Away, la recensione: Hilary Swank alla conquista dello spazio

Away, nuova serie Netflix, si conferma un prodotto di qualità che si inserisce in una dinamica di genere, come sottolinea la nostra recensione, donandoci al tempo stesso uno sguardo inedito sullo spazio grazie alla performance di Hilary Swank.

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Away: un primo piano di Hilary Swank

Marte è un sogno a misura d'uomo, anzi, di donna, come sottolinea questa recensione di Away, serie Netflix che mescola fantascienza classica, riflessioni su famiglia, sacrificio e senso del dovere e istanze femministe. Per Hilary Swank, protagonista dello show, più che di femminismo si parla di "normalizzazione" del rapporto tra sessi e mondo del lavoro. Il suo personaggio, Emma Green, è un'astronauta che ha alle spalle una strabiliante carriera nella NASA costruita nonostante una gravidanza imprevista e una famiglia da accudire. Pur non dimenticando mai il suo essere moglie e madre, Emma Green è anche il comandante della più ambiziosa missione spaziale internazionale mai messa in piedi e si troverà a fronteggiare enormi difficoltà nel tentativo di portare a termine il compito affidatole.

Oltre a essere una delle più riuscite serie tv a tema fantascientifico viste da tempo, Away, in arrivo su Netflix dal 4 settembre, si distingue proprio per l'equilibrio con cui il creatore Andrew Hinderaker e la showrunner Jessica Goldberg affrontano la parabola di Emma Green, comandante di un equipaggio internazionale che ha il compito di posare il piede per la prima volta sul suolo di Marte. Le grane che Emma si trova ad affrontare nel corso della missione - conquistare la fiducia dell'equipaggio, risolvere i problemi tecnici che si presentano a bordo della nave spaziale, prendere decisioni in condizioni di stress estremo - sono gli stessi di qualunque uomo nel suo ruolo. È bello vedere all'opera una protagonista in una posizione di comando ottenuta solo in virtù delle proprie capacità in un mondo (fictional) in cui le prerogative femminili sono un valore aggiunto alla persona senza, però, definirla né rappresentare un ostacolo alla sua realizzazione.

Una famiglia così lontana, così vicina

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Away: Hillary Swank, Josh Charles e Talitha Bateman in una scena

Con due Oscar alle spalle conquistati con personaggi borderline, Hilary Swank ha dimostrato di sentirsi a suo agio in ruoli di donne forti, impegnativi anche dal punto di vista fisico. Away non fa eccezione, ma al di là delle suggestioni legate alla condizione degli astronauti nello spazio - la gravità zero - la Swank torna a esprimersi al meglio in un ruolo ben scritto, coerente ed emotivamente complesso. Uno dei punti di forza che caratterizzano Away è proprio il realismo con cui la missione spaziale viene raccontata fin dalla fase di preparazione. Dai problemi tecnici al funzionamento della nave, dai tempi del viaggio alle condizioni a cui gli astronauti sono sottoposti, Away descrive ambienti e situazioni curando il singolo dettaglio, dando l'impressione di avere alle spalle una solida base scientifica.

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Away: Hilary Swank con Ato Essandoh e Ray Panthaki

Ambientata, nel presente, o in futuro molto vicino, Away è composta da 10 puntate e racconta la missione spaziale di Emma Green e del suo equipaggio composto da 4 astronauti - tre uomini e una donna - provenienti da Cina, Russia, Inghilterra e India. Lo show alterna il racconto del viaggio nello spazio di Emma e del suo equipaggio con gli eventi che accadono sulla Terra, dove sono rimasti il marito di Emma (Josh Charles), ingegnere in forza alla NASA, e la figlia adolescente Alexis (Talitha Bateman). L'astronauta si trova a un bivio, costretta a perseguire la missione per cui si è preparata per tutta la vita proprio nel momento in cui la sua famiglia ha più bisogno di lei. Man mano che la serie procede ed Emma si avvicina sempre di più a realizzare il suo sogno, al tempo stesso si allontana dalla famiglia. Intorno a questa dialettica tra prossimità e distanza, agli sforzi di questa madre che fa di tutto per essere presente nella vita dei suoi cari usando la tecnologia più sofisticata a disposizione, si condensa il nucleo emotivo della storia.

