Smarginano l'una nell'altra, crescono, si emancipano e sfumano in una serie di strappi anticipati già da alcune scelte stilistiche dei primi episodi. È così che ritroveremo Lila e Elena, le protagoniste della serie basata sui romanzi di Elena Ferrante, che dal 10 febbraio torna in prima serata su Raiuno con la seconda stagione. Come leggerete nella recensione de L'amica geniale 2, episodi 1 e 2, è chiaro sin dall'inizio che la serie riprenda all'insegna della continuità con la prima, ma solo per distaccarsene poco dopo, ponendo le basi di ciò che sarà il fulcro di questo secondo capitolo: la lotta di classe, l'emancipazione femminile, la fuga dal rione e il ritorno alle origini. Una rottura rappresentata a livello formale dall'irruzione di Alice Rohrwacher a cui Saverio Costanzo cede la regia nel quarto e quinto episodio.
La violenza dei rapporti, la giovinezza e il boom economico
I primi due episodi preparano il terreno per l'esplosione della rabbia, per la frattura che da lì a poco segnerà in maniera diversa le sorti delle due amiche-nemiche, ed è proprio questo avvio di stagione a contenere in nuce tutti i nuovi temi de L'amica geniale 2: Storia del nuovo cognome, a partire dalla scoperta della sessualità e dalla centralità del corpo femminile consumato da maternità indesiderate o sconquassato dalla violenza di padri e mariti, alla mercé di una società che ne ha sempre fatto oggetto di scambio e piacere.
Nel primo episodio (Il nuovo cognome) tornano le atmosfere marce del Rione, la violenza dei rapporti, i volti di una Napoli che la fame e l'indigenza hanno indurito, ma arrivano anche i primi fuochi della giovinezza e gli anni '60 con la promessa di prosperità per tutti. Se il racconto di Saverio Costanzo era stato nella prima stagione più intimista e concentrato sui moti dell'animo, qui le inquadrature iniziano a cambiare respiro e si aprono sul mondo fuori dal Rione: prima Amalfi, dove Lila è in viaggio di nozze, poi il centro di Napoli (nel secondo episodio) e il negozio di abiti da sposa che espone una sua foto.
Lila è ormai la signora Carracci, l'aver assunto il cognome del marito l'ha definitivamente cambiata, nel portamento, negli abiti di buona fattura, nell'appartamento ammobiliato rigorosamente secondo gli usi borghesi dell'epoca, ma l'ha anche irrimediabilmente rotta dentro: la sensazione è di aver perso se stessa e la propria identità. Proprio durante la "luna di miele" viene fuori la natura violenta, selvaggia e spietata del marito Stefano Carracci, che abuserà della moglie per una lunga e interminabile notte.
Tornata al Rione Lila sarà doppiamente vittima: questa volta dell'indifferenza della sua famiglia, che ne ignora i vistosi lividi sul volto. Nel frattempo inizia a covare il desiderio di vendicarsi del marito, per essere entrato in affari con i Solara, e ritrova l'amicizia di Elena, che comincerà a trascorrere lunghi pomeriggi nella nuova casa da donna sposata dell'amica. La violenza perpetrata tra le mura domestiche, che terrà banco anche nell'episodio successivo, per una breve parentesi cede il passo alle infatuazioni di Elena divisa tra Antonio e il fascino di Nino Sarratore.
L'amica geniale - Storia del nuovo cognome: Il ritorno di Lila e Lenù
Gli ultimi scampoli di neorealismo
Nel secondo episodio rimangono centrali il corpo femminile straziato dalla violenza e la spinta rivoluzionaria e anarchica di Lila (Gaia Girace) e Elena (Margherita Mazzucco) ad emanciparsi da quel luogo di soprusi, ognuna con i propri mezzi: la prima con i continui rifiuti ad adempiere ai propri doveri coniugali, la seconda attraverso i libri, nonostante sia alle prese con un anno scolastico meno brillante degli altri. Il racconto si sposta nuovamente, seppur per una breve parentesi, all'esterno del Rione, in quel negozio di abiti da sposa in centro in cui la foto di Lila esposta diventa oggetto di nuove discussioni. Il rapporto tra Elena e Antonio si incrina definitivamente, dopo la richiesta di aiuto da parte della ragazza ai Solara per farlo esonerare dal servizio militare. L'estate è alle porte, Elena viene promossa e, per incoraggiarla, la professoressa Galiani le darà una serie di libri da leggere durante le vacanze.
Le scelte registiche confermano una continuità con il linguaggio che ha accompagnato la prima serie e si distinguono per grazia e commozione, come dimostra forse l'ultima straordinaria immagine neorealista della serie, prima di fare spazio alle sperimentazioni degli episodi successivi: quella delle donne del Rione, evocata dalla voce fuori campo di Alba Rohrwacher. "Erