A Discovery of Witches, recensione: magia e (troppi) sentimenti sostengono la serie

La recensione della prima stagione di A Discovery of Witches, la serie con Teresa Palmer e Matthew Goode in arrivo su Sky Atlantic.

A Discovery Of Witches
A Discovery of Witches: una foto dei protagonisti Matthew Goode e Teresa Palmer

Come scoprirete nella nostra recensione di A Discovery of Witches, un amore contrastato, lotte tra creature sovrannaturali e la ricerca della propria identità animano la prima stagione di questa serie. Il progetto televisivo, in arrivo su Sky Atlantic dal 29 gennaio, è tratto dalla trilogia di romanzi scritti da Deborah Harkness e ha già ottenuto l'approvazione per un secondo e un terzo ciclo di episodi che proseguiranno la storia di questo mondo popolato da vampiri e streghe. Come purtroppo un po' prevedibile, la serie si concentra presto sugli elementi più "romantici" della narrazione, tuttavia un cast convincente sostiene una struttura piuttosto fragile e al tempo stesso non priva di fascino, riuscendo a mantenere alta l'attenzione degli spettatori non troppo esigenti.

Scoperte inaspettate in grado di cambiare la vita

Adiscovery Teresa Palmer
A Discovery of Witches: Teresa Palmer in una foto della serie

Al centro della trama c'è Diana Bishop (Teresa Palmer), una strega esperta di storia che si ritrova misteriosamente tra le mani un manoscritto di inestimabile valore nella biblioteca di Oxford. Da quel momento la sua vita cambia per sempre, dovendo fare i conti con l'affascinante Matthew Clairmont (Matthew Goode), un vampiro esperto in genetica. Il manoscritto comparso dal nulla potrebbe infatti svelare un segreto in grado di poter far scomparire per sempre le creature immortali ed è particolarmente desiderato dalle persone dotate di poteri che sperano di utilizzarlo per i propri scopi, potenzialmente mortali. Tra Diana e Matthew si forma però ben presto un legame che sembra andare oltre i confini del tempo e obbligherà entrambi a confrontarsi con il proprio passato nella speranza di avere un futuro insieme, sfidando le regole e superando innumerevoli ostacoli.

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Un adattamento alla ricerca di equilibrio

Adiscovery Teresa Matthew
A Discovery of Witches: una foto dei due protagonisti

Gli otto episodi che compongono la prima stagione di A Discovery of Witches - Il Manoscritto delle Streghe seguono il primo volume della Trilogia delle anime scritta da Deborah Harkness, inserendo anche personaggi ed elmenti tratti dai successivi capitoli del racconto e cercando di seguire in contemporanea la storia di Diana e Matthew e al tempo stesso quella dei membri della Congregazione, l'organizzazione composta dai rappresentanti di ogni specie "magica" che hanno stretto un'alleanza per mantenere il controllo sul mondo sovrannaturale ed evitare di attirare l'attenzione degli esseri umani. Il gran numero dei personaggi coinvolti negli eventi, le differenti location che comprendono anche la Francia e Venezia oltre ad Oxford, e l'evolversi della relazione tra Diana e Matthew rendono piuttosto difficile il compito degli sceneggiatori al lavoro sull'adattamento e, come abbastanza prevedibile, i personaggi secondari e l'affascinante ambientazione nel mondo accademico vengono sacrificati a tratti in modo eccessivo a favore dell'intreccio piuttosto classico e prevedibile dell'amore proibito. Teresa Palmer è comunque abbastanza brava nell'interpretare Diana, la giovane strega rimasta orfana quando aveva solo sette anni che scopre di possedere dei poteri eccezionali che deve imparare a gestire. L'attrice, nonostante la serie non si soffermi mai in modo adeguato sull'impatto emotivo della scoperta della sua identità e dei segreti del suo passato, rende credibili i dilemmi del proprio personaggio e la sua forza di volontà. Ad aiutarla nel sostenere gli elementi, piuttosto stereotipati, legati alla storia d'amore e al suo addestramento, c'è il sempre affascinante Matthew Goode. L'attore, pur dovendo fare i conti con delle scene che rischiano di scivolare nel ridicolo come quella in cui avvisa Diana di non correre per non scatenare i suoi istinti da vampiro, sa infondere a Matthew Clairmont la giusta dose di mistero e anima tormentata necessaria inizialmente a far sembrare il protagonista una figura quasi minacciosa dopo la scoperta del manoscritto e successivamente a renderlo un eroe romantico pronto a sfidare gli ordini della Congregazione pur di stare accanto a Diana e cercare di salvare la propria specie.

A Discovery Lindsay Duncan
A Discovery of Witches: Lindsay Duncan in una foto della serie

Rendere plausibile una storia d'amore tra un vampiro di 1.500 anni e una ragazza come Diana non è un compito semplice, ma Goode riesce a far passare in secondo piano l'assurdità della situazione e regala una buona interpretazione anche nella seconda parte della stagione in cui divide la scena con Lindsay Duncan, interprete di Ysabeau de Clermont che non nasconde il suo odio per le streghe e ha un passato complesso, e la sempre brillante Alex Kingston nel ruolo di Sarah, la zia di Diana che l'ha cresciuta fin da bambina e che vive insieme alla strega Emily, parte affidata a Valarie Pettiford. Le interazioni tra i protagonisti e le donne che fanno parte della loro vita sono infatti uno degli aspetti più convincenti e apprezzabili del progetto, riuscendo a regalare profondità a una storia che rischiava di allontanarsi eccessivamente dagli aspetti più "umani".