Le dinamiche della narrazione

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Away: l'equipaggio al completo

Emma Green ama la propria famiglia e ama il proprio lavoro. I risultati che ottiene e il senso del dovere che ne guida le scelte controbilanciano il senso di colpa che prova per essersi allontanata dai propri cari. Questo groviglio di sentimenti viene reso con delicatezza da Hilary Swank, che mette in scena la problematicità e le contraddizioni di un personaggio intrinsecamente moderno. Ad arricchire lo show, vi sono, inoltre le sue interazioni con i quattro membri dell'equipaggio che Emma deve guidare con autorevolezza, conquistandone la fiducia.

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Away: una scena della serie tv ambientata alla NASA

A interpretarli troviamo Mark Ivanir nel ruolo del veterano russo Misha, di grande esperienza, ma con problemi di salute che potrebbero mettere a rischio la missione, Vivian Wu interpreta Lu, astronauta cinese gelida e scostante costretta a nascondere segreti che riguardano il suo privato, Ato Essandoh, già visto in Django Unchained, è Kwesi, novellino dello spazio esperto di botanica e dotato di una profonda fede religiosa, mentre Ray Panthaki interpreta Ram, il medico del team nonché la personalità più naif. Il passato di ogni personaggio viene esplorato in un episodio a lui dedicato con l'aiuto di rapidi flashback che arricchiscono il racconto senza mai appesantirlo. Man mano che la missione procede, la narrazione delle singole individualità lascia il posto alle gesta del gruppo, sempre più coeso nell'affrontare la missione spaziale.

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Quando il sentimento ruba spazio all'azione

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Away: Hilary Swank con indosso la tuta da astronauta

Away è l'ennesima conferma della politica di Netflix che punta a diversificare al massimo l'offerta con prodotti di qualità medio-alta. Aderendo a un genere ben definito, lo show si rivolge agli amanti della fantascienza classica, ma anche ai fan di Hilary Swank e a chi ama vedere la messa in scena di storie familiari e sentimenti profondi. Da questo punto di vista, Away risulta spesso più sbilanciata su quest'ultimo tema. La componente action legata all'ambientazione spaziale ci regala poche emozionanti sequenze nei primi episodi, molto suggestive a livello visivo, per poi lasciare spazio alla dimensione introspettiva.

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Away: Vivian Wu e Ray Panthaki in una scena

Gli ultimi episodi dello show, preludio al finale, risultano anche i più confusi e l'ottima recitazione di tutti i membri del cast non riesce a mascherare sbavature e incertezze nella scrittura (a farne le spese è soprattutto il personaggio di Ram, più ondivago rispetto al resto del team). Da questo punto di vista la parte più solida risulta essere quella ambientata sulla Terra, che gode del prezioso contributo di Josh Charles, ma ci pensa un guizzo nel finale dello show a far dimenticare le incertezze offrendoci l'ennesima rivincita di cui abbiamo bisogno oggi più che mai.

Conclusioni

Come sottolinea la recensione di Away, la serie interpretata da Hilary Swank consolida la tradizione di genere della piattaforma streaming raccontando, al tempo stesso, la storia di un personaggio intrinsecamente moderno, una donna e un'astronauta impegnata a barcamenarsi tra lavoro e famiglia che sogna di mettere piene per la prima volta nella storia dell'uomo su Marte. Nel corso dei 10 episodi si racconta la sua leadership a capo di una spedizione spaziale, e in parallelo, le vicende dei familiari che ne seguono le gesta da casa. Fantascienza introspettiva al femminile toccante e spettacolare.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Hilary Swank è un'attrice di livello che, dopo due Oscar, non ha più ottenuto parti che ne mettessero in evidenza le doti.
  • La serie è confezionata con cura e bel recitata da tutto il cast.
  • Non mancano le sequenze spettacolari ambientate nello spazio.
  • Le dinamiche tra i personaggi sono appassionanti e ben approfondite.

Cosa non va

  • Man mano che la narrazione avanza, la scrittura della storia ambientata sulla nave spaziale si fa più confusa a fronte della solidità del racconto terreno.
  • Il personaggio di Ram è il meno focalizzato.
  • La dimensione action viene sacrificata a scapito di quella introspettiva