Antonietta De Lillo da Open Roads, NY

La regista napoletana racconta il suo ultimo lavoro alla manifestazione newyorkese dedicata al cinema italiano Open Roads.

È determinata e sa cosa dire al pubblico americano Antonietta De Lillo. La passione e la preparazione che ha alle spalle, per la realizzazione de Il resto di niente trapelano immediatamente sia dal film che dalle sue parole e coinvolgono il pubblico americano, nonostante un film sulla storia della Repubblica di Napoli potrebbe non essere di facile lettura per un pubblico non italaino... E, a quanto sembra, non è stato neanche un film facile da realizzare: sono passati anni dal momento dell'aquisizione dei diritti del libro, da cui il film prende avvio (Il resto di niente, Enzo Striano, edito da Loffredo, 1986), da parte della De Lillo, al momento dell'inizio della preproduzione e della produzione.

Come mai ha sentito la necessità di girare un film in costume?

La storia che narro in Il resto di niente è una vicenda storica, ma, nonostante ciò, ho realizzato ed ho voluto realizzare un film astorico ed ho messo il mio corpo in quello della protagonista. Tutti i protagonisti del film sono personaggi storici, vissuti circa duecento anni fa a Napoli: erano giovani, nobili, colti e volevano un mondo migliore, senza ricchi o poveri. Per un pò sono riusciti nel loro intento, ma poi sono stati tutti uccisi.

Gli eventi storici veri e propri vengono rappresentati in una forma particolare...

Per gli intermezzi storici avevo scelto un tipo di pittura tipicamente napoletana, poi, invece, si è optato per un pittore napoletano dal segno moderno ma in linea con l'epoca del film. I disegni rappresentano la Storia, gli eventi storici, visti con gli occhi di Eleonora Pimentel Fonseca, la protagonista del film.
Il lavoro che ho fatto sul libro da cui è tratto il film mi ha fatto crescere. Ho cercato la verità che era nel romanzo: non mi interessava la Storia - con la esse maiuscola; ho fatto un lavoro astorico perchè mi interessava parlare di questa donna, scoprire chi lei fosse.

Come mai ha scelto Maria De Medeiros per il ruolo di Eleonora?

Volevo una donna colta, che fosse realmente portoghese e che conoscesse l'italiano e potesse, così, recitare in italiano senza necessità di essere doppiata... e Maria De Medeiros è tutto questo, oltre ad essere una grande interprete. Per spiegare quanto sia stata difficile la realizzazione del film, posso raccontare che quando il film è iniziato Maria aveva appena partorito, mentre quando il film è finito la bambina di Maria aveva già cinque anni e Maria aveva partorito un'altra bambina che ha chiamato Eleonora... come il suo personaggio in Il resto di niente.

Come si inserisce questo film nel panorama dell'Italia contemporanea?

Credo che oggi giorno, purtroppo, gli italaini e l'umanità tutta abbiano smarrito sè stessi e sento fortemente che questo personaggio, trasportato dal senso etico e romantico della vita, può insegnarci e mostrarci qualcosa che oggi dovremmo riscoprire anche noi... Nel film ho cercato di immettere le emozioni dei personaggi, ma in un modo quasi documentaristico.
Credo che c'è qualcosa che, pur se cambiano le epoche, il cinema ha il dovere e può far emergere. Posso dire che il mio film è una critica all'Italia di oggi... poi c'è la città di Napoli, la mia città che è eterna arte e cronaca. Ritengo che il film sia un'istanza che diviene modernissima poichè c'è sempre, anche oggi, chi è sempre più povero e chi è sempre più ricco.
Oggi, nel nostro paese, c'è una profonda crisi culturale di cui nessuno parla: per vincerla dobbiamo ripartire da un senso etico e sentimentale e spero che i personaggi storici del mio film possano essere oggi uno stimolo per noi.