Quella di Anora nel 2024 a Cannes non è di sicuro stata una prima volta per NEON in quanto a Palme d'oro. In precedenza ci sono stati Parasite (2019), Titane (2021), Triangle of Sadness (2022), Anatomia di una caduta (2023). Diciamo che con le sue acquisizioni, lo studio ha tenuto banco alla Croisette.
Di sicuro però, i mesi compresi fra maggio del 2024 e marzo del 2025 sono stati qualcosa di davvero unico fra pellicole che hanno fatto incetta di premi. Come Anora che è riuscito a fare quello che neanche Bong Joon-ho era riuscito a ottenere: Sean Baker è stata la prima persona ad aver materialmente ricevuto 4 Oscar per i ruoli materialmente ricoperti nella realizzazione di una pellicola, da regista a produttore passando per sceneggiatura e montaggio.

In mezzo ci sono stati Il seme del fico sacro (arrivato nello stivale con Bim e Lucky Red), il fenomeno horror del 2024 Longlegs, 126 milioni di box-office per un budget di poco inferiore ai 10, e, più di recente, il kinghiano The Monkey, con 31 milioni ottenuti solo in nordamerica in pochi giorni a fronte di una spesa produttiva di 10. Entrambe queste pellicole dell'orrore sono state dirette da Oz Perkins e soprattutto la prima, quella con Nicolas Cage, è stata promossa con delle attivazioni di marketing sopraffine, da studiare. Ve ne avevamo parlato in un apposito approfondimento che vi appuntiamo più in basso. Insomma: una serie di risultati da incorniciare per una realtà che, nel 2023, pareva in procinto di essere venduta per soli 100 milioni per via delle difficoltà affrontate nel post-covid.
Conta il film, non la campagna marketing
Il film di Sean Baker (che in Italia è arrivato con Universal) è naturalmente diventato uno dei fiori all'occhiello dello studio per via dei prestigiosi premi vinti. E anche per quella pellicola, NEON ha architettato un approccio promozionale unico ed economico, contrariamente a tante altre realtà che spendono e spandono decine di milioni di dollari per le campagne for your consideration. Ha piazzato un carro attrezzi davanti a un'autofficina di Los Angeles.
Si trattava di un pop-up di merchandising dedicato al film che vendeva soprattutto magliette e perizomi brandizzati. Lo scorso novembre, si era creata una fila di circa 300 fan prima ancora che il veicolo arrivasse. Successivamente, per la prima proiezione del film sulla storia di una sex worker di Brooklyn e della sua tormentata relazione col figlio di un oligarca russo, NEON ha riempito un cinema di stripper e sex worker invece che con membri dell'Academy. Mikey Madison, che ha introdotto la serata insieme a Lindsey Normington, dichiarava lo scorso autunno (mesi prima di vincere l'Oscar come miglior attrice) che per lei quello era il più bel ricordo collegato al film "a eccezione della Palma d'oro".
Per Tom Quinn, CEO di Neon, è fondamentale, nella promozione di una pellicola, seguire l'identità stessa del lungometraggio e non la campagna pubblicitaria in sé. Spiega a Variety che: "Seguiamo il nostro ritmo. L'idea di assecondare la campagna invece di restare fedeli all'identità del film è una differenza fondamentale. Non lavoriamo mai per la campagna. Lavoriamo sempre per il film, per il regista e per il pubblico - in quest'ordine".
Una strategia che ha ripagato anche con l'Academy appunto. Fra il 2017 e il 2025, Neon ha vinto per due volte l'Oscar per il Miglior film. La Disney? Neanche una volta. Netflix? Men che meno. E su Netlix torneremo più avanti.
Il "trionfale insuccesso" di Anora
Ma di Anora si è parlato e si parla ancora come uno dei film trionfatori agli Oscar... meno visti di sempre. Negli Stati Uniti ha incassato appena 18 milioni, a livello internazionale poco più di 28, per un totale di 46,8 milioni worldwide.

NEON detiene i diritti di distribuzione negli USA, mentre Universal Pictures International, come dicevamo più su, ha la distribuzione in gran parte dei mercati esteri. Quinn però dà una lettura differente della situazione: chi si concentra solo sugli incassi al botteghino non coglie il punto perché il film sarà comunque redditizio grazie alle vendite in digital e alla cessione dei diritti streaming e tv. "Il botteghino non è l'unica fonte di guadagno" sottolinea Quinn "Anora è il numero 1 su tutte le principali piattaforme di intrattenimento - Amazon, Apple. È un risultato enorme". Effettivamente ve lo avevamo già detto qualche settimana fa in uno speciale.
Peraltro, la fetta d'incassi che resta nelle mani di una major o di un distributore dal digital è drasticamente più sostanziosa, l'80%, rispetto a quella theatrical dove, per convenzione diciamo, deve fare a metà con gli esercenti. Peccato che si tratti sempre e comunque di numeri che non vengono mai resi pubblici. Contrariamente al botteghino.
La sfida è con Netflix, non con A24
Per via della tipologia di pellicole che propone, roba magari anche di genere, ma dal sapore fortemente indipendente e "fuori dagli schemi", NEON e A24 vengono viste come la Pepsi e la Coca-Cola del cinema che vive e prospera al di fuori dall'ambiente delle major. Anche qua si tratterebbe secondo Quinn di una lettura erronea. Di una rivalità che fa comodo per elaborare i titoli degli articoli delle testate di cinema e intrattenimento perché in realtà il principale competitor di NEON è, a rigor di logica, Netflx.

Lo spiega sempre Quin: "Pensano tutti che ci sia una rivalità con a24, ma non è vero. Certo, io stesso pensavo che potessero essere i nostri maggiori concorrenti, ma alla fine è stata Netflix a rivelarsi come tale. Hanno cercato disperatamente di batterci per acquistare I, Tonya e Ritratto della giovane in fiamme e noi abbiamo perso contro di loro per Hit Man, May December e Fair Play. Ci sono tantissimi film in cui sono stato il secondo miglior offerente... dietro a Netflix". Il CEO racconta anche che, dopo la vittoria di Anora su The Brutalist agli Oscar, il team di a24 ha dimostrato un elegantissimo fair play. Peraltro, anche NEON aveva cercato di acquistare i diritti di distribuzione di The brutalist anche se alla fine Brady Corbet ha scelto a24 perché più allineata con lui nella scelta di portarlo anche in quelle sale che potevano consentire la proiezione in pellicola 70mm.

Il cammino trionfale di questi ultimi 12 mesi circa ha messo NEON in una posizione migliore per scegliere con cura con i filmmaker con cui lavorare perché, secondo Quinn, l'azienda ora possiede un'idea anche più chiara di prima sulla propria identità e sul proprio operato "in un settore che spesso è viziato e ossessionato dalla moda del momento, trattando ogni film come se fosse uguale agli altri".