Army of Thieves, la recensione: le origini di Ludwig Dieter nel prequel Netflix

La recensione di Army of Thieves, il film Netflix diretto da Matthias Schweighöfer, spinoff e prequel dello zombie movie di Zack Snyder, Army of the Dead.

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Army of Thieves: Matthias Schweighöfer in una sequenza

Iniziamo la nostra recensione di Army of Thieves partendo dalle informazioni basilari. Secondo film appartenente al nuovo universo condiviso di casa Netflix, creato da Zack Snyder in totale libertà creativa e iniziato con Army of the Dead, si tratta di un prequel ambientato sei anni prima il capitolo originale e si concentra su uno dei personaggi più cult lì mostrati. Stiamo parlando di Ludwig Dieter, il migliore scassinatore sulla piazza, capace di aprire, non senza risultare un po' eccentrico, la cassaforte del casinò di Las (Lost) Vegas. Non una cassaforte qualsiasi, bensì la Götterdämmerung, il Crepuscolo degli Dei, nome del capitolo finale della tetralogia de I Nibelunghi di Richard Wagner. Questa è la storia delle altre tre cassaforti, svaligiate - ovviamente - dal nostro Dieter.

L'origin story di un ladro

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Army of Thieves: Matthias Schweighöfer in una scena del film

Germania, sei anni prima degli eventi di Vegas. Prima di essere Ludwig, il mago dello scasso si chiamava Sebastian (Matthias Schweighöfer) e gestiva un non troppo riuscito canale Youtube in cui raccontava storie di leggendarie casseforti. Una di queste storie riguarda Hans Wagner, un fabbro che decise di dare tutto sé stesso nella costruzione di quattro inapribili forzieri, posti in diversi luoghi misteriosi del mondo. Quattro casseforti ispirate al ciclo de I Nibelunghi, l'opera di Richard Wagner, di cui portano il nome: la Rheingold, la Valchiria, la Sigfrid e la Götterdämmerung. Reclutato dalla misteriosa Gwendoline (Nathalie Emmanuel), Sebastian entrerà a far parte di una squadra composta da personalità eccezionali: la ladra (la sopracitata Gwen), l'hacker Korina, l'uomo d'azione Brad Cage e l'autista Rolph. Insieme, dopo aver scoperto l'ubicazione delle tre casseforti (la quarta è protagonista di Army of the Dead), decideranno di scassinarle e aprirle. Nel frattempo, un'epidemia zombie si propaga in America e l'agente dell'Interpol Delacroix, con la sua assistente Beatrix, cercherà di fermare il gruppo di ladri. Nel corso di quest'avventura, Sebastian vedrà la sua vita cambiare, scoprirà l'amore e acquisirà una nuova identità: Ludwig Dieter.

Un film stand-alone?

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Army of Thieves: Nathalie Emmanuel in un momento del film

Prequel di Army of the Dead che profuma di spin-off, relegando i collegamenti con il film principale a semplici easter egg e qualche sequenza che rischia persino di stonare all'interno della storia, Army of Thieves è un onesto heist movie, un film di rapine, che piacerà anche a chi non ha visto il film principale della saga. Mantiene un ritmo elevato, dimostrando a volte qualche intuizione visiva (come la maniera in cui vengono presentate le città in cui si svolge il racconto), senza esagerare in un virtuosismo fine a sé stesso. L'atmosfera che si respira è in continuità con quanto presente nel film di Zack Snyder, ma prendendosi ancora meno sul serio. Con uno spirito ironico e divertente, anche a scapito dell'originalità, Army of Thieves ha un solo obiettivo per il proprio pubblico: intrattenerlo. Per gran parte della durata ci riesce benissimo, mettendo in scena una sequenza di eventi senza respiro, anche se va detto che, a lungo andare nelle più di due ore di durata, qualche momento di stanchezza e ripetitività è presente. Come tassello narrativo aggiunto a un mosaico più grande dedicato all'Army-Universe, il film di Matthias Schweighöfer risulta più un film stand-alone, che tende a dare quel minimo di background maggiore al film principale invece che collegarsi direttamente.

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Un cast azzeccato

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Army of Thieves: Noemie Nakai, Jonathan Cohen in una scena

Matthias Schweighöfer, regista e attore principale del film, si tesse un personaggio di cui ha il controllo totale e che già si era fatto amare in Army of the Dead. Qui l'attore tedesco riesce a dare vita a un Sebastian semplicemente irresistibile nel suo sentirsi un pesce fuor d'acqua, un genio con forti problemi di socializzazione. Soprattutto nella prima parte di film, quando Sebastian dimostra tutta la sua ingenuità e la sua infantilità a dispetto degli "adulti" del gruppo, è impossibile non voler bene al personaggio e creare subito un legame empatico. Se il film si può definire riuscito è in gran parte grazie alla coppia di protagonisti su cui spicca una Nathalie Emmanuel davvero magnetica. Il resto della banda di ladri, a partire dal simpatico Guz Khan, con la fissazione dei panini, per passare a Ruby O. Fee e Stuart Martin non riesce, tuttavia, a stare al passo, funzionando molto di più nelle scene d'insieme che come personaggi singoli. Si tratta anche di uno dei grandi difetti del film. Non sempre il tono risulta coerente, passando facilmente dall'ironia e dalla banalizzazione sopra le righe (molti personaggi si comportano veramente da bambini in corpi da adulti) a un tentativo di seriosità che spesso si scontra con le intenzioni del racconto.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Army of Thieves rimane la sensazione di aver visto un film che cerca un divertimento senza pretese e che trova la sua giusta dimensione nel catalogo di Netflix. Grazie a un ritmo elevato, un cast azzeccato che funziona soprattutto nelle scene d’insieme, oltre che a un protagonista benvoluto e una co-protagonista magnetica, il film potrebbe piacere a un pubblico molto vasto, anche se permane la sensazione di un film chiuso in sé stesso rispetto all’universo condiviso. Una piccola postilla sul voto: data la natura stessa del film, che non vuole prendersi troppo sul serio (e questo crea alcuni scompensi di tono lungo una durata importante che mostra il fianco a qualche ripetitività), abbiamo deciso di premiare il gusto della visione e l’intrattenimento che ne deriva, anche se difficilmente il film si presta a rimanere ricordato nella memoria collettiva.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Il film mantiene un ritmo elevato.
  • I protagonisti: impossibile non voler bene a Sebastian e Gwen si dimostra un personaggio magnetico.
  • Il cast funziona soprattutto nelle scene d’insieme.
  • L’obiettivo di intrattenere a grado zero si può considerare raggiunto.

Cosa non va

  • Oltre all’intrattenimento, il film non offre molto altro.
  • Non sempre il tono, a cavallo tra serietà e farsa, funziona a dovere.
  • I collegamenti col film principale appaiono pretestuosi.