Figure secondarie non sempre delineate con attenzione

A Discovery Matthew Vampiri
A Discovery of Witches: Matthew Goode in una scena della serie

Tra i personaggi secondari Owen Teale, dopo Il Trono di Spade, propone con Peter Knox un'altra figura sospesa tra bene e male, con un ruolo chiave nella storia di Diana tutto da scoprire. L'attore, pur non attribuendo molte sfumature alla sua interpretazione, sa comunque evitare un approccio monocorde al suo personaggio, cosa che non riesce invece a Malin Buska nella parte della temibile strega Satu Järvinen che rintraccia e cattura Diana per scoprire i motivi della sua importanza. Dispiace, invece, che lo spazio di Marcus Whitmore e Miriam Shepherd diminuisca progressivamente nel corso della prima stagione: i due vampiri colleghi di Matthew che lo affiancano nelle sue ricerche nel campo della genetica possiedono un buon potenziale, per ora non del tutto sfruttato.
Gli sceneggiatori non riescono inoltre a delineare con attenzione la parte della trama ambientata a Venezia e maggiormente legata alla storia: Trevor Eve fatica a dare spessore al suo Gerbert D'Aurillac, ex papa e antico vampiro dalle motivazioni piuttosto oscure, Gregg Chillin non può fare molto per rendere interessante il veneziano che in passato è stato un doge, ed Elarica Johnson deve rifugiarsi negli stereotipi per dare vita alla sua Juliette Duand e al suo rancore nei confronti di Matthew.
Sarà invece interessante scoprire se in futuro la serie darà maggior spazio a presenze come il demone Hamish, interpretato da Greg McHugh, il miglior amico di Matthew, e Sophie, parte affidata a ad Asiling Loftus, che alimentano la tematica della comunicazione e collaborazione tra specie diverse, situazione che crea non pochi attriti con i membri più intransigenti della Congregazione.

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Una regia in grado di valorizzare location e interpreti

A Discovery Of Venezia
A Discovery of Witches: una foto della serie

La prima stagione riesce comunque a mantenere alta l'attenzione degli spettatori con il rapido susseguirsi di eventi che portano la coppia composta da Diana a Matthew a viaggiare e ad affrontare numerosi pericoli prima di dover capire come gestire i sentimenti sempre più profondi che li legano, elemento che sembra intrecciarsi con una profezia che li coinvolge molto da vicino. La serie infonde in alcuni passaggi, come quelli ambientati nella casa di Diana, un po' di senso dell'umorismo necessario a smorzare la drammaticità che contraddistingue il racconto, ma quello che manca realmente è un serio approfondimento di Diana la cui prospettiva sugli eventi risulta piuttosto appiattita a favore degli schemi tradizionali un po' in stile Twilight e, ovviamente, i classici come Romeo e Giulietta. La progressiva scoperta della propria forza interiore, della verità riguardante il passato della propria famiglia e dei poteri che possiede viene penalizzata dalla mancanza di uno spazio necessario a mostrarne le ripercussioni emotive sul personaggio.
A sostenere la serie c'è comunque anche il buon lavoro compiuto dal team di registi - composto da Juan Carlos Medina, Alice Troughton e Sarah Walker - che valorizzano le splendide location utilizzate mettendo in secondo piano la bassa qualità degli effetti speciali durante le scene d'azione.

Conclusioni

La serie, che si conclude per il momento con un cliffhanger per mantenere la curiosità in attesa della seconda stagione, non si inserisce tra i prodotti imperdibili dell'anno, ma per gli appassionati di racconti che uniscono romanticismo ed elementi sovrannaturali può rappresentare una parentesi godibile e in grado di intrattenere. La scelta di inserire personaggi che tra le pagine appaiono in un secondo momento, come abbiamo spiegato nella nostra recensione di A Discovery of Witches, rende la narrazione più coinvolgente pur faticando in più passaggi a delineare con convinzione il complicato mondo ideato dalla scrittrice. Gli otto episodi danno comunque vita a una narrazione in grado di intrattenere che si rivolge a un pubblico più adulto rispetto a prodotti come The Vampire Diaries. Dispiace un po' che la storia d'amore prenda il sopravvento su tematiche più importanti e potenzialmente interessanti, tuttavia il risultato è apprezzabile grazie al buon lavoro compiuto dagli interpreti e dal team impegnato dietro la macchina da presa.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Gli otto episodi hanno un buon ritmo e mantengono alta l'attenzione.
  • Matthew Goode è convincente nella sua interpretazione dell'affascinante vampiro.
  • I personaggi secondari sostengono e animano la narrazione.
  • La regia è di buon livello e le location valorizzate in modo adeguato.
  • Il finale suscita la giusta curiosità in vista della seconda stagione.

Cosa non va

  • Il romanticismo è troppo prevalente nei confronti degli altri elementi.
  • La protagonista femminile non ha molto spessore e la sua personalità viene sacrificata a favore dell'elemento romantico.
  • La serie potrebbe non soddisfare gli spettatori che non amano racconti in stile Twilight o Outlander.