Appena usciti i listini di quell'anno, si capì subito che American History X sarebbe stato uno di quei film da vedere, assolutamente. Oggi American History X compie vent'anni, volati in un soffio, e InfinityTV, per celebrare l'anniversario, lo rende disponibile sulla propria piattaforma streaming. Era il 30 ottobre del 1998 quando il film di Tony Kaye usciva negli USA. Fu, a suo, modo, un evento, per molti motivi. Rivedere American History X oggi lo è ancora. E non occorrerebbe nemmeno spiegare perché.
Storie di fratelli
American History X racconta la storia di due fratelli. Derek Vinyard (Edward Norton) è un giovane legato alle frange più estreme del neonazismo. È un naziskin: testa rasata, tatuaggi raffiguranti la sinistra svastica, jeans stretti, anfibi. Una divisa nota, un messaggio che deve arrivare prima ancora che arrivi lui, la sua violenza. Derek è stato in carcere, ha scontato una condanna di tre anni per aver ammazzato di botte due ragazzi afroamericani. Il carcere lo ha fatto cambiare. Ci ha pensato, Derek, si è rimesso in gioco. E, una volta uscito, ha deciso di dire basta al mondo di cui faceva parte. Danny (Edward Furlong), il suo fratello minore, ha però nel frattempo deciso di seguire la strada che era di Derek. Uscito di prigione, Derek trova il fratellino trasformato a sua volta in un naziskin. E fa di tutto per fargli cambiare idea.
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Eward Norton: il no a Spielberg e Salvate il soldato Ryan
In quel, così lontano così vicino, 1998, American History X fu un pugno nello stomaco. Era un film che faceva luce, in maniera dettagliata, e con una forma visiva potente, su un fenomeno che era noto, e stava diventando preoccupante in Europa, ma era meno noto negli Stati Uniti. La trama è ispirata a una storia vera, quella di Frank Meeink, ex skinhead poi diventato attore e produttore. Come protagonista c'era un attore in piena rampa di lancio, quell'Edward Norton, forte di una nomination all'Oscar e di un Golden Globe per Schegge di paura, che di lì a poco avrebbe girato Fight Club entrando definitivamente tra le star del cinema contemporaneo. Per girare American History X rinunciò a Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg, e lavorò duramente per mettere su 30 chili di muscoli. E il film di Tony Kaye contribuirà a farne uno degli attori del momento: un'altra nomination agli Oscar, stavolta come protagonista: la statuetta sarà vinta da Roberto Benigni per La vita è bella.
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Edward Furlong, una vita al limite
Nel cast c'era un'altra promessa, quell'Edward Furlong che, pochi anni prima, ancora ragazzino, avevamo visto nei panni di John Connor in Terminator 2 - il giorno del giudizio. Ritrovato ormai quasiadulto, Furlong è impressionante per la forza che imprime al suo personaggio. Ma fa sensazione che, come i personaggi di American History X, anche Edward Furlong abbia vissuto una vita al limite. Alcolismo, dipendenze (eroina e cocaina), il carcere e vari periodi di libertà vigilata e riabilitazione. Le ultime foto lo mostrano sovrappeso, quasi irriconoscibile. Un attore maledetto, come il suo personaggio. E una carriera che, nonostante fino a oggi sia stata piena di progetti, non è mai decollata definitivamente. Così come quella, cinematografica, di Tony Kaye, regista di provenienza pubblicitaria, che ha continuato, nonostante qualche film, a fare soprattutto spot.
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Tony Kaye e il set tormentato di American History X
Forse Tony Kaye non ha voluto continuare a fare cinema proprio per quello che successe sul set. Un set molto più tormentato di quello che si possa immaginare. Pare che Norton e Furlong cambiassero spesso battute rispetto al copione e che Kaye non fosse affatto soddisfatto delle loro prestazioni, soprattutto di quelle di Norton. Tanto che consideri ancora il film un film non finito, incompleto. Non certo il film che avrebbe voluto. Pare anche che Norton abbia chiesto di rimontare il film, per aumentare il suo spazio (la versione uscita nei cinema dura 18 minuti più del workprint). E che Kaye avesse chiesto di togliere il suo nome dai crediti del film, ma che non abbia potuto farlo per una serie di norme del Director's Guild Of America.
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L'attualità di American History X
Eppure il film non ne risente, risulta quasi perfetto. E quella di Tony Kaye è una regia ispirata. Molto estetica, patinata, con passaggi in bianco e nero e scene ad effetto, com'è naturale nei registi di estrazione pubblicitaria. Ma è perfettamente funzionale al film, un racconto senza fronzoli. Vedere oggi American History X significa fare i conti con tutto questo, con quello che poteva essere e non è stato per regista e attori, per quello che è stato per un altro, cioè Edward Norton. Ma vedere questo film oggi è impressionante anche alla luce di quello che sta succedendo in tutto il mondo. Da quegli Stati Uniti che, contro il Nazismo, settant'anni fa sono stati in prima fila a combatterlo, e che ora Michael Moore accusa, per quanto riguarda i vertici, di razzismo e dittatura, a tutti i movimenti che stanno rifiorendo in Europa, a volte legittimati dalla presenza di alcuni soggetti politici al governo nei vari stati, fino ai risultati politici delle elezioni in Brasile. American History X spiega bene come nascano certi fenomeni: l'emulazione di modelli che si hanno in famiglia, la scarsa conoscenza delle altre persone, l'affidarsi a un'ideologia dalle maglie strette che non permette di passare ad idee che non facciano parte di questa.
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La scena memorabile
I momenti memorabili del film sono molti. Ma se dovessimo racchiudere American History X in una scena, sarebbe quella in bianco e nero in cui Derek/Edward Norton viene arrestato dopo il pestaggio dei due ragazzi di colore. Quando gli agenti lo arrestano, la macchina da presa stringe sul suo primo piano, dove risaltano i suoi occhi, li vediamo lucidi, scintillanti di una luce sinistra. Dentro c'è una follia, un odio, un disprezzo per le regole e un senso di superiorità alla morale che restano impressi a lungo nella memoria. È una di quelle scene che, una volta viste, non riesci a togliertele più dalla testa. Uno dei tanti, l'ennesimo, per rivedere oggi American History X.