Fa uno strano effetto (tornare a) scrivere la recensione di Animal Crackers nel 2020, tre anni dopo la prima mondiale del film al Festival di Annecy, uno dei principali appuntamenti cinefili legati all'animazione. Questo perché il lungometraggio, basato sull'omonima graphic novel ideata dal co-regista Scott Christian Sava e presentato appunto nel 2017, ha avuto una travagliata vicenda distributiva, tra una bancarotta e l'altra, prima di essere ripescato da Netflix che ha deciso di integrarlo nel proprio catalogo. E se da un lato dispiace un po' che il film non possa vivere in sala, dove la componente visiva farebbe la sua porca figura (chi scrive lo vide sul grande schermo proprio ad Annecy), rivederlo in formato più piccolo grazie allo screener fornito per la recensione non smorza più di tanto l'efficacia di un prodotto ambizioso che però al cinema avrebbe forse faticato a trovare posto, trattandosi di una produzione indipendente. E data la situazione attuale, un divertimento per tutta la famiglia disponibile sulla piattaforma non è affatto un male.
Un'avventura circense
Come si può intuire dal titolo, Animal Crackers trae spunto dalla nota marca di biscotti a forma di animali, applicandogli però una lettura magica: si tratta infatti di una scatola specifica che Owen Huntington (doppiato in originale da John Krasinski) eredita dopo l'incendio del circo di famiglia, di cui il perfido zio Horatio (Ian McKellen) intende riprendere la gestione. All'interno della scatola ci sono appunto questi biscotti, ma sono tutt'altro che normali: come scoprono infatti Owen e la moglie Zoe (Emily Blunt), chi ne consuma uno si trasforma nell'animale in questione, e deve poi mangiare il corrispettivo dalla forma umana creatosi nel frattempo per tornare normale. Dato che i biscotti animali si rigenerano dopo ogni uso, i due coniugi decidono di servirsene, come faceva già l'altro zio di Owen ai tempi, per risollevare le sorti del circo, aiutati dal clown Chesterfield (Danny DeVito). Non sarà però un'impresa facile, dato che Owen tecnicamente ha un altro lavoro che gli porta via molto tempo, e c'è sempre Horatio che sta complottando dietro l'angolo...
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Divertimento per tutti
Per portare sullo schermo il suo racconto a fumetti, a sua volta nato da una conversazione con i figli e quindi molto personale, Scott Christian Sava si è avvalso della collaborazione di Tony Bancroft, ex-animatore e regista per la Disney (lavorò a personaggi come Iago in Aladdin e Pumbaa ne Il re leone, per poi dirigere Mulan), e insieme hanno concepito un film che, per loro stessa ammissione, vuole essere all'altezza dei giganti del settore pur costando molto di meno (il budget ufficiale è di 17 milioni di dollari, quasi un decimo di ciò che spendono abitualmente Pixar e DreamWorks Animation). Un'ambizione che si rispecchia soprattutto nell'apparato visivo, che non ha davvero nulla da invidiare alle recenti produzioni in CGI delle major (se consideriamo l'anno della prima proiezione pubblica, i film coevi erano Capitan Mutanda: Il film, Cattivissimo me 3 e Coco , e il meno costoso di questi aveva comunque un budget di 38 milioni di dollari, più del doppio di quello in mano a Sava e Bancroft): dalla resa dei personaggi ai giochi cromatici che accompagnano i momenti più esplicitamente magici, la componente tecnica è ineccepibile e compensa in più punti le occasionali debolezze di scrittura (alcuni dei personaggi sono poco definiti sul piano narrativo), regalandoci un'avventura piena di divertimento, spettacolo e pathos.
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E per quanto talvolta elementare nella caratterizzazione dei personaggi, il film vanta una galleria di figure capaci di intrattenere il giusto, unendo al meglio la commistione di personaggi umani e animali a cui un veterano come Bancroft è abituato (con tanto di piccolo omaggio ai suoi trascorsi disneyani: in originale uno dei cattivi ha la voce di Gilbert Gottfried, il doppiatore americano di Iago), senza dimenticare la componente musicale che, pur non essendo tra le più orecchiabili, confeziona momenti memorabili sul piano iconografico. E anche se il film è fatto in modo da poter funzionare in qualunque versione, ci sentiamo in dovere di consigliare la lingua originale non solo per preferenza personale (e perché una piattaforma di Netflix lo consente agevolmente, a differenza della sala), ma soprattutto per godere appieno del talento di una delle celebrità coinvolte. Parliamo di Sylvester Stallone, che ha l'onore e l'onere di prestare la voce a Bulletman, un "uomo cannone" che è in grado di dire solo il proprio nome. E lo fa con una versatilità strepitosa, al servizio di un'avventura prevedibile ma molto spassosa.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Animal Crackers con un sospiro di sollievo, felici che il film possa finalmente raggiungere un grande pubblico grazie a Netflix, tre anni dopo la prima mondiale. Nulla di particolarmente originale, ma la passione la sincerità sono evidenti, unite a un senso dell'avventura e un apparato estetico da capogiro.
Perché ci piace
- La componente visiva è ammirevole.
- Divertimento e pathos si sposano alla perfezione.
- I protagonisti sono carismatici e divertenti.
Cosa non va
- Sarebbe comunque stato bello poterlo vedere in sala.
- La scrittura in alcuni punti scivola nel banale.