Recensione In viaggio con una rock star (2010)

Il film di Stoller è un caloroso buddy movie e una character comedy che ha sì una una struttura tradizionale, ma anche momenti di pura e folle originalità soprattutto grazie a Brand, il quale, eccessivo quanto si vuole, riesce a proporre in più occasioni una componente di trascinante e imprevedibile estro.

A spasso con Aldous

E' un momento particolarmente delicato nella vita di Aaron Green, giovane ed entusiasta aspirante discografico di New York. Se dal punto di vista romantico le cose hanno preso improvvisamente una piega avversa a causa del litigio con l'ambiziosa fidanzata medico, da quello professionale gli si prospetta un'occasione d'oro: quella di rivitalizzare la carriera di una delle ultime vere rockstar, il carismatico songwriter britannico Aldous Snow. Per il decennale dell'uscita del suo seminale Live at the Greek Theater, infatti, il divo, in piena parabola discendente dopo il tonfo del suo ultimo esecrabile album, ha accettato di suonare nuovamente nell'arena losangelina, e tentare così di riconquistare i suoi fan americani. Peccato che tra droghe, appetiti di varia e spesso insalubre natura e capricci assortiti, il viaggio della star da Londra a LA, durante il quale Aaron deve cercare di mantenerlo sobrio e garantire un minimo di puntualità, si riveli presto un'avventura irta di ostacoli.

Chi ha amato Non mi scaricare, di cui In viaggio con una rock star è a tutti gli effetti uno spin-off, non tarderà a riconoscere in Aldous Snow una versione potenziata del flessuoso e sboccato musicista che rubava la ragazza (Kristen Bell, che ha un cameo anche qui) all'adorabile Jason Segel. E' anche possibile che, come chi scrive, non foste parte della numerosa compagine di chi riteneva Russell Brand/ Aldous Snow una delle cose più divertenti dell'acclamato esordio di Nicholas Stoller, che non vi sentiste esattamente conquistati dal suo accento cafone, dai suoi incisivi ipersviluppati, dal suo petto irsuto e dal suo dubbio talento musicale, e che pertanto abbiate i vostri dubbi di fronte a una pellicola incentrata interamente su questa macchietta. Eppure, come chi scrive, con In viaggio con una rock star potreste ricredervi.
Brand non mette certo da parte i suoi "peccati", anzi, il film è un vero trionfo della sua fisicità e dei suoi brani pedestri e offensivi, ma il grande spazio che la pellicola gli garantisce gli serve anche a regalare una credibile personalità al debosciato Snow. Questo divo ha anche un'anima, ovviamente tormentata, e Brand riesce a conciliare la smodatezza, la volgarità e l'egomania con una misteriosa saggezza e un'autentica umanità. L'alchimia con Jonah Hill, che ha già dimostrato più volte bravura e versatilità (pensiamo al suo diabolico Cyrus, non certo un innocuo pacioccone), e che qui dimostra una grande facilità nel produrre ottima commedia con un personaggio "normale" che rappresenta il perfetto contraltare agli eccessi di Brand, fa il resto.

Scritto dallo stesso Stoller sulla base del personaggio creato per Russell Brand da Segel (mentre Hill, stranamente, non riprende il ruolo interpretato in Non mi scaricare), e prodotto dall'ex Re Mida della commedia USA Judd Apatow, In viaggio con una rock star prende in giro l'industry musicale (che si rende simpaticamente complice della beffa, vedi camei di Christina Aguilera, Pink, Lars Ulrich, etc.), non lesinando certo le gag esplicite e l'umorismo scatologico, anzi probabilmente vi troverete a contare gli episodi di vomito a getto di cui è protagonista il povero Jonah Hill per testare le vostre capacità mnemoniche; ma è soprattutto un caloroso buddy movie e una character comedy che ha sì una una struttura tradizionale, ma anche momenti di pura e folle originalità soprattutto grazie a Brand, il quale, eccessivo quanto si vuole, riesce a proporre in più occasioni una componente di trascinante e imprevedibile estro. Stoller, da parte sua, gestisce alla perfezione la sua invadente star, e riesce a farci dimenticare qualche passaggio maldestro del suo script soprattutto grazie alle irresistibili sequenze "lisergiche", commentate da scelte

musicali che fortunatamente esulano spesso dal repertorio di Aldous Snow e dei suoi Infant Sorrow, e finisce per consegnarci quella che forse non sarà la rock'n'roll comedy degna di stare accanto all'impareggiabile This is Spinal Tap, né un nuovo classico della risata stelle e strisce, ma senz'altro un successo di cui il Team Apatow aveva bisogno, e un veicolo ideale per l'incontenibile e spavaldo Russell Brand.

Movieplayer.it

3.0/5