24 febbraio 2019, cerimonia degli Oscar al Dolby Theater di Los Angeles. È il turno della performance di Shallow, canzone del film A Star is Born che poi vincerà l'ambita statuetta. Lady Gaga e Bradley Cooper si siedono al pianoforte e sul palco scatta la magia. È una performance sentita, commovente e, per i più maliziosi, persino troppo sincera. I due attori protagonisti del film si scambiano alcuni sguardi che lasciano intravedere più della semplice complicità. A dire il vero, sembrano innamorati davvero e chiunque, dal pubblico seduto a pochi metri da loro agli spettatori di tutto il mondo, si aspetta un bacio che non arriva (sarà uno dei momenti più chiacchierati sul web di lì ai giorni seguenti). Abbiamo deciso di richiamare alla vostra memoria questo momento extra-filmico per iniziare la nostra spiegazione sul finale di a Star is Born, quarta versione di un vero e proprio classico del cinema americano che, attraverso una storia romantica, compie un'indagine sullo star system. E non l'abbiamo scelto a caso, perché Jackson e Ally hanno formato una coppia indimenticabile, una delle più amate degli ultimi anni tanto che, anche al di fuori del film, i due personaggi principali si sono amalgamati e confusi con i loro attori. Merito di un film che sa toccare le corde giuste, dell'alchimia tra Bradley Cooper e Lady Gaga e pure delle canzoni che compongono la colonna sonora e che danno vita a un finale emozionante.
"Tell me somethin', girl"
Chi è il vero protagonista del film? È Jackson Maine, cantante rock country di grande successo ma con un passato turbolento e con l'acufene che lo tormenta? È Ally Campana, ragazza dalla bella voce che si esibisce in un night club e viene scoperta da Jackson? Oppure è la loro storia d'amore, il loro rapporto così esplosivo (i due s'innamorano praticamente subito) che permette ad Ally di diventare una star della musica? Il film comincia con un concerto di Jackson, con la folla urlante che lo acclama. La macchina da presa, a mano e quindi sporca, grezza, come il suo personaggio che è un'icona del rock, lo inquadra di spalle mentre si avvia sul palco per cantare Black Eyes. Durante la performance non si ha mai un'inquadratura frontale, precisa, ordinata: Jackson si muove continuamente insieme alla macchina da presa, le luci accecano il volto che viene spesso catturato di profilo. Questa performance è un'ottima presentazione del personaggio: tormentato, incapace di stare immobile, sporco nell'esecuzione perché fautore di una musica che viene dallo stomaco e non segue le regole. Il contrario, invece, di come si conclude il film, con la performance di Ally in ricordo del marito morto suicida. I'll never love again, quell'ultima canzone, è invece una ballata elegante, raffinata. La cantante rimane immobile davanti al microfono e la macchina da presa, più dosata nei movimenti, la inquadra come in un continuo cullare, avanti e indietro. Il film si chiude con un'inquadratura frontale di Ally che guarda direttamente gli spettatori. Cos'è successo nel frattempo, nelle due ore di film, tra l'inizio e la fine?
"You found the light in me"
Una stella nasce e un'altra muore. Ciò che è l'inizio per uno è la fine per qualcun altro. A Star is Born è la storia di ben due stelle, la prima in discesa e la seconda in ascesa. Quando lo conosciamo per la prima volta, Jackson è già una star, ma il suo comportamento, i suoi fantasmi del passato e i suoi problemi con l'alcol accentuati dalla sempre più presente malattia uditiva lo porteranno a trasformarsi in una cometa, una meteora pronta a schiantarsi al suolo. Succederà nel peggiore dei modi (il suicidio) dopo un lento, ma inesorabile declino che metterà a dura prova la relazione con Ally. Perché nel frattempo, la ragazza scoperta da Jackson entrerà di prepotenza nello star system, abbandonando la musica country rock e arrivando al successo grazie al pop. Da nome di persona a brand vincitrice di Grammy, Ally diventa l'opposto di quello che simboleggia Jackson. Il personaggio di successo che produttori e manager costruiscono per Ally (e in Ally) causa una rottura sempre più profonda in Jackson che viene visto come una minaccia per la carriera della cantautrice esordiente. D'altronde, nell'industria pop non c'è spazio per i sentimenti rock. In performance sempre più costruite e canzoni pensate a tavolino, ciò che rimane di vero è la bella voce di Ally e l'amore sincero per il suo partner. Amore che Jackson ricambia, ma a modo suo. Conscio ormai di essere un cantautore in declino, depresso e impaurito dal rovinare la carriera in ascesa di Ally, il nostro protagonista si impiccherà nel garage. Un gesto disperato di una persona in carenza di attenzioni? Il risultato di anni di depressione e alcolismo che, sin dall'età di tredici anni, l'avevano tormentato? Oppure, in una lettura più prettamente romantica, gesto finale per regalare alla sua amata il sogno che inseguiva?
