Oliver Queen continua a gestire la sua doppia vita, badando al benessere di Starling City e dei suoi abitanti sia di giorno, come sindaco, che di notte, vestendo i panni di Freccia Verde. Aiutato ancora da Felicity, cerca di fare i conti con il dover lavorare sostanzialmente da solo, data l'assenza di Thea e Diggle.
E mentre riflette su come riorganizzare il Team Arrow, una nuova minaccia, umana ma non per questo meno temibile, si profila all'orizzonte...
Tabula rasa
C'è un senso di déjà vu che attraversa tutta la premiere della quinta stagione di Arrow, e non solo perché i famigerati flashback - destinati a lasciarci definitivamente al termine di questa annata - ci stanno conducendo gradualmente verso il punto in cui avevamo trovato Oliver Queen nel primissimo episodio (il che dà alle scene ambientate nel passato una raison d'être assente da anni, anche grazie alla presenza dello strepitoso villain russo Anatoli). È proprio un Oliver più vicino a quello della prima annata che vediamo in questa puntata: solo, disilluso, non più legato alla sua regola di non uccidere nessuno in seguito alla morte di Laurel, per la quale si sente in colpa. Da un lato, cercare di rimescolare le carte, pur tornando alle origini, è una decisione necessaria per evitare che lo show sprofondi nella ripetitività (e il fatto che per ora Thea e Diggle rimangano convinti della loro decisione di lasciare il Team Arrow è molto promettente da questo punto di vista); dall'altro, avere a che fare con un Oliver Queen che deve, per l'ennesima volta, imparare ad abbracciare gli ideali che lo avevano reso il protettore perfetto per la sua città sa tanto di minestra riscaldata, ma è anche vero che il protagonista, per come è stato definito sin dagli esordi della serie, ha un percorso evolutivo piuttosto limitato.
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Detto ciò, aver completamente accantonato - o almeno così sembra - la storia d'amore con Felicity è un segnale positivo, indice di una volontà di distaccarsi da quella fastidiosa abitudine delle serie CW che aveva reso molti passaggi della quarta stagione assai indigesta. E sebbene sia necessario aspettare ancora qualche episodio per sapere in che modo gli eventi di Arrow saranno influenzati dalle azioni di Barry Allen nel finale della seconda annata di The Flash, è lodevole la decisione di mostrarci - per ora, in ogni caso - un mondo sostanzialmente invariato, permettendo ad Oliver e i suoi amici di esistere più o meno per conto loro senza coinvolgere direttamente tutto l'universo DC (per quello ci sarà il consueto crossover pre-natalizio). La priorità viene data alla necessità di reinventare l'universo di Arrow, e in tal senso ci sono alcuni indizi narrativi - Curtis destinato finalmente a diventare Mr. Terrific - o recitativi - Paul Blackthorne che può esplorare nuove sfaccettature della personalità di Quentin Lance, ora solo ed alcolizzato - che promettono sviluppi interessanti. Resta solo da vedere se la stagione in sé sarà all'altezza di tali dichiarazioni d'intenti.
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"Promettimi che non sarò l'ultima Canary"
Ora possiamo ribadirlo (quasi) con certezza: la scelta di uccidere Laurel, per quanto mal gestita tramite cliffhanger e flashforward, è stata una buona idea per la prosecuzione dello show. Da un lato, l'assenza della prima ex di Oliver funge da ispirazione per l'arciere quando finalmente decide di tornare ad essere il vigilante di cui Starling ha bisogno, senza scivolare nelle vecchie abitudini. Inoltre, è una svolta positiva per l'attrice Katie Cassidy, qui presente come special guest star per un ultimo flashback intriso di ottimismo: è stato annunciato, infatti che lei fa parte di un gruppo - attualmente ristretto - di attori il cui contratto con la CW prevede uno statuto da regular cast member in tutte le serie DC (gli altri interpreti coinvolti nell'iniziativa sono John Barrowman, finalmente assente da Arrow, e Wentworth Miller). Una decisione vantaggiosa per Cassidy, che è sempre stata maggiormente a suo agio nelle altre serie anziché al fianco di Stephen Amell (soprattutto in The Flash, dove la presenza di mondi paralleli le consente di interpretare una versione "cattiva" di Laurel).
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Introducing Mr. Church
E mentre alcuni veterani della serie esplorano nuovi orizzonti nella famiglia CW, Oliver dovrà fare i conti con un nuovo avversario, forse l'ingrediente più appetibile per quanto concerne il potenziale della quinta stagione: Tobias Church, un criminale che, pur essendo privo di superpoteri, promette scintille anche solo per la sua determinazione nel dare del filo da torcere alla città in generale e a Freccia Verde in particolare. Ad accrescerne ulteriormente il fascino è senza dubbio il carisma del suo interprete, Chad L. Coleman, veterano di The Wire e The Walking Dead che si porta appresso la stessa intensità e lascia sperare che questa annata - la fine di un'era, per certi versi - possa restituire ad Arrow lo smalto perso negli ultimi due anni.
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3.0/5