Bargain, la recensione: la serie coreana che sfida Squid Game su Paramount+

La recensione di Bargain - Trattativa mortale, la nuova serie sudcoreana vincitrice a Canneseries e disponibile dal 5 ottobre su Paramount+, in cui la denuncia di un mondo distopico senza freni viene bruscamente interrotta da un cataclisma naturale.

Bargain, la recensione: la serie coreana che sfida Squid Game su Paramount+

C'è un nuovo Squid Game in città. Potremmo iniziare così la recensione di Bargain - Trattativa mortale, il nuovo k-drama coreano pronto a far impazzire gli abbonati di Paramount+ dal 5 ottobre. La serie, presentata in anteprima a Canneseries, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, oltre che a Toronto e al Seriencamp di Colonia, dove è stata insignita del Critics' Choice Award, si merita tutti i riconoscimenti ricevuti perché è prima di tutto la scrittura a colpire di questo nuovo prodotto audiovisivo, insieme alla regia e ad alcune scelte stilistiche. Può sembrare un azzardo l'affermazione con cui abbiamo iniziato la nostra recensione, ma è una provocazione voluta per far capire come tutte le piattaforme bene o male cerchino di replicare un successo di tale portata come è stato Squid Game nell'oramai "lontano" 2021. Eppure qui sembrano esserci riusciti, vediamo perché.

Denuncia sociale

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Bargain: una foto di scena

Non è semplice presentare la trama di Bargain - Trattativa mortale senza fare spoiler: la serie thriller sudcoreana inizia come un incontro sessuale in un motel sperduto tra una prostituta poco più che adolescente e un signore di mezza età ben piazzato, similmente alla recente Mask Girl su Netflix. Proprio come quest'ultima, però, ben presto si trasforma in qualcos'altro discendendo sempre più nell'abisso. Quella che sembrava una denuncia sociale di un certo tipo di operazione illegale diventa la denuncia di un altro genere di attività contro la legge: il traffico di organi umani, in cui gli uomini in questi incontri divengono vittime a loro volta e vengono venduti all'asta al miglior offerente. C'è una tale lucida crudeltà in ciò che viene mostrato allo spettatore, che non lascia spazio all'interpretazione e che colpisce come un pugno forte nello stomaco, venendoci mostrato come fosse una nuova normalità. Questo grazie alla scrittura ferocemente tragicomica di Choi Byeong-yun e Kwak Jae-min, con alle spalle la produzione dello showrunner e creatore Byun Seungmin e da Bang Jin Ho. Altrettanto presto, il serial cambia ulteriormente pelle e diventa un survival drama.

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Lotta per la sopravvivenza

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Bargain: una scena

La lotta per la sopravvivenza di Bargain nasce a causa di un improvviso terremoto - quindi un fattore apparentemente esterno ma mostrato in modo altrettanto realistico e crudo - che colpisce proprio quel motel e, sempre apparentemente, tutta la zona circostante. A questo punto inizia un vero e proprio survival drama a livelli - proprio come Squid Game e come un videogioco distopico - che in questo caso sono rappresentati dai piani del motel poiché per uscire fuori e salvarsi bisogna riuscire a percorrerli tutti, dal basso verso l'alto, verso la luce che si intravede da fuori le rovine. Un percorso pieno di ostacoli fisici: non solo i succitati resti del crollo, ma anche tutti i malviventi parte dell'organizzazione clandestina che popolano il motel, insieme agli avventori.

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Bargain: una scena del primo episodio della serie

Il k-drama è un adattamento dell'omonimo corto pluripremiato del 2015 diretto da Lee Chung-hyun. Il regista e scrittore Jeon Woo-sung, che faceva parte del team di produzione del corto, ha ripreso la storia e l'ha sviluppata lungo sei episodi, della durata di mezz'ora circa ciascuno per mantenere saldo il ritmo e allo stesso tempo per colorarlo di una satira e un cinismo comico di fondo che potrebbe lasciare interdetti ma che risulta assolutamente geniale. Un modo per ricordarci come di fronte ad una situazione di alto pericolo vengano fuori gli istinti di sopravvivenza più biechi e animali da parte dell'umanità, che pensa solamente a se stessa e al proprio tornaconto. Trafficanti e clienti sono pronti a lottare per l'ultimo organo rimasto. Si ritrovano prigionieri dell'albergo così come lo erano delle proprie vite, che ci vengono raccontate man mano.

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Horror videoludico da camera

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Bargain: un frame della serie

A colpire accanto alla scrittura schietta e che non fa sconti a nessuno, è la scelta di regia. Si è scelto di optare per una serie di (finti) piani sequenza estremamente coinvolgenti che tengono incollati allo schermo e fanno aumentare la suspense e l'ansia allo spettatore, che si ritrova a provare una sensazione claustrofobica quasi costante insieme ai protagonisti. Personaggi di uno spettacolo messo in scena quasi fossimo su un palco teatrale, pieno di sangue e azioni deprecabili, capitanati dagli interpreti Jin Sun-kyu (Extreme Job), Jun Jong-seo (La Casa di Carta: Corea) e Chang Ryul (My Name). Un trio che funziona e che proporrà svariati colpi di scena, nelle dinamiche tra di loro e in quelle con gli altri ospiti del motel, che si ritrovano coinvolti loro malgrado in questa Apocalisse.

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Bargain: un momento della serie

Proprio perché avviene tutto tra le mura dell'edificio, i personaggi non sanno cosa stia accadendo nel mondo esterno, millantando però che "tanto è tutto il mondo a cadere a pezzi", denunciando quindi la condizione in cui versa il nostro Pianeta, anche relativa alla crisi del cambiamento climatico, che è oramai giunto ad un punto di non ritorno, proprio come l'umanità. È interessante che questo prodotto arrivi proprio dopo la pandemia globale che negli ultimi anni ha colpito tutti, senza voler però dare un messaggio di speranza ma tutto il contrario. Un (video)gioco al massacro da cui difficilmente qualcuno riuscirà a salvarsi e che porterà a chiedersi: per quale mondo effettivamente scegliamo di sopravvivere?

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Bargain confermando come si tratti di un nuovo k-drama assolutamente sorprendente e che crea "dipendenza da visione" portando grande curiosità nello spettatore su ciò che accade nei suoi sei episodi. Un racconto ritmato, sincopato e senza sconti che denuncia non solo i traffici illegali che perpetrano la nostra società ma soprattutto l'umanità senza vergogna che appare nel momento del bisogno, in cui la speranza fa spazio all'egoismo, alla prevaricazione sull'altro e alla partita che ha in palio la vita umana. Una scrittura cruda e una regia in piano sequenza contribuiscono ad acuire l'atmosfera thriller-horror della storia raccontata insieme ad un effetto claustrofobico dato dalle scenografie polverose e chiuse.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Il soggetto di base è geniale.
  • I plot twist continui che arricchiscono la narrazione.
  • L'idea dei piani sequenza e la sceneggiatura schietta e cruda come gli argomenti trattati.
  • Il cast funziona.

Cosa non va

  • L'aspetto tragicomico potrebbe far storcere il naso a qualcuno.
  • È una serie dura da digerire per l’orrore dell’umanità che mette in scena.