Anna Foglietta a Venezia 2020: "Mi sento una madrina rock, un po' Lara Croft.”

Intervista ad Anna Foglietta, madrina di Venezia 2020: un'edizione particolare, con il red carpet nascosto da un muro e misure di sicurezza, ma che, secondo l'attrice, andava fatta.

Anna Foglietta
Anna Foglietta madrina di Venezia 2020

Venezia s'ha da fare: lo ha detto più volte Alberto Barbera, direttore artistico della 77esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica e lo ha detto anche ai nostri microfoni Anna Foglietta, madrina di questa edizione.
Un'edizione particolare: sanificata, con un muro a nascondere il red carpet dalla vista del pubblico, per evitare di creare assembramenti. Nonostante i controlli e le mascherine a coprire i volti di artisti, giornalisti e addetti ai lavori, per Anna Foglietta non si poteva dire di no a questa Mostra. Per la situazione storica eccezionale, l'attrice ci sembra più vicina a Lara Croft o a un'eroina: "Bellissimo! Sono cresciuta con Tom Raider. Mi sento una madrina un po' rock, un po' pionieristica. Mi sento una mandrina coraggiosa perché mi hanno dato questa patata bollente e io me la sono presa tranquillamente, senza guantoni da forno. Mi ritrovo in una situazione straordinaria: nelle interviste parlo di cinema e di speranza. Di rinascita. Meno male. Si poteva rinunciare a quest'occasione? No. Venezia 77 era giusto farla. Ed è giusto che sia di ispirazione anche per gli altri festival e per il pubblico stesso. Si può tornare nelle sale, se fatto in sicurezza, tornando a condividere un evento culturale con un perfetto sconosciuto."

La video intervista ad Anna Foglietta a Venezia 2020

Un'edizione speciale

Come si abbatte quindi, metaforicamente, il muro che quest'anno separa il pubblico dal red carpet? Secondo la madrina: "Paradossalmente sento molto più l'affetto e il calore della gente adesso, che non nelle passate edizioni. In questa edizione c'è proprio voglia di comunicare sinceramente e profondamente. Non c'è più voglia di dire le cose così, tanto per dirle, perché siamo in una situazione in cui vanno dette, quindi con una certa formalità. Qui siamo in una situazione socio-politico-culturale in cui c'è davvero bisogno di dire le cose che hanno un senso. Magari meno urlate, ma più sentite. Per questo credo che quel muro, sì, è vero, c'è, fa anche abbastanza impressione, però io sento attorno a me un affetto, un calore, una stima incredibili. Per cui sono certa che alla fine questo muro ce lo dimenticheremo e rimarranno soltanto quegli abbracci che non ci siamo potuti dare ma che ci siamo comunicati. Quegli sguardi commossi e sinceri perché ci siamo rivisti. E tante parole con tanto significato. Sono sicura."

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