A Sign of Affection, la recensione dei primi episodi del piacevole shojo disponibile su Crunchyroll

La nostra recensione dei primi episodi di A Sign of Affection, iil nuovo anime shojo disponibile su Crunchyroll che racconta la storia di Yuki, una ragazza sorda alle prese tra università e la scoperta dell'amore.

A Sign of Affection, la recensione dei primi episodi del piacevole shojo disponibile su Crunchyroll

Il nuovo anno ha portato su Crunchyroll diversi nuovi interessanti titoli: anime che spesso hanno già vissuto una florida vita su carta o nel web e il cui adattamento è stato a lungo atteso dai lettori, anche con un certo timore. È il caso di A Sign of Affection (Yubisaki to renren), uno shojo già molto apprezzato, una storia d'amore e di amicizia che racconta la difficoltà di riconoscere e comunicare i propri sentimenti agli altri ma da un punto di vista differente: quello di una ragazza sorda che, giunta all'università, decide di ampliare quel mondo fatto di consuetudini e sicurezze, un mondo pacato e silenzioso che ora comincia ad animarsi e starle stretto.

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A Sign of Affection: una scena dell'anime

Sulle stesse tematiche nel 2016 era uscito lo splendido A Silent Voice - La forma della voce, un film che andava in profondità nell'animo dei suoi personaggi: adolescenti fragili che nell'affrontare i loro dolorosi problemi imparavano ad accorciare le distanze relazionandosi con i loro coetanei. Il manga e quindi l'anime di Sū Morishita, però, non scava nella psiche dei personaggi in maniera approfondita, almeno non fin da subito, ma ce li lascia in qualche modo scoprire piano piano e come vedremo in questa recensione, i primi episodi distribuiti dal 6 gennaio 2024 di A Sign of Affection risultano comunque una piacevole visione, un adattamento frutto di diverse interessanti accortezze ma vittima di qualche elemento retorico di troppo.

Un mondo da scoprire nella trama

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A Sign of Affection: la protagonista, Yuki, in una scena

Yuki Itose è una studentessa ed è sorda dalla nascita. Pur portando un apparecchio acustico non riesce a distinguere i suoni e per questo per lei la nuova vita da universitaria che ora intraprende risulta essere un enorme cambiamento. Un giorno mentre è su un treno viene tolta d'impaccio da una situazione imbarazzante da un misterioso ragazzo dai capelli bianchi che sembra saper parlare una lingua straniera; lo sconosciuto si rivela essere Itsuomi Nagi, uno studente di lingue che frequenta la sua stessa scuola. Aiutata dalla sua amica Rin, Yuki cercherà di avvicinarsi sempre di più a Itsuomi, una persona estremamente schietta, così diversa da qualunque altra sua conoscenza, il cui mondo sembra sconfinato. La ragazza piano piano inizierà a provare qualcosa di più di un'amicizia per il compagno di università e nel tentativo di avvicinarsi sempre di più a lui, anche Itsuomi comincerà a provare una certa curiosità verso di lei e la lingua dei segni.

Decidere per sé nello shojo

L'anime A Sign of Affection fin dai primi episodi sembra essere quell'adattamento fedele che ci saremmo aspettati. A partire dai primi minuti verrete catapultati nel mondo rosa e silenzioso della protagonista, nella sua voglia di ampliare gli orizzonti, di oltrepassare quei limiti che le hanno delimitato negli anni uno spazio confortevole ma che ora che è adulta le stanno stretti. Itsuomi con la sua irruenza aprirà un primo spiraglio, una finestra attraverso cui Yuki può intravedere qualcosa di vivace e sconfinato, a volte spaventoso ma incredibilmente affascinante. Questo è decisamente l'aspetto che maggiormente ci è piaciuto della storia: il raccontare la scoperta del mondo di una giovane donna alla ricerca della sua indipendenza, conquista dopo conquista, in un susseguirsi di nuove esperienze, nuove sensazioni e sentimenti a cui dare un nome.

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A Sign of Affection: un momento dell'anime

Se Yuki riesce ad uscire pian piano dal suo guscio, non possiamo affermare lo stesso per la serie in generale che rimane costretta, almeno per ora, nei più classici cliché dello shojo, inanellando una dopo l'altra una serie di situazioni che ripropongono il classico "romanticismo" che accomuna i titoli appartenenti a questo genere. Tutti i ragazzi che gravitano intorno alla protagonista non sono solo di un fascino e di una bellezza inusuale, ma si sentono in dovere di trattarla come se lei non avesse mai una vera volontà da esercitare sulla sua vita, foglia al vento sospinta costantemente dai sentimenti... ma troppo spesso di qualcun altro. Sì, lo sappiamo che questi sono di solito i meccanismi altamente rodati e apprezzati da lettori e lettrici che amano questo tipo di narrazione, ma nel corso degli anni tanti titoli appartenenti a questo target ci hanno mostrato che si può sempre giocare e rivedere gli stereotipi per creare qualcosa di più profondo e interessante. (Qualcuno ha detto Toradora?)

Un buon livello tecnico

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A Sign of Affection: Itsuomi in una scena

Se quindi la storia, pur emozionandoci, non ci ha pienamente convinto non possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda l'animazione che è stata affidata all' Ajia-do Animation Works, storico studio giapponese, forse non tra i più conosciuti, almeno qui da noi in occidente, ma che i diversamente giovani come noi avranno già visto grazie alla serie The Real Ghostbusters del 1986 (in collaborazione con DiC Entertainment) e il secondo atto dell'anime Emma: A Victorian Romance del 2007. La loro produzione è comunque bella lunga e vi consigliamo di dargli un'occhiata, anche perché sulla qualità di questo A Sign of Affection c'è ben poco da dire.

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A Sign of Affection: una tenera immagine dell'anime

Lo stile del manga è reso in maniera impeccabile anche su schermo, la fluidità con la quale alcuni personaggi si servono della lingua dei segni e il lavoro che è stato fatto su questo aspetto è impressionante ed estremamente accurato. Yuki comunica con gli altri attraverso le mani, lo sguardo e i movimenti del suo corpo, tutti elementi che sono stati resi con enorme naturalezza grazie ad una fluidità che si nota specialmente nei personaggi principali e che denota la qualità che gli animatori hanno sapauto infondere nel progetto.

Conclusioni

Nel riassumere la nostra recensione dei primi episodi di A Sign of Affection possiamo affermare che l’adattamento anime, in stremaing su Crunchyroll, rimane piuttosto fedele al manga da cui è tratto. Nel raccontare la storia di Yuki e la sua scoperta dell’amore resta, però, un po’ troppo ingabbiato nei cliché più classici dello shojo, non permettendo, almeno per ora, di delineare i personaggi con una maggiore profondità. Molto buone le animazioni che permettono di rendere con fluidità i complessi movimenti della lingua dei segni.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Le animazioni e l’ottima resa della lingua dei segni giapponese.
  • Il racconto di scoperta che coinvolge Yuki.

Cosa non va

  • I tanti, troppi cliché che imbrigliano il racconto e la caratterizzazione dei personaggi.