Finalmente signor Waltz! Dopo anni di ruoli da antagonisti diabolici, venuti dopo che Quentin Tarantino lo ha consacrato non una, ma ben due volte, grazie ai premi Oscar ottenuti per Bastardi senza gloria e Django Unchained, in cui è spietato, Christoph Waltz ha un ruolo umanissimo in Alita - Angelo della battaglia, adattamento dell'omonimo manga di Yukito Kishiro, diretto da Robert Rodriguez e prodotto da James Cameron.
Ambientato in futuro distopico, in Alita - Angelo della battaglia Christoph Waltz è il dottor Daisuke Ido, chirurgo che trova in una discarica parte del corpo di un cyborg con un cervello umano: una volta riparatolo, visto che ha l'aspetto di una ragazza, le dà il nome di Alita e finisce per farle da padre. Ultima di una tecnologia antica, Alita, interpretata con la motion capture dall'attrice Rosa Salazar, guarda il mondo con occhi innocenti, ma in realtà è una macchina letale: di fronte al pericolo sfoggia infatti l'arte marziale Panzer Kunst e ha una forza incredibile. Gettata nel "mondo di sotto", la città di Iron City, dagli abitanti del "mondo di sopra", la città sospesa di Zalem, Alita è alla ricerca della sua vera identità.
Il rapporto padre-figlia che si instaura tra Ido e Alita è il cuore del film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Alita - Angelo della battaglia - quello che ci ricorda quanto sia importante stabilire dei legami e avere qualcuno che ci faccia da guida mentre siamo alla ricerca di noi stessi. Esplorare il senso profondo dell'umanità deve essere davvero piaciuto a Christoph Waltz, che sembra davvero amare il personaggio.
Per Christoph Waltz i nostri leader sono degli usurpatori
Il dottor Ido ha un passato doloroso: per trovare pace è in cerca di vendetta, ma scopre che dare di nuovo la vita ad Alita è molto più gratificante che inseguire i propri fantasmi. Perché le persone, e anche i nostri leader, non riescono a capire che creare qualcosa è molto meglio che distruggere? Per l'attore: "È inspiegabile, non ho nessun indizio. Credo perché o sono troppo ignoranti, o troppo stupidi, o troppo spietati. Sono interessati solo al loro vantaggio personale, ma non si rendono conto che il loro interesse personale è limitato alla loro gabbia, non riguarda l'umanità, che ci riporta al fatto che sono stupidi e ignoranti. Non c'è scampo. Il fatto che siano spietati li rende non dei leader, ma degli usurpatori. Non governano nulla se non il loro interesse egoista: è per questo che non sono dei leader. Ma abbiamo davvero bisogno di leader o semmai di moderatori? Non sarebbe meglio prendere decisioni tra noi per il bene della maggioranza, dando la possibilità a ognuno di decidere per se stesso? Vogliamo davvero che ce lo dica qualcun altro? E cosa ci vogliono dire? Torniamo quindi alla stupidità, all'ignoranza e all'essere spietati. Non vedo un futuro roseo, soprattutto per colpa di coloro che si definiscono leader."
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L'umanità in una lacrima
Una delle prime cose che Ido controlla di Alita sono le sue lacrime: una lacrima è tra le risposte emotive iniziali della ragazza, che viene subito dopo la sensazione di fame. Il dolore è quindi qualcosa che ci definisce come esseri umani? Secondo Christoph Waltz sì: "È una buona domanda per i buddisti. C'è una cosa, e non sono nemmeno sicuro che sia intenzionale, che spiega bene questo, ma forse è una metafora forzata, che ci ho visto io. La lacrima ha un ruolo importante e mi piace molto il fatto che ci abbia fatto caso: è il passaggio che conduce non solo all'umanità, ma anche al modoper riconoscerla. Poi quando Alita è diventata un'eroina sicura di se stessa, le scende una lacrima e, con un movimento elegante della sua spada, taglia quella lacrima a metà e due lacrime cadono sul pavimento. Qui sta a te: lei è padrona delle sue lacrime o le ha moltiplicate. Con quell'azione, nel cercare di padroneggiare le lacrime, se ne ritrova due."
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