Per misurare il grado di Back in Action vi riportiamo un esempio eclatante: Jamie Foxx, mentre Cameron Diaz è al volante, sfrecciando tra automobili, riesce a far saltare per aria una macchina gettando dentro l'abitacolo una bottiglia di Coca-Cola riempita di Mentos. A memoria, una scena tanto assurda quanto inconfondibile, e riprova di quanto il regista, Seth Gordon, le abbia tentate tutte per districare il film dal solito approccio standardizzato di certi prodotti Netflix (scritti seguendo il famigerato algoritmo).
E lo scriviamo subito: sarà l'alchimia tra i protagonisti, saranno le scene action - ben girate e, ripetiamo, il meno banali possibile - ma Back in Action si dimostra un'action comedy abbastanza riuscita, e misurata secondo lo schema streaming di un pubblico casalingo. Né più, né meno.
Back in Action: tornare in azione
Nemmeno a dirlo, lo script di Back in Action, firmato da Gordon insieme a Brendan O'Brien, scorre via senza intoppi, nella sua prevedibile lettura. Colpi di scena compresi. La trama gira attorno ad Emily e Matt (interpretati appunto da Cameron Diaz e Jamie Foxx) che, abbandonata la vita da agenti della CIA, mettono su famiglia. Peccato che, come spesso accade, il passato torni a bussare (anzi, a sparare) alla loro porta.
Portando con loro i propri figli - in età pre-adolescenziale, e quindi la sfida si fa impossibile - Emily e Matt perdono la loro copertura, venendo nuovamente trascinati in una missione ad alto rischio. Che, però, rinsalderà il legame famigliare.
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La simpatia di Cameron Diaz e Jamie Foxx
Back in Action, essenzialmente, gioca su una domanda: cosa accadrebbe se una spia avesse un figlio? Da qui in poi, pensando già ad un possibile sequel, il film alterna azione e umorismo in quasi due ore, portando a favore di camera sia Foxx che Diaz (a cui si aggiunge un gruppo di co-protagonisti niente male: da Andrew Scott a Glenn Close e Kyle Chandler). Non c'è dubbio che il maggior punto attrattivo di Back in Action siano proprio i due protagonisti. Tra l'altro, con un titolo profetico, la pellicola riporta in azione Cameron Diaz a dieci anni (!) dall'ultimo film (era Annie - La felicità è contagiosa, e nel cast c'era anche l'amico Foxx). Insomma, potrebbe bastare (e avanzare) questo per rendere l'opera passabile di visione, senza ragionare in termini di originalità narrativa, né in termini di rilevanza cinematografica.
Ammiccando a Jason Bourne e Mr. and Mrs. Smith, Gordon corre sul doppio binario action a prova di utenti (distratti): le sequenze più movimentate sono enfatizzate dai soliti brani occasionali tipici dei prodotti Netflix (citiamo At Last di Etta James e Papa's Got a Brand New Bag di James Brown), riempiendo poi la sottotraccia con una narrazione che illumina le incomunicabilità peculiari della famiglia moderna, nonché divenendo il collante degli eventi, più o meno (ma soprattutto più) telefonati. Tuttavia, se messo a paragone con altri titoli similari, Back in Action ha, dalla sua, una certa simpatia che lo rende godibile. E per questa volta, ce lo facciamo bastare.
Conclusioni
Il ritorno di Cameron Diaz in un film d'azione che punta alla simpatia. Carta vincente, insieme al cast e a diverse intuizioni sceniche particolarmente divertenti. Una visione piacevole, al netto di una pur palese prevedibilità, frutto di uno schema narrativo ben rodato dalle operazioni streaming Netflix.
Perché ci piace
- La presenza di Cameron Diaz.
- Dieverse scene action azzeccate.
- L'alchimia tra i protagonisti.
Cosa non va
- Niente di originale, anzi.
- Troppo lungo.