Michael Mason è un abilissimo pickpocket, ovvero un borseggiatore in grado di agire con estrema rapidità e disinvoltura. Americano, con un passato difficile, Michael vive in incognito a Parigi e si mantiene grazie ai furti compiuti ai danni degli ignari passanti, benché nutra il rimpianto di aver rinunciato agli studi e alle sue prospettive per un'esistenza diversa. Le sue sicurezze però crollano all'improvviso quando ruba la borsa di una ragazza, senza immaginare che all'interno essa contenga una bomba in procinto di esplodere.
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La giovane, Zoe Neville, è infatti la recluta di un sedicente gruppo terroristico, il quale cela in realtà ben altri obiettivi; e quando la situazione sfugge di mano a Zoe, quattro persone rimangono uccise nel presunto attentato. La polizia francese comincia a indagare, ma a occuparsi della faccenda è anche Sean Briar, un agente della CIA dai metodi spiccioli e con una scarsa attitudine alla disciplina, determinato a scoprire cosa stia accadendo veramente...
Un buddy movie fra Hitchcock e Arma letale
È uno dei più tipici meccanismi del cinema hitchcockiano, sperimentato in innumerevoli varianti dal maestro del brivido: un protagonista affascinante, carismatico, magari un po' malandrino ma in realtà tutt'altro che malvagio e anzi pronto a far emergere il suo lato eroico, si ritrova senza volerlo intrappolato all'interno di un intrigo ben più grande di lui. Costretto a imprese disperate pur di scagionare se stesso, dimostrare la propria innocenza e impedire che si verifichi qualcosa di terribile. Mutatis mutandis, a impersonare il Cary Grant della situazione in Bastille Day è Richard Madden, che dopo aver prestato il volto al Robb Stark de Il trono di spade e al Principe Azzurro di Cenerentola si cala nei panni di Michael Mason, simpatico bad boy dalla mano lesta. Al suo fianco, in un bizzarro tentativo di revival dei classici buddy movie hollywoodiani degli anni Ottanta e Novanta, il Luther televisivo Idris Elba, che fra corse spericolate sui tetti di Parigi e altre gesta sovrumane sembra fare le prove generali in vista di unna candidatura a prossimo 007.
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Il Michael Mason dello scozzese Richard Madden e l'agente della CIA Sean Briar dell'inglese Idris Elba sono due statunitensi che, nel teatro della totale incompetenza delle autorità francesi, devono fronteggiare un misterioso gruppo terroristico artefice di un attentato in piena Parigi, cercando al contempo di scoprire quali sono le vere motivazioni dei loro avversari. È questo, in sintesi, il materiale narrativo di Bastille Day, co-produzione fra Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna che vede al timone di regia James Watkins, al suo ritorno dietro la macchina da presa a ben quattro anni di distanza dal discreto ma sopravvalutato horror gotico The Woman in Black, con Daniel Radcliffe, enorme successo al box office britannico. E rispetto al suo precedente lavoro, Bastille Day segna purtroppo non solo un notevole passo indietro (Watkins se la cava decisamente meglio con l'horror che non con l'action movie), ma anche e soprattutto un clamoroso passo falso.
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Caccia al ladro all'ombra della Bastiglia
Impossibile, infatti, prendere sul serio un film in cui le ambizioni da thriller con richiami all'attualità, dal terrorismo nelle grandi città europee alle tensioni sociali prossime a sfociare in manifestazioni e sommosse, si infrangono contro le elevatissime richieste per una sospensione dell'incredulità: non tanto per la natura implausibile di certe sequenze d'azione (a partire da una corsa sui tetti degna di Batman e Spider-Man), quanto per la macchinosità e l'inconsistenza del "piano diabolico" che funge da motore della trama, con tanto di corredo di cliché del caso (inclusi i famigerati supporti informatici capaci di risucchiare in pochi secondi l'equivalente del PIL di mezza Francia). La costruzione del racconto, pur nella sostanziale semplicità del suo schema di base (la necessaria allenza fra inseguito e inseguitore), si inceppa su battute e retroscena un po' ridicoli, la comprimaria femminile Charlotte Le Bon (The Walk) mostra ben poco spessore, mentre la povera Kelly Reilly (True Detective) viene liquidata sbrigativamente senza che le sia concesso molto da fare.
Il resto, per quanto possa intrattenere gli appassionati del genere action (ma soltanto loro), si limita a riesumare senza troppa convinzione gli stilemi di un cinema ben noto, senza però alcuna speranza di avvicinarsi a modelli quali Trappola di cristallo o Arma letale, mentre in tutta la parte conclusiva - con tanto di moderna "presa della Bastiglia" - la tensione non regge e si scioglie in un imbarazzante controfinale. E se Richard Madden, con tanto di felpa e cappuccio stile Mr. Robot, dopo le prime tre stagioni della serie fantasy della HBO continua a mostrare segni di fatica nell'emanciparsi dalla figura del valoroso primogenito della dinastia Stark (dai tempi dell'abbandono di Grande Inverno, la sua filmografia non si è arricchita più di tanto), per Idris Elba, di rado così poco espressivo, Bastille Day rappresenta uno di quei progetti nati sotto una cattiva stella e di cui un attore del suo calibro potrebbe fare tranquillamente a meno.
Movieplayer.it
2.0/5