The Last Dance è forse il miglior esempio di documentario sportivo che si sia visto tra cinema e tv negli ultimi anni. Così, ogni volta che sullo schermo, su qualsiasi schermo, arriva una serie, o un film sportivo, che sia documentario, ma anche di finzione, la serie dedicata a Michael Jordan e ai Chicago Bulls è sempre presa come termine di paragone. Nella recensione di All Or Nothing: Juventus, la serie tv disponibile in streaming su Prime Video dal 25 novembre, vi parleremo di un racconto che ha qualcosa di The Last Dance. Non parliamo tanto dello stile narrativo, dell'epica che caratterizzava la serie su Jordan. È proprio il fatto che, per una serie inaspettata di ragioni, la stagione scorsa è stata quella dell'ultimo ballo per tanti personaggi. Cristiano Ronaldo, certo, il giocatore più rappresentativo. Ma anche Andrea Pirlo, allenatore per una sola stagione, e anche il Direttore Sportivo, Fabio Paratici. E poi, una leggenda come Gigi Buffon. La "last dance" di questi quattro personaggi rende All Or Nothing: Juventus qualcosa di molto particolare. Si sa che il calcio oggi va a una velocità incredibile, e che ogni nuova stagione mette in archivio l'altra. Ma nel guardare oggi la serie Amazon Prime Video sembra davvero di viaggiare in un'altra epoca. Sono passati pochi mesi dalla fine di quella stagione, ma sembrano passati anni. All Or Nothing: Juventus è una serie molto interessante, per come ripercorre una stagione, per come mostra moltissimi dietro le quinte che di solito non vediamo, per come sfata qualche mito. Da vedere, per juventini, e forse non solo.
Una stagione storica, ma per altri motivi
Probabilmente non doveva andare così la stagione scorsa, Probabilmente sia Prime Video, che ha scelto la Juventus per portare in Italia il suo format All Or Nothing, sia la Juventus, si aspettavano che questo film celebrasse una stagione storica, quella del decimo scudetto consecutivo. Società, tecnico e giocatori ci credevano davvero, ed è questa una delle cose interessanti della serie. C'è chi dice che, sin dall'inizio, la società, vista la scelta di Pirlo, un allenatore esordiente, si aspettasse una stagione di transizione. Non è stato così. Durante gli episodi vediamo tutti, dal primo all'ultimo, credere nel decimo scudetto, e sognare anche la Champions League. E così All or Nothing: Juventus è una serie dal sapore particolare. Perché una Juventus non vincente, almeno negli ultimi dieci anni, è un ossimoro. Ed essere arrivati a raccontare la prima stagione in cui la Juve non ha vinto il campionato, se da un lato è sfortunato, dall'altro è anche molto originale.
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L'impatto di Cristiano Ronaldo
Rivedere la stagione scorsa adesso, però, ne mette in luce gli aspetti positivi. La ricorderemo tutti come quella in cui la Juve non ha vinto lo scudetto, certo. E tutti, alla fine, abbiamo avuto la percezione di una stagione tragica. A rivederla oggi, al di là delle due coppe vinte, è una stagione meno brutta di quello che ricordiamo. Ci sono state delle grandi partite, come le vittorie a Barcellona e a San Siro con il Milan e con l'Inter in Coppa Italia. Soprattutto, anche se troppo a sprazzi, c'è stato anche del bel gioco. Questo, visto il finale, ce lo eravamo scordato. Qualcuno si era scordato molto presto anche l'impatto sulle partite di un giocatore come Cristiano Ronaldo. Quello in realtà lo sappiamo tutti. Ma vedere i suoi gol e i suoi gesti atletici isolati e ravvicinati, fissati in un documentario fa ancora più impressione.
Dietro le quinte
"Le stagioni sono importanti anche quando sono di crescita" ha detto Fabio Paratici nella prima puntata della serie. Una delle cose interessanti è vedere l'inizio di questa stagione, con un nuovo tecnico, esordiente, molti giocatori giovani, con sole tre settimane di preparazione prima del campionato. E iniziata con un organico ancora incompleto, senza un centravanti, che si rivelerà poi essere Alvaro Morata. Le febbrili trattative di mercato, che sono evocate dai discorsi tra i dirigenti della Juve, ma ovviamente non ci vengono svelate appieno, sono uno dei dietro le quinte affascinanti di questa serie. Il mercato è una cosa delicatissima. "Bisogna avere un piano A e un paino B" spiega Paratici. "Ma devi avere dei piani fino alla M, o alla N". I dietro le quinte sono una delle chiavi di questa serie. In All Or Nothing: Juventus entriamo negli spogliatoi, in sala stampa, nei corridoi della sede, nella sale per la tattica, che in fondo è un piccolo cinema, e nelle sale riunioni dove una bravissima addetta stampa riesce a prevedere le domande che verranno fatte all'allenatore in conferenza stampa. O il responsabile della comunicazione che deve fare un video di Natale e comincia a sudare nel momento in cui deve arrivare Ronaldo, con i tempi contati. Le telecamere hanno un accesso ovunque, anche nelle case di allenatori e giocatori. Andare dietro le quinte vuol dire anche sfatare certi miti, come quello che Andrea Pirlo, allenatore compassato, non caricasse la squadra: lo vediamo spesso gridare in spogliatoio e in campo. Le telecamere riescono anche a cogliere un suo ripetuto "vaffa", nel momento in cui Cuadrado viene espulso nella partita casalinga contro la Fiorentina.