A Star is Born: 5 motivi per i quali il film con Lady Gaga e Bradley Cooper è un instant cult
"Far from the shallow now"
Solitamente, quando si pensa alla storia di A Star is born (in italiano le versioni precedenti erano tradotte in E' nata una stella) si presuppone che la stella del titolo nasca proprio durante il secondo atto del film: corrisponde all'ascesa della ragazza che diventerà via via sempre più celebre e famosa. Nel film di Bradley Cooper, invece, c'è uno spostamento tematico di questo canovaccio narrativo: rimane la "solita vecchia storia" ma, come viene detto nel film, anche se le note sono sempre dodici, l'ordine in cui vengono suonate può dare vita a musica diversa e nuova. Per capire al meglio questo cambiamento dobbiamo tornare a quell'ultima inquadratura finale, al significato del primo piano di Lady Gaga che volge lo sguardo direttamente a noi spettatori. È necessario sottolineare come, nella scena precedente, durante una conversazione col fratello maggiore di Jackson, Ally accetta che la morte di Jackson non sia colpa di nessuno, o per fare un gioco di parole, sia solo colpa delle stelle. Era scritto nel destino, sia nel passato del personaggio che mostrato intelligentemente durante una delle prime scene del film, quando Jackson, mentre è in auto, sorpassa un cartellone colorato (quindi pop) con raffigurati dei cappi, un annuncio della fine del film. All'inizio di quell'ultima performance, il personaggio femminile si presenta con nome e cognome rinnovati: Ally Maine. Non semplicemente "Ally", la confezione pop che il pubblico aveva imparato a conoscere, e nemmeno Ally Campana, il suo nome biologico. Cambiando il cognome si presenta come moglie di Jackson Maine, come partner legale e, soprattutto, come partner spirituale: finalmente, proprio alla fine del film, Ally torna a cantare con la sua vera voce, quella voce che aveva attirato Jackson mentre in un night club cantava La vie en rose di Edith Piaf. Si spoglia del personaggio costruito e torna a essere una persona sincera.
"I'll never love again"
Il testo di quell'ultima canzone, I'll never love again, racconta - come nei migliori musical - i motivi che stanno dietro il suicidio di Jackson e la (ri)nascita di Ally. Jackson capisce che Ally non potrà mai ascendere e diventare una vera star se disposta a sacrificare tour ed energie per lui. Troppo innamorato di lei, il suicidio è l'atto d'amore definitivo, come nelle migliori tragedie, per compiere il percorso da lui stesso iniziato: lui l'ha scoperta, lui l'ha resa famosa, lui la consacra attraverso la sua assenza. Quella frase del ritornello (è lui ad aver scritto la canzone) è una dichiarazione d'intenti: non amerà più nessuno. Di contro, Ally ora è tornata la ragazza che aveva fatto scoccare la scintilla a Jackson (notate il cambio di colore dei capelli), torna a cantare una canzone più consona alla sua voce naturale ed è libera di essere finalmente una star. Più sincera, più onesta, più sé stessa. È qui che "la stella nasce", proprio alla fine del film. Tornare a cantare una canzone di Jackson significa sancire definitivamente la loro unione, quell'amore così unico e forte che le ha svoltato la vita. E significa anche fare in modo che la memoria di Jackson non vada perduta, che il loro rapporto possa proseguire, seppur in maniera spirituale attraverso la musica. Ally non è più un prodotto dell'industria tanto quanto non lo è di Jackson: quello sguardo verso gli spettatori è la consacrazione della sua identità personale, di quello che è davvero, reso possibile proprio grazie a tutto il percorso affrontato nel corso del film. E torniamo, quindi, a quel momento della cerimonia degli Oscar, quando Bradley Cooper e Lady Gaga hanno cantato al pianoforte emozionando tutta la platea. Entrambi sono riusciti ad emergere insieme (Bradley Cooper esordì alla regia con un film molto amato e Lady Gaga tornò alla ribalta, dopo un periodo in cui sembrava aver perso di popolarità, proprio grazie al ruolo interpretato) e quello sguardo durante la performance nascondeva e proseguiva il discorso spirituale del film: Ally e Jackson, per l'ultima volta, uniti nell'amore, cantando la loro canzone più celebre.