Giunto al terzo lungometraggio, Alex Ross Perry è già uno degli autori emergenti più interessanti della scena indie americana. Il pubblico del Sundance ha ben accolto il suo Listen Up Philip che, dopo il passaggio al festival fondato da Robert Redford, è in concorso alla 67° edizione del Festival del film Locarno. La kermesse svizzera non nuova per il quasi trentenne Perry che, in passato, è stato in competizione nei Cineasti del Listen Up PhilipPresente e ha fatto parte della giuria, ma stavolta sono per lui gli onori del Concorso Ufficiale. Sabato sapremo se la sua nevrotica pellicola newyorkese avrà colpito i giurati capitanati da Gianfranco Rosi. "Sono già stato in giuria e so quanto sia difficile scegliere chi premiare. Non mi interessa vincere qualcosa, ho già vinto stando qui in concorso. Però niente mi farebbe più felice di un riconoscimento ai miei attori" ci confessa Perry in un incontro esclusivo nell'elegante Hotel Belvedere, che sovrasta Locarno.
Ma come è riuscito un autore così giovane a comporre un'opera così matura e compiuta, che indaga nelle pieghe dell'animo umano soffermandosi su personaggi sgradevoli e insoddisfatti? "Il mio precedente film è stato presentato in molti festival perciò sono stato in viaggio per un lungo periodo e il mio legame con New York e con gli amici si è allentato. Così ho deciso di parlare di una persona assente dalle vite di coloro che tengono a lui. In più, nei vari festival frequentati, ho avuto l'occasione di incontrare i cineasti che ho sempre amato, di parlare da pari a pari ai miei eroi, secondo elemento che ho inserito nel film". La scrittura di Alex Ross Perry ha, però, una qualità letteraria, una raffinatezza che esula dalla semplice autobiografia. Parlando dei suoi autori di riferimento, il egista ci svela: "Per descrivere un universo di scrittori avevo in mente gli autori che amo. Nel mio film c'è molto di Philip Roth, ho cercato di interiorizzare la lezione sull'equilibrio tra commedia e tragedia appresa dai suoi romanzi. Ma per i personaggi mi sono ispirato anche a Richard Yates e Norman Mailer e ai loro antieroi, grandi bevitori, amanti della vita spericolata, uomini arrabbiati e miserabili".
Listen Up Jason
A interpretare Philip, colui che non è in grado di ascoltare nessuno che non sia lui stesso, è un ispiratissimo Jason Schwartzman, attore feticcio di Wes Anderson e membro della Coppola family. Riguardo al suo ingaggio, Alex Ross Perry racconta: "Mentre scrivevo la sceneggiatura pensavo che Jason sarebbe stato perfetto per il ruolo, ma al tempo stesso temevo che fosse occupato e che non avrebbe mai accettato. Sapevo che il mio Philip ci sarebbe voluto proprio uno come lui, così gli ho inviato lo script e si è reso disponibile". Schwartzman è uno dei volti più celebri della scena indie americana, su cui lo Perry si è affacciato con la sua partecipazione al Sundance. Riflettendo sulla natura del movimento il regista spiega: "Ho amici che hanno girato tre/quattro film, tutti presentati al Sundance. Listen Up Philip è il primo film che presento là perciò non sono certo di appartenere a quell'area. Molti film indie oggi seguono delle formule, guardano al cinema classico hollywoodiano rivisto in chiave indipendente o sono film sperimentali. Il mio lavoro non appartiene a nessuna di queste due correnti, ha una struttura complessa e irrisolta, è privo dell'arco narrativo classico e ha venti minuti in più rispetto alla durata media. Alla fine delle proiezioni americane ho visto il pubblico triste e confuso". Un altro elemento che distingue l'opera di Perry è la presenza di un narratore di origine letteraria che commenta le azioni di Philip e degli altri personaggi. "In fase di montaggio la voce del narratore è stata registrata da me" racconta Perry, ma sapevamo che ci voleva un attore di talento perché è un ruolo cruciale. Ci abbiamo messo molto tempo a trovare la persona giusta e io sentivo di volere uno scrittore. Volevo una voce che funzionasse come Alec Baldwin ne I Tenenbaum o John Hurt in Dogville. A un certo punto uno dei produttori mi ha indicato Eric Bogosian e ho scoperto che, tra l'altro, anche lui aveva scritto un romanzo su uno scrittore in crisi. Dopo aver ascoltato una piccola registrazione fatta lui, ho capito di aver trovato ciò che cercavo".
Uomini orribili e donne forti
In un film dominato da due presenze maschili carismatiche come Jason Schwartzman e Jonathan Pryce, che interpreta il suo mentore, c'è spazio anche per delle interessanti figure femminili. "Volevo creare un film su due uomini orribili e tre donne forti" conferma Alex Ross Perry. "Alla fine della storia le donne compiono un percorso di crescita, pur essendo trattate in modo crudele dagli uomini. Ashley, Melanie e Ivette maturano, mentre Philip e Ike restano critallizzati nel proprio malessere esistenziale". Curioso come, in un'opera così complessa e stratificata come Listen Up Philip, a fianco di Roth e Yates trovino posto anche i Guns N' Roses. Le liriche di November Rain, celebre canzone della band americana, vengono messe in bocca a Philip nel momento in cui riflette sulla caducità del sentimento amoroso. "Adoro November Rain, credo sia una grande citazione. E' una delle mie canzoni preferite di tutti i tempi. L'ho risentita sei mesi prima di concludere lo script e ho riflettuto sul percorso di Philip. Il film si apre a maggio e termina in inverno, parla dell'impossibilità di far durare l'amore per sempre, perciò la canzone era perfetta. Credo, però, che la citazione l'abbia colta una persona su 300".
Un altro curioso elemento presente nel film riguarda i titoli di cosa, intervallati da copertine di libri dai titoli improbabili scritti dai personaggi. "I titoli li abbiamo inventati io e Jason mentre facevamo le prove, mentre le copertine le ha disegnate un designer di talento di nome Teddy Blanks. Abbiamo inventato una quindicina di titoli inventandoci l'anno di pubblicazione e lo stile della copertina. L'effetto è piuttosto divertente". L'ultima battuta è rivolta al caso Polanski e alla sua scelta di non venire a Locarno. "E' una tragedia" esclama Perry. "E' uno dei miei tre autori viventi preferiti. Non vedevo l'ora di incontrarlo e andare a cena con lui per parlare dei suoi film".