Non ci si annoia mai alla Clinica Veterinaria Duemari di Oristano. Gatte da sterilizzare, cagnolini feriti, galli inappetenti, cinghiali sofferenti e perfino un delfino spiaggiato. Quando c'è da curare un animale, padronale o libero che sia, i veterinari Monica Pais e Paolo Briguglio non si tirano mai indietro. Perché, come dice Pais, curare un animale libero "è come curare la parte migliore di te, visto che anche noi siamo animali".

Sono limitati gli interventi affabulatori dei due titolari della clinica. L'attenzione è tutta concentrata sul loro lavoro nel documentario di Guido Votano, ovvero Altri animali. E proprio gli animali sono i grandi protagonisti del film, come sottolinea la nostra recensione, fin dall'incipit in cui un uomo cattura una gatta con la gabbia trappola per portarla - come scopriremo dopo - a sterilizzare e poi ridarle la libertà.
Non si nega aiuto a nessuno

Come mostra il film di Guido Votano, nella clinica non mancano "pazienti difficili", come i gatti randagi che non si fanno avvicinare soffiando a più non posso, ma l'equipe di giovani e pazienti veterinari che lavorano nella Clinica Duemari adottano tutte le procedure necessarie per far sì che ogni animale riceva le cure adeguate in un'atmosfera di grande serenità. Con il suo obiettivo incollato ai volti sudati o agli sguardi concentrati mentre operano cani, gatti, pecore, o più semplicemente tagliano le unghie a conigli, il regista ci fa toccare con mano la realtà (stra)ordinaria del lavoro del veterinario, con qualche breve incursione nel privato di Monica Pais e Paolo Briguglio.

Il film mostra, inoltre, come la coppia di veterinari, marito e moglie nella vita, non si limiti agli interventi richiesti dai clienti, ma si dedichi alla cura di tutti gli animali bisognosi d'aiuto, andando ben oltre alle mansioni tradizionali e vivendo il loro mestiere come una vera e propria vocazione. E così anche un rapace con l'ala spezzata diventa protagonista di un delicato intervento finalizzato a provare a ridargli la libertà, il tutto senza ansie o preoccupazioni. La clinica Duemari è un'oasi di salvezza per ogni essere vivente a due o quattro zampe ricoperto da peli, piume e perfino squame.
Il veterinario come specchio dei cambiamenti sociali

Dalla tartaruga la cui zampa viene ricucita con cura al cane operato per una grave ferita, Altri animali non risparmia momenti di particolare crudezza mostrando in dettaglio gli interventi e rivelando, tra l'altro, le sofisticate apparecchiature a disposizione dei veterinari che sono però "sempre pronti a sporcarsi le mani" per correre in soccorso degli animali trasportando per le zampe pecore malate e visitando cavalli a domicilio.

Insieme dai tempi dell'università, Monica Pais e Paolo Briguglio lavorano fianco a fianco da oltre vent'anni operando con grande determinazione dedicando l'intera esistenza (o quasi) alla cura degli animali. La riflessione dei due veterinari offre anche un'interessante prospettiva sui cambiamenti sociali attraverso l'evoluzione del loro mestiere, dai sofisticati macchinari di diagnostica a disposizione oggi, che hanno migliorato l'esistenza di bestie e umani, al cambiamento nel cliente tipo. Se prima a portare gli animali in clinica erano soprattutto donne di una certa, oggi uomini e intere famiglie accudiscono i loro pets senza vergognarsi di mostrare la propria affezione nei confronti dei loro compagni pelosi.
Se il documentario si chiude rassicurando gli spettatori sul destino degli animali visti, con cui sembra impossibile non empatizzare visto che il regista indica perfino i loro nomi in sovrimpressione, lancia comunque tanti spunti di riflessione sull'intervento umano, sul rispetto dell'etologia di ogni singolo animale e sulla reimmissione dei selvatici curati e poi liberati nel loro ambiente. Una complessità restituita con grande puntualità da un film breve nel minutaggio, ma denso di contenuti.
Conclusioni
La recensione del documentario Altri animali evidenzia la capacità del film di avvincere lo spettatore mostrandogli il lato più eccezionale del mestiere del veterinario in un film che, seppur in un breve minutaggio, offre anche un'interessante prospettiva sui cambiamenti sociali attraverso l'evoluzione del mestiere e il cambiamento nel cliente tipo.
Perché ci piace
- L'attenzione riposta agli animali curati, veri protagonisti del film.
- Lo stile diretto e immediato, ma denso di riflessioni.
- Il ritratto di due personaggi eccezionali nella loro dedizione al mestiere del veterinario.
Cosa non va
- Il film ci lascia con la voglia di saperne di più sul destino dei pazienti pelosi della clinica, domestici o selvatici che siano.