Bagman, la recensione: un horror come tanti altri

Al centro del film di Colm McCarthy, un uomo che insieme a moglie e figlio piccolo fa ritorno nella casa di famiglia, risvegliando un antico babau appartenente al periodo della sua infanzia. Al cinema.

Un'immagine promozionale di Bagman

Quando si ritrova ad affrontare problemi economici per via di un progetto andato per il verso sbagliato, Patrick McKee deve far ritorno nella sua casa d'infanzia, in compagnia della moglie Karina e del figlioletto Jake. L'uomo comincia a lavorare per il fratello Liam nella segheria di proprietà e la situazione sembra progressivamente sistemarsi.

Bagman Sam Claflin
Sam Claflin alle prese con Bagman

Ma ben presto la ritrovata serenità viene scossa da una serie di eventi via via sempre più inquietanti, apparentemente legati al misterioso passato del protagonista. Protagonista che comincia a sentire strani rumori durante le ore notturne, fino a quando non si convince che qualcuno sia entrato nella loro casa. Ma di prove concrete non ce ne sono e lo sceriffo brancola nel buio; Patrick allora comprende come le persone a lui care siano in pericolo e che una mostruosa entità conosciuta come Bagman sia ricomparsa dopo lungo tempo, pronta a tormentarlo come quando era bambino...

Bagman: non aprite quella borsa

Bagman Immagine
Una scena inquietante di Bagman

Da non confondere con l'omonimo titolo del 2019, che vedeva protagonista un uomo che uccideva chi non riciclava correttamente la plastica, Bagman di Colm McCarthy è uno di quegli horror fatti con lo stampino, recuperante archetipi classici del filone per dar via ad un'operazione più o meno organica, ma del tutto impersonale.

Troviamo infatti una casa unifamiliare tipica delle comunità di provincia a stelle e strisce, una maledizione che aleggia sui proprietari di quelle quattro mura e un villain dalle origini avvolte nell'oblio: voilà il gioco è fatto, per una canonica ora e mezzo di prevedibili spaventi. Difficile comprendere il range di pubblico al quale si rivolge: per gli spettatori casual i jump-scare o le situazioni di terrore puro sono ridotti al minimo sindacale, mentre gli appassionati difficilmente apprezzeranno la banalità di certe soluzioni narrative.

L'occhio vuole la sua parte

Bagman Sam Claflin Antonia Thomas Scena
Una scena del film

Se la sceneggiatura e il relativo comparto tensivo lasciano a desiderare, almeno dal punto di vista della rappresentazione estetica il film può contare sulla discreta messa in scena, con la regia di McCarthy - che ricordiamo soprattutto per il sottovalutato zombie-movie La ragazza che sapeva troppo - che offre almeno un paio di sequenze suggestive. Allo stesso modo il finale, pur prevedibile nei risvolti, sfrutta al meglio la buia location prescelta, lasciando inoltre aperte le porte per un futuro sequel, ad oggi in ogni caso difficilmente ipotizzabile.

Idonee anche le scelte di casting, con Sam Claflin che si cala con solidità nelle vesti del protagonista e Antonia Thomas in quelle della moglie, al punto che viene istintivo identificarsi con questa malcapitata famigliola alle prese con un incubo di origine sovrannaturale: non sono insomma, come spesso accade, mera carne da macello per il babau di turno, ma bensì figure vive e relativamente credibili.

Visto uno, visto tutti?

Bagman Mostro
Bagman: una terrificante immagine del mostro

I discreti effetti speciali, alcuni pratici, e un villain senza infamia e senza lode dal punto di vista della caratterizzazione e dell'origin story, completano un quadro generale che, con un pizzico di impegno in più a livello di sceneggiatura e gestione della suspense avrebbe potuto guadagnarsi una piccola ribalta nel filone sempre più affollato. E invece a conti fatti Bagman altro non è che un horror come tanti altri, tranquillamente skippabile in quando non racconta nulla di effettivamente nuovo.

Negli anni Novanta / inizio Duemila sarebbe stato il classico film da provare una volta trovato nel cestone delle offerte, ma oggi con la concorrenza sempre più agguerrita e l'universo streaming che offre infinite possibilità di visione, il senso di operazioni come queste è sempre meno. E difficilmente la figura di Bagman avrà altre opportunità per tornare a tormentare il pubblico, avviandosi con molta probabilità verso un posto nel dimenticatoio insieme a tanti altri "colleghi" più o meno famosi.

Conclusioni

Il protagonista di Bagman vede la sua famiglia minacciata da qualcosa che era rimasto sepolto nella sua infanzia, con cui sperava di aver chiuso i conti per sempre. Ma quando il figlioletto si ritrova in grave pericolo, dovrà riaprire quella porta e affrontare la sua peggiore paura. Un horror discretamente messo in scena e con buone interpretazioni, che soffre di una sceneggiatura davvero basilare, incapace di ricreare la giusta dose di mistero e pronta ad abusare di soluzioni derivative: lampioni e luci che saltano, vasche da bagno, armadi quali improvvisati rifugi e via dicendo appartengono a un immaginario di genere fin troppo stereotipato.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Buone interpretazioni del cast.
  • Regia più che discreta.

Cosa non va

  • Sceneggiatura poco originale e priva di sorprese.
  • Paura e tensione ai minimi.