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Il cielo su Torino
Su tutto questo vigila il cielo su Torino, quello che cantavano i Subsonica, a volte più grigio che azzurro. Ma in qualche modo intimo, protettivo. All Or Nothing. Juventus, è anche il racconto del rapporto tra la Juventus e Torino, spesso sottovalutato, perché si dice sempre che la Juve è la squadra d'Italia. Invece i giocatori della Juventus vivono in questa città così bella, elegante, riservata, cortese. Dove qualcuno li ferma per una foto, certo, ma dove non hanno assilli. Torino è la città dove Bonucci porta i bambini a scuola a piedi, e in quel momento è semplicemente un papà, come noi. É la città dove Bonucci riesce a fare volontariato e andare ad allenarsi con una squadra di ragazzi disabili. La scelta vincente della serie Prime Video è che allarga la visione dal campo al fuori campo, che moltiplica i punti di vista. In questa serie vediamo che la Juve sono anche i suoi tifosi. E allora vediamo le partite accanto a tifosi particolari. Un padre e un figlio che si ritrovano per guardare le partite insieme, alcune donne borghesi di Torino, fino a una parrocchia dove ci sono due sacerdoti, uno della Juve e uno del Toro, che vediamo guardare insieme il derby.
Quello sfogo di Cristiano Ronaldo...
All Or Nothing: Juventus è un racconto epico e allo stesso tempo intimo. che alterna il calcio alla vita, e le confonde, perché per i giocatori, gli allenatori e i dirigenti il calcio è la vita ed è presente quasi in ogni momento. Racconta la stagione sportiva con immagini di repertorio o girate ad hoc, riesce a fissare le gesta atletiche con i ralenti, marchio di fabbrica dell'epica sportiva, viaggia nei corridoi bianchi, freddi ed eleganti dei centri sportivi e della sede della squadra, riprende tutto in modo nitido. La serie comunica una sensazione di trasparenza, anche se ovviamente si tratta di una trasparenza studiata. I momenti più viscerali però escono: lo sfogo di Ronaldo nell'intervallo di Juve - Porto di Champions è uno di questi. Quello che traspare dalla serie, sopra a ogni cosa, è il grandissimo lavoro da parte di tutti - calciatori, tecnici, medici, addetti alla comunicazione - quelli che sono nella Juve. Per questo, anche se ovviamente è un prodotto destinato ai tifosi della Juventus, sarebbe interessante da vedere anche per i tifosi avversari, soprattutto a quelli che sostengono che la Juve vince per vie traverse. L'organizzazione, il lavoro, la serietà, il vivere per la vittoria che vediamo in questa serie dicono tutto. In ogni caso, ci sono molti non juventini che questa squadra la ammirano. e ci sarà un perché. In The Last Dance l'addio di Jordan a fine stagione era una cosa nota, in questa serie gli adii sono stati qualcosa di imprevisto. Ma in qualche modo hanno dato all'opera un sapore particolare.
Conclusioni
Nella recensione di All Or Nothing: Juventus vi abbiamo raccontato una serie molto interessante, per come ripercorre una stagione, per come mostra moltissimi dietro le quinte che di solito non vediamo, per come sfata qualche mito. Da vedere, per juventini, e forse non solo.
Perché ci piace
- La serie è un dietro le quinte di una squadra molto nota, e ci mostra aspetti che di solito non vediamo.
- Il punto di vista, che oltre a campo e spogliatoio mostra la vita dei calciatori e quelle dei tifosi.
- Il fatto di aver raccontato una stagione molto particolare, quella dell'ultimo ballo di tanti campioni.
Cosa non va
- Quello che vediamo ci dà un'idea di trasparenza, ma ovviamente è tutto studiato e approvato.
- In Italia sarà soprattutto una serie per tifosi juventini (ma la consigliamo anche ad altri appassionati di calcio).