Los Angeles, 1947. Un misterioso omicidio attira l'attenzione di Daniel Sousa, trasferito nella Città degli Angeli, ed egli si rivolge agli ex-colleghi newyorkesi in cerca d'aiuto. E così si ritrova a lavorare con Peggy Carter, temporaneamente sollevata dal suo incarico principale, legato alla rediviva Dottie Underwood. Insieme al fidato Edwin Jarvis, per l'occasione accompagnato dalla moglie, l'agente Carter comincia ad indagare, entrando in contatto con un nuovo complotto di natura paranormale, orchestrato in parte dall'attrice hollywoodiana Whitney Frost...
Cambio d'aria
Come i suoi fratelli maggiori cinematografici, in particolare i film dedicati a Captain America (che menzioniamo in particolare per ovvi motivi di parentela narrativa), Agent Carter conferma la volontà della Marvel Studios di esplorare strade nuove e non rimanere intrappolata in schemi triti e ritriti. Gli ingredienti essenziali - spionaggio, azione, esplorazione del ruolo della donna e del sessismo che dominava l'epoca in questione, soprattutto nell'ambiente lavorativo - rimangono gli stessi, ma l'epicentro narrativo-geografico si sposta da New York a Los Angeles, città cinematografica per eccellenza e luogo ideale, anche sul piano estetico, per esplorare il passato del Marvel Cinematic Universe.
Leggi anche: Agent Carter espande il Marvel Cinematic Universe
Qui ci troviamo a Hollywood, capitale dell'artificio e della menzogna, location perfetta per un intreccio spionistico, nonché centro nevralgico di un dibattito sulla parità dei sessi che è ancora in corso (vedi le polemiche sulle discrepanze salariali tra attori ed attrici). In tal senso, è molto interessante la scelta di trasformare Whitney Frost, tradizionalmente avversaria/amante di Tony Stark (nonché figlia del Conte Nefaria, celebre villain dell'universo fumettistico), in un'attrice, la cui sete di potere e vendetta nasce in parte da un ambiente professionale dove le protagoniste femminili erano spesso viste come oggetti con una data di scadenza ben definita. Inoltre, il 1947 è l'anno dell'assassinio della Dalia Nera, un evento tragico profondamente radicato nell'universo dello show business. Resta da vedere come si evolverà questa componente "meta" nel corso degli otto episodi rimanenti, ma le premesse per un prodotto agli stessi livelli dell'annata precedente ci sono tutte.
Leggi anche: Agent Carter: commento al finale della stagione 1
Nuova minaccia
È notevole anche la scelta, da parte degli showrunner, di trattare questa seconda stagione quasi come una miniserie a parte, almeno a giudicare dagli eventi principali di questi primi due episodi. Una delle due sottotrame rimaste in sospeso al termine dell'annata precedente - la fuga di Dottie, interpretata come sempre da Bridget Regan - viene riesumata come prologo della season premiere, l'altra - l'ascesa graduale di Arnim Zola - non ha bisogno di ulteriori sviluppi, poiché ne conosciamo l'esito grazie a Captain America: The Winter Soldier. In questa occasione, la minaccia è rappresentata da una versione di quello che nei fumetti è noto come Impero Segreto, un'organizzazione misteriosa che per certi versi ricorda la Lega degli Assassini in Batman Begins (l'Impero, qui chiamato Consiglio dei Nove, avrebbe causato il crollo della Borsa nel 1929). Questo ci ricorda uno dei maggiori punti di forza del Marvel Cinematic Universe: non occorre aver visto tutto per poter seguire la storia, e le avventure di Peggy Carter non sono da meno.
Leggi anche: Marvel Cinematic Universe: la nostra guida alla saga dei supereroi
I soliti sospetti
Torna in azione la sempre brava Hayley Atwell, eroina carismatica, tosta e vulnerabile, affiancata dai fidati colleghi James D'Arcy (Jarvis), Enver Gjokaj (Sousa) e Chad Michael Murray (Jack Thompson). Tra le new entries segnaliamo Wynn Everett (Whitney Frost), Reggie Austin (Jason Wilkes) e l'attrice olandese Lotte Verbeek (la signora Jarvis). Tra i cattivi ci sono due veterani di tutto rispetto come Kurtwood Smith e Ray Wise. E ovviamente ci sarà posto anche per Dominic Cooper nei panni di Howard Stark, che per l'occasione diverrà un gigante di Hollywood...
Leggi anche: Excelsior! Alla ricerca dei camei di Stan Lee nei film e nelle serie Marvel
Universo più vasto
Sebbene l'intreccio sia perfettamente fruibile come entità narrativa a sé, c'è un elemento che, per ammissione degli showrunner, sarà legato ad uno dei film di prossima uscita. Per l'esattezza, parliamo di Doctor Strange, che rivisiterà il concetto di un'energia interdimensionale nota come Darkforce, i cui effetti non sempre benefici sono visibili già in questi due episodi (e nella prima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.).
Leggi anche: Doctor Strange: Kevin Feige parla dei poteri del protagonista
Movieplayer.it
4.5/5