As Bestas, recensione: dell'amore e dell'odio secondo Rodrigo Sorogoyen

La recensione di As Bestas - la terra della discordia, il bellissimo western rurale di Rodrigo Sorogoyen che indaga l'animo umano e si rivela una storia d'amore. In sala.

As Bestas, recensione: dell'amore e dell'odio secondo Rodrigo Sorogoyen

In Galizia, d'estate, c'è una festa che ha il sapore di un antico rituale. È la "rapas das bestas": ai cavalli selvaggi vengono rasate a mano le criniere prima di marchiarli. Quell'"a mano" non comprende soltanto il momento dell'utilizzo delle cesoie. Gli animali vengono letteralmente placcati da due o tre uomini, in modo da essere immobilizzati. È così che si apre il nuovo film di Rodrigo Sorogoyen, presentato fuori concorso a Cannes 2022, con una profezia. Ci sbilanciamo in questa recensione di As bestas - la terra della discordia: il regista spagnolo è uno dei più grandi talenti del cinema contemporaneo.

Siamo in Spagna, in un paesino in mezzo ai monti. Una coppia francese, Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs), ha lasciato la vita di città per ristrutturare case ormai abbandonate, in modo da mettere in piedi un agriturismo con cui attirare nuovi abitanti nella zona. Applicano un'agricoltura sostenibile, che rispetta i ritmi della terra. Proprio in nome dell'amore per la natura hanno rifiutato denaro da una compagnia che vuole installare proprio lì delle pale eoliche. Questo fatto non viene per nulla accettato dai loro vicini di casa, i fratelli Xan e Loren Anta (Luis Zahera e Diego Anido), che su quei soldi ci contavano, per scappare da questo posto sperduto da cui non sono mai usciti.

Il rancore degli Anta si fa sempre più forte: prima le frecciatine nel bar del paese, poi l'irruzione nella proprietà dei francesi: quella che inizialmente sembra una incomprensione inconciliabile tra due modi diversi di vedere il mondo diventa un'escalation di violenza sempre più inquietante. Scritto da Rodrigo Sorogoyen insieme a Isabel Peña, As bestas, presentato fuori concorso a Cannes 2022, è ispirato in parte a una storia vera, un fatto di cronaca che ha colpito gli autori. Da western rurale, il film, nelle sale italiane dal 13 aprile, si trasforma inaspettatamente in una grande storia d'amore dal significato più ampio.

As Bestas: il "De rerum natura" di Rodrigo Sorogoyen

È un thriller tesissimo As bestas, che si trasforma presto in una vera e propria caccia all'uomo. È un film con una caratteristica che appartiene soltanto ai grandi autori: tiene incollati allo schermo anche quando sembra che non stia succedendo nulla. Costruito minuziosamente, seguendo i ritmi del cambio delle stagioni (è stato girato davvero in tre momenti diversi, in modo da poter sfruttare i mutamenti di clima e paesaggio), la pellicola è permeata da un'angoscia che diventa sempre più insostenibile. La convivenza tra queste persone così diverse sembra impossibile.

L'enorme pregio della sceneggiatura è mostrare le ragioni di tutti. Se i fratelli Anta, bravissimi gli attori Zahera e Anido, sembrano dei cattivi in piena regola, gli autori, con la cura di un entomologo, ci mostrano perché pensano e agiscono così. Hanno paura di tutto ciò che estraneo, ma allo stesso tempo rimpiangono di non aver mai visto altro che quella terra esigente e sfibrante. Rimpiangono di non avere una famiglia propria, di non conoscere tutto ciò che sa il "francesino", come lo chiamano loro.

Dalla sua Antoine (Denis Ménochet, che forse ricordate per la scena iniziale di Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino) è istruito, ha avuto molte più possibilità: lui, che è arrivato lì per scelta e non per nascita, sa meglio di loro come sfruttare quei posti. Forse l'aspetto che più fa imbestialire Xan e Loren. Ma chi è davvero la bestia? L'uomo irrazionale, violento, che agisce guidato dall'istinto e dall'odio, o quello istruito, che però in qualche modo si sente migliore e non può fare a meno di scontrarsi con chi ritiene meno evoluto?

Nel dubbio, il film cambia improvvisamente pelle: As bestas è sorprendente non soltanto per l'occhio di Sorogoyen e la precisione della scrittura, ma anche per come sia formato quasi da due storie in una. A un certo punto quella che sembrava la presenza meno a fuoco della storia, Olga, si prende di prepotenza il centro della scena. Anche grazie all'interpretazione di Marina Foïs, forse la più brava di tutti in un cast notevole. Il suo approccio a quella situazione sembra inizialmente una scelta assurda, ma mano a mano capiamo che forse è proprio la sua la risposta più efficace a quell'odio e a quella violenza. Una risposta fatta d'amore, un grande amore. Che non è fatto di frasi zuccherose, o misurabile con qualcosa di materiale. No. È fatto di pazienza, di fede incrollabile, di sete di giustizia. La donna trova un suo equilibrio accanto agli aguzzini del marito e si mette alla ricerca della verità. Una risorsa che, sul lungo termine, è la bestia più forte e temibile di tutte.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di As bestas, il film di Rodrigo Sorogoyen, scritto insieme a Isabel Peña, è ispirato a un vero fatto di cronaca. Cambia pelle più volte, trasformandosi in un thriller, poi western e infine in una grande storia d'amore. Ben scritto, diretto e interpretato da un quartetto di attori formidabili, la pellicola indaga la natura umana con la precisione propria di un grande autore.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • La scrittura.
  • L'occhio di Rodrigo Sorogoyen.
  • Le interpretazione degli attori, tutti bravissimi.
  • La costruzione della tensione.

Cosa non va

  • Chi è abituato a ritmi sostenuti forse potrebbe farsi scoraggiare: aspettate, ne vale la pena.