Le montagne dell'Albania sono teatro di Vergine giurata, opera prima di Laura Bispuri, unico titolo italiano in questo 65° concorso berlinese. Un film fuori dagli schemi, un dramma che affonda le radici nelle leggi tribali albanesi, molto lontano dalla nostra tradizione. "Quello delle vergini giurate è un argomento poco noto anche Albania" racconta la Bispuri. "Per me è un punto di partenza, il film è un grande viaggio interiore ed esteriore. Mi sono incuriosita leggendo il libro che ha ispirato il film e ho deciso di documentarmi. Ho letto tutto quello che ho trovato sulle vergini giurate, ho visto documentari e sono stata molte volte in Albania per incontrare alcune vergini giurate. Una di loro compare anche nel film in un piccolo ruolo".
Per il personaggio di Hana, divenuta per scelta Mark, Laura Bispuri aveva bisgono di un'attrice pronta a nascondere la propria femminilità e a modificare il proprio corpo. La scelta è caduta su Alba Rohrwacher, che aggiunge ai suoi personaggi un altro ruolo femminile forte dopo Hungry Hearts, che le ha permesso di conquistare una Coppa Volpi. "L'incontro con Alba è uno dei quelli che cambiano la vita" racconta Laura. "Pensavo che lei fosse l'unica attrice in grado di interpretare questo ruolo e dopo aver visto il film ne sono ancora più convinta. Vergine giurata ha avuto una gestazione di tre anni durante i quali ci siamo preparate a lungo, abbiamo cercato delle linee guida sull'uso del corpo, sul comportamento del personaggio.Sul set abbiamo continuato a correggere piccoli dettagli. Una cosa ci ha accomunato: l'amore per Mark".
Una nuova sfida per Alba Rohrwacher
Non nuova a ruoli borderline, in Vergine giurata Alba Rohrwacher gira per tutto il tempo vestita da uomo, parla a monosillabi, indossa una fascia che le comprime il seno. Una prova non facile superata brillantemente. Come ci spiega lei stessa "la fiducia di Laura nei miei confronti mi ha fornito il coraggio e l'incoscienza di intraprendere un'impresa spericolata. Le sono grata perché mi ha permesso di compiere un percorso indimenticabile. Quella delle montagne albanesi è una realtà molto diversa dalla nostra perciò l'abbiamo guardata dall'esterno con molto rispetto. Molti compagni di set albanesi non conoscevano questa tradizione perciò abbiamo cercato di comprenderne il senso. Anche imparare la lingua è stato un lavoro lungo e complicato".
Ma il lavoro più importante è quello fatto dall'attrice con il suo corpo, forzandolo in abiti e movenze maschili. "L'elemento corporeo è fondamentale. Il film è il racconto di un corpo congelato che pian piano si libera. E' un lavoro pensato dapprima in sceneggiatura e poi sul set. La cosa che mi piaceva di più era mostrare il contrasto tra questo corpo castigato, costretto a stare tutti i giorni in piscina, a contatto con corpi nudi. E' stato un percorso lungo, ma non difficile perché Alba è riuscita a entrare subito in Mark". La piscina è uno degli ambienti presenti nella pellicola dove Mark accompagna la nipote, che pratica nuoto sincronizzato, ogni pomeriggio. "La scelta del nuoto sincronizzato è nata da un discorso più ampio" spiega Laura Bispuri. "Per me questo sport è la sintesi perfetta dell'immagine femminile dei nostri tempi. Le nuotatrici sono molto truccate, devono sorridere, è un'ideale di femminilità graziosa e perfetta. Questo credo sia uno dei limiti della nostra epoca. In più anche uno sport in cui si fatica molto, ma la fatica è sott'acqua, non si vede. Un'ulteriore metafora della condizione femminile".
Verso la liberazione
Vergine giurata è il racconto di un percorso di autoaffermazione, di emancipazione, in una regione in cui la condizione femminile versa ancora nell'arretratezza. Come ammette la regista "piano piano la situazione si sta modificando, ma le donne hanno ancora pochi diritti. Durante uno dei miei viaggi, sono entrata in una casa e ho trovato donne di quattro generazioni diverse. Una delle ragazze mi ha confessato che il suo sogno era guidare la macchina. Nonostante tutto, però, ho una grande passione per la cultura albanese perciò ho cercato in tutti i modi di conoscere a fondo questa terra. Sono tornata tantissime volte e ho cercato di stare il più possibile in quei luoghi. E' un paese di cui mi sono innamorata e spero che questa fascinazione venga trasmessa dal film. Penso che i personaggi di Mark e Lila sia molto legati alla loro terra, anche se non vi possono rimanere né sono in grado di tornare La canzone che chiude il film racchiude questo sentimento di nostalgia malinconica per l'Albania".