Il tema dell'ecologia, della salvezza del pianeta Terra, era al centro della nostra società, e del dibattito politico, fino a un paio di anni fa. Poi è arrivata la Pandemia e i temi dell'ambiente sono scivolati purtroppo in secondo piano. Ben venga allora il film che vi raccontiamo nella recensione di Ainbo - Spirito dell'Amazzonia, film d'animazione diretto da Jose Zelada e Richard Claus, distribuito in Italia con le voci di Elio, Ciro Priello (dei The Jackal) e Luciana Littizzetto, in uscita al cinema il 18 novembre. Grazie all'uscita di questo film, BiM Distribuzione celebra la Festa dell'Albero, campagna ventennale di Legambiente, contribuendo a piantare migliaia di nuovi alberi in Italia. Ainbo - Spirito dell'Amazzonia è un film allo stesso tempo derivativo e originale. Si ispira a molti altri film e li contiene tutti, ma prende codici e stilemi già visti e conosciuti per farne un racconto decisamente e orgogliosamente ambientalista.
Ainbo, apprendista cacciatrice
In un'Amazzonia selvaggia e lussureggiante vive Ainbo, una coraggiosa ragazzina apprendista cacciatrice. Quando un giorno scopre che è arrivato un gruppo di uomini pronti a distruggere la foresta pur di arricchirsi, Ainbo capisce di non poter stare a guardare. Inizia così un rocambolesco viaggio attraverso le meraviglie della foresta in compagnia dei suoi strampalati spiriti guida: l'armadillo Dillo e il tapiro Piro, sempre al suo fianco nella avventurosa impresa di salvare l'Amazzonia...
Da Avatar a il Re Leone
C'è un po' di tutto, in questo Ainbo - Spirito dell'Amazzonia. Ainbo, agile e sinuosa, con il suo arco e le frecce, in volo tra gli alberi, evoca immediatamente Neytiri, la protagonista di Avatar. L'armadillo Dillo e il tapiro Piro, che la salvano, rimandano inequivocabilmente a Timon e Pumba, il suricate e il facocero de Il re leone. E la foresta lussureggiante dove si muovono, una foresta amazzonica idealizzata ed enfatizzata nella sua bellezza (guardate come prende vita di notte), fa pensare subito, ancora una volta, ad Avatar a quella del film di James Cameron, per cui la foresta amazzonica deve essere stata di sicura ispirazione. Anche la storia, quella di una maledizione che ha tolto qualcosa a un popolo, in questo caso gli spiriti della foresta, ricorda la vicenda di Oceania, e in parte anche quella di Raya e l'ultimo drago, due grandi successi della Disney.
Un deciso messaggio ecologico
Ma non è un peccato, quando queste produzioni di animazione che definiamo minori, ma solo perché non appartengono a quelle quattro-cinque case di produzione leader nel mondo dell'animazione, si ispirino ai film più importanti. Anche perché Ainbo non si limita certo a questo. Ainbo è prima di tutto un film dal deciso messaggio ecologico. Che diventa evidente nel momento in cui, arrivati a un punto, Ainbo e i suoi amici si imbattano in una squadra di uomini che sta disboscando la foresta. Il pericolo allora non sono maledizioni, non sono spiriti maligni, ma è semplicemente l'uomo. Che sia raffigurato come una creatura soprannaturale, mostruosa, fa parte degli stilemi del genere, delle necessità del racconto. Ma, soprannaturale o no, il villain del film è un uomo perché è l'uomo a fare certe scelte e a ferire il nostro pianeta.
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Il character design è riuscito
Se il messaggio è forte, le qualità di Ainbo - Spirito dell'Amazzonia non si fermano certo qui. Il character designi dei personaggi - cosa che di solito lascia a desiderare nelle produzioni più piccole - è molto curato e riuscito. A partire da Ainbo, disegnata come un mix tra le nuove principesse della Disney - come Vaiana - e le guerriere Na'vi di Avarar. I tratti del volto dolci e sbarazzini, i segni con cui è colorato il visto, tipici di un'antica civiltà guerriera, gli abiti tradizionali di quella civiltà, ma identificabili con quelli di una ragazza di oggi (in fondo sono una minigonna e un top corto): tutto questo rende immediatamente riconoscibile il personaggio, e anche immediatamente simpatico. Attorno a lei ci sono gli animali - che in una commedia degli equivoci all'inizio scambia per spiriti del bosco, e quindi non reali - che sono i tipici aiutanti dei film Disney, gli scudieri che aiutano l'eroe nel suo percorso. I due animali, un tapiro e un armadillo sono anch'essi immediatamente riconoscibili. Sono allo stesso tempo originali, ma anche costruiti secondo stilemi tipici del mondo Disney. Funzionano sia come spalle della protagonista, in scene che vanno dallo slapstick all'azione pura, che come coppia comica.
Nel solco dei grandi film di animazione
Ainbo si muove nel solco dei grandi film d'animazione, senza la pretesa di eguagliarli, ma prendendoli ad esempio per creare storie nei cui codici il pubblico si possa facilmente riconoscere. Ha il pregio di voler dare un messaggio forte e chiaro. Prende un altro stilema di favole e cartoni animati, la maledizione, e la tramuta in qualcosa di concreto, la cattiveria dell'uomo (sì, l'uomo bianco, il colonizzatore) che deturpa la natura per interessi personali, in questo caso l'oro che giace nella terra in questione. E così si torna ad Avatar, e alla lotta degli indigeni contro gli invasori, archi e frecce contro potenti macchine.
La nuova immagine della donna
Ma Ainbo si muove nel solco dei nuovi prodotti Disney anche per l'immagine della donna che già da qualche anno anima i film della Disney. Non più principesse da salvare con un bacio, non più donne che si realizzano solo nell'amore per il proprio principe, ma ragazze indipendenti, determinate, combattive, in grado di decidere il loro destino da sole. Senza bisogno di un principe accanto. Ci sono state la Merida di Ribelle - The Brave, la Vaiana di Oceania, la protagonista di Raya e l'ultimo drago. Ma tutto è reinterpretato nel nome del messaggio ecologico, e allora la cosa ha un senso. Che poi, i ragazzi che andranno a vedere questo film magari Avatar non l'hanno visto, però ai temi dell'ambiente sono sensibili A loro piacerà.
Conclusioni
Nella recensione di Ainbo - Spirito dell'Amazzonia, vi abbiamo parlato di un film allo stesso tempo derivativo e originale: si ispira a molti altri film e li contiene tutti, ma prende codici e stilemi già visti e conosciuti per farne un racconto decisamente e orgogliosamente ambientalista.
Perché ci piace
- La scelta di mettere al centro l'ambiente.
- Il character design.
- Il rifarsi dichiaratamene a film molto famosi...
Cosa non va
- ...che finisce per farne un film derivativo.