Si fa presto a dire prequel, in una delle pratiche narrative più infelici che sta prendendo piede ad Hollywood negli ultimi anni. Quando infatti non bastava più aggiungere un numero, 2 - 3 - 4 e così via per proseguire la vita di una saga, ecco che si è scelto di tornare progressivamente alle origini, con storie ambientate prima di titoli ultrafamosi. Non certo una soluzione innovativa, ma che recentemente è sempre più in voga nella speranza di attirare al botteghino - o nel mercato streaming - l'attenzione degli appassionati di suddetti franchise, classici o meno che siano.
Certo, affrontare un capolavoro dell'horror esoterico come Rosemary's Baby (1968) sembrava una sfida impegnativa fin da subito, una montagna impossibile da scalare anche per l'Ethan Hunt di Tom Cruise. E infatti Appartamento 7A, come scopriremo nelle prossime righe, è franato rovinosamente sulle proprie malcelate ambizioni.
Appartamento 7A: una storia rosso sangue
All'inizio del film conosciamo Terry Gionoffrio, una giovane ballerina originaria del Nebraska che si trova a New York in cerca di fortuna, nella speranza di realizzare il proprio sogno. Sogno che sembra infrangersi per sempre quando subisce una grave lesione alla caviglia durante una performance dello spettacolo Kiss Me, Kate a Broadway. Da quel momento diventa famigeratamente nota come "la ragazza che è caduta" e, sebbene non riesca più a esibirsi come prima, continua a fare audizioni per ottenere dei ruoli, pur senza successo. Dopo l'ennesimo tentativo fallito, decide di pedinare il noto produttore Alan Marchand, fino al suo appartamento, ma quando sta per andarsene è vittima di un malore e viene soccorso da un'anziana coppia di bizzarri coniugi, Minnie e Roman Castevet, che si prendono a cuore la sua vicenda e si offrono di darle una mano. Per la ragazza sarà soltanto l'inizio di un incubo nel quale scoprirà di essere una pedina in un subdolo e malefico piano, ramificato ai più alti livelli.
Uno sguardo nuovo che non convince
Dietro la macchina da presa non vi è naturalmente Roman Polanski, bensì quella Natalie Erika James che aveva esordito con il ben più riuscito, e sottovalutato, Relic (2020). E non è un caso che l'approccio sia tipicamente osservato da un punto di vista femminile, con i temi della violenza sessuale, dell'aborto e della maternità surrogata che prendono progressivamente il sopravvento su quell'anima horror, che sembra voler continuamente scimmiottare cotanto prototipo.
Ma anche solo cimentarsi in un confronto con l'originale era alquanto velleitario e proprio nella verve tipicamente di genere Appartamento 7A si sfalda progressivamente. Non bastano quei passaggi onirici e gratuitamente visionari per dar vita ad un'atmosfera degna di tal nome, così come le citazioni più o meno marcate e un paio di jump-scare che cercano di ravvivare un racconto altrimenti inesorabilmente monotono, incapace di reggersi sulle proprie gambe senza dover richiamare forzatamente l'originale.
Anche il termine prequel è alquanto generoso, in quanto la sceneggiatura si ricollega meccanicamente agli eventi che saranno a venire, limitandosi a una ciclica riproposizione di topoi e situazioni spaventose aventi a che fare con sette sataniche e misteri irrisolti. Julia Garner è attrice di talento e si impegna per rendere credibile il proprio personaggio, ma cade vittima di una caratterizzazione sin troppo schematica e approssimativa, pronta a veicolare obbligatoriamente un messaggio anche quando non strettamente necessario e a deviare la suspense su un discorso emancipatorio, stonante con le basi dell'assunto.
Un risultato fallimentare, che naufraga sotto il peso di aspettative altissime e paragoni da evitare, mancando nettamente il bersaglio. La ricerca di aggiornare un film leggendario per riproporre una nuova, ipotetica, mitologia alle nuove generazioni sembra fortunatamente morta sul nascere, con il fiacco terrore del satanasso a venire che va di pari passo con l'altrettanto annacquato, contemporaneo, prequel Omen - L'origine del presagio (2024) o con il discusso e controverso reboot de L'esorcista - Il credente (2023): segno che certi miti è forse il caso di lasciarli stare.
Conclusioni
Un'aspirante ballerina vede crollarle il mondo addosso in seguito ad un infortunio che rischia di compromettere la sua carriera. Una nuova occasione le viene data dopo l'incontro privato con un produttore di Broadway e con degli strani vicini, che cominciano a riservarle attenzioni sempre più morbose... Appartamento 7A altri non è che il prequel di Rosemary's Baby (1968), un prequel non richiesto e del quale non si sarebbe assolutamente sentita la mancanza. Paura e atmosfera ai minimi in una storia che si addentra in argomenti complessi e stratificati, ma qui messi in scena in maniera fin troppo superficiale, ricollegandosi forzatamente all'originale, tra citazioni e vecchie conoscenze. Julia Garner e Dianne Wiest spiccano in un cast altrimenti anonimo, mentre sceneggiatura e relativa messa in scena sfigurano impietosamente se paragonati all'originale, che qui sembra riciclato in una sorta di improbabile rimasticazione, ad uso e consumo del mercato streaming.
Perché ci piace
- Julia Garner si impegna in un ruolo non semplice.
Cosa non va
- Sceneggiatura che scimmiotta malamente, tra citazioni e personaggi, l'originale.
- Paura e tensione a basso ritmo.
- Alcuni temi complessi introdotti superficialmente.