, trasformista e poliedrico.
  • La gelosia e l’invidia come motori della moda.
  • Le relazioni di Lagerfeld con varie figure storiche dell’epoca.

Cosa non va

  • Il personaggio di Jacques, a volte insopportabile.
  • La serie cade in alcuni tranelli da biopic classico a tratti.