Dopo il successo di pubblico e critica di Sul più bello, il teen drama scritto da Roberto Proia torna in sala dal 16 settembre con un secondo episodio di quella che si preannuncia essere una trilogia sull'amore, la morte e la malattia. Ancora più bello, il sequel diretto da Claudio Norza che subentra a Alice Filippi e che avrà il compito di firmare anche il capitolo conclusivo della saga, ritrova la protagonista Marta (Ludovica Francesconi) alle prese con una nuova relazione. Più spazio sarà riservato alle storie dei personaggi secondari: Federica e Jacopo, i suoi angeli custodi, e la new entry Rebecca, una bionda influencer. Proprio con gli attori che li interpretano, Jenny De Nucci, Gaja Masciale e Jozef Gjura, abbiamo parlato delle diverse tematiche messe a fuoco attraverso i loro ruoli: la dipendenza dai social, la discriminazione di genere, gli abusi sul lavoro.
LA VIDEO INTERVISTA A JENNY DE NUCCI, GAJA MASCIALE E JOZEF GJURA
IL RITORNO DI FEDERICA E JACOPO
In questo capitolo finalmente conosceremo meglio Federica e Jacopo. Come vi siete riappropriati di questi due angeli custodi?
Jozef Gjura: Con molta facilità, il mio compito era quello di entrare sul set come stessi entrando a casa mia. Sono degli angeli custodi che, come succede nella vita, proteggono e danno consigli, poi però essendo anche loro persone, intraprendono il proprio percorso, ma continuano ad esserci. Prendono la propria strada, anche se ritornano sempre da Marta.
Gaja Masciale: Io invece sono tornata a essere Federica stando in contatto con quelli che nel racconto sono i miei migliori amici, con tutto ciò che loro mi davano e io davo a loro. Finalmente ho avuto l'opportunità di mostrare veramente chi è Federica, divertendomi da morire a vestire i panni di una ragazza molto forte che ama sfide e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. L'ho fatto con l'entusiasmo di poter rappresentare una categoria che esiste e che Federica ricopre nel migliore dei modi.
Ancora più bello, la recensione: La favola continua
IL MONDO SOCIAL: NON TUTTO È COME SEMBRA
Jenny, tu sei una new entry e interpreti Rebecca, una influencer. In qualche modo smonti un luogo comune nella rappresentazione di questa categoria...
Jenny De Nucci: Ho costruito Rebecca insieme alla mia coach, abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca. Ho molti amici che lavorano sui social, ma nessuno di loro rappresenta questa idea dell'influencer come ragazzi o ragazze un po' superficiali. In realtà fanno semplicemente il proprio lavoro, portare contenuti sui social, ma sono succubi di questa idea nell'aria secondo cui sono persone che non fanno nulla. Onestamente mi dispiace che si pensi questo. Per molte cose ho guardato a Mean Girls e a Regina George, è uno dei miei film preferiti. Ho associato l'immagine del mio personaggio a quella di un animale, per me Rebecca è un gatto: tutti si accorgono quando arriva, ha un portamento che attira tutte le attenzioni su di lei. Ho dato l'anima a un cliché, spero che anche i miei amici che lavorano sui social vadano a vedere il film e che ci si riconoscano. Non ho mai conosciuto un influencer con le caratteristiche con cui viene descritto dall'immaginario comune.
LA QUESTIONE DI GENERE IN UN TEEN DRAMA
In questa fase della saga la realtà prende il sopravvento rispetto alla favola e anche Federica si ritrova a doverci fare i conti, affrontando la questione delle molestie sul luogo di lavoro. Come hai trovato la chiave per sviluppare questa sotto trama all'interno di un contesto che rimane pur sempre leggero?
G. M.: La saga ha il pregio di voler raccontare la realtà con un lieto fine, anche la storia di Federica rappresenta questa sfaccettatura della vita brutta ma reale, lei riesce ad affrontarla ottenendo ciò che vuole. Il mio punto di partenza è stato questo, vedere cosa è in grado di fare con la sua forza ma soprattutto attraverso l'unione con le altre donne. Da sole possiamo, ma se ci uniamo possiamo ancora di più. Finalmente ha l'opportunità di mostrarsi e vincere una sfida. Giocando a poker Federica frequenta ambienti soprattutto maschili ma non si sente assolutamente di meno, anzi se ne frega.