Tra i pesi massimi del cinema europeo contemporaneo, il regista rumeno Radu Jude è un habitué della Berlinale, che quest'anno si tiene in forma ibrida: online per stampa e professionisti nella prima settimana di marzo, e in presenza per il pubblico a giugno (emergenza sanitaria permettendo). Jude fa parte dei cineasti selezionati nel Concorso principale per l'edizione 2021, con un film il cui titolo è già tutto un programma: Bad Luck Banging or Loony Porn, una graffiante satira la cui premessa ricorda un recente fatto di cronaca italiano (e non solo), poiché la protagonista è un'insegnante che si ritrova vittima di una gogna mediatica quando un video di lei in intimità con il compagno finisce in rete (e un personaggio tira anche in ballo il famigerato Bunga Bunga). Tale video costituisce la sequenza d'apertura, molto esplicita, e nel corso della conferenza stampa virtuale Jude ha evocato la possibilità di censure: "A me non sembra estremo, è un banalissimo porno come se ne trovano a iosa su internet, almeno in Europa. Mi è stato fatto presente che potrebbero censurarlo in televisione, e a quel punto la mia idea sarebbe farmi dare il timecode esatto, oscurarlo con uno schermo nero con su scritto 'censurato da X' e il nome del sito dove si potrà vedere la sequenza integra."
Una storia pandemica
Bad Luck Banging or Loony Porn è stato completato durante la pandemia, e le mascherine e il distanziamento sono parte integrante della terza parte del film, quella che mette a nudo l'ipocrisia della società. Spiega Radu Jude: "Alla fine del primo lockdown abbiamo dovuto decidere se finire il film il più in fretta possibile, oppure aspettare la fine della pandemia, che poi non è arrivata. Sono contento che si sia scelta la prima opzione." L'attrice Katia Pascariu concorda: "Non riesco nemmeno a immaginare una versione del film senza il contesto pandemico." Cosa ha spinto la protagonista ad accettare il ruolo dell'insegnante? "Volevo lavorare con Radu, e mi è piaciuta la sceneggiatura. Mi sono riconosciuta in alcune delle tematiche trattate, che ho in parte affrontato anche a teatro, e l'esperienza non mi ha deluso." Il regista spiega invece la genesi del progetto: "Sapevo di casi simili nella stampa locale, e anche in altri paesi, come ad esempio la Spagna e la Croazia. Ma l'ispirazione vera e propria è nata da dibattiti accesi con amici su questi temi. Non volevo fare un film moralista, con un giudizio secco." Da cui il divertente escamotage che prevede tre finali diversi, proposti uno dopo l'altro.
Performance "mascherate"
Com'è stato lavorare sul set con le regole di distanziamento e altri protocolli sanitari? Risponde Jude: "Ho fatto il simpatico con gli attori, dicendo che con la mascherina recitavano meglio. Non l'hanno presa benissimo." Katia Pascariu risponde invece a una domanda sul rapporto tra sesso e politica: perché il primo argomento conduce spesso al secondo? "Questo non accade solo in Romania", dice l'attrice. "Direi che è una questione universale, è un argomento patriarcale, e il corpo femminile in tal senso è politico. È anche una questione di controllo: del proprio corpo, della propria sessualità, e per estensione dell'intero paese." Aggiunge il regista: "C'è anche una componente storica legata alla pornografia nel nostro paese, per anni era illegale, ricordo che da ragazzino, con gli amici, dovevo ricorrere a modalità clandestine. Poi negli anni Novanta c'è stato il cambiamento, e il titolo rumeno del film allude parzialmente a questo, c'è un omaggio al nome di una rivista porno dell'epoca."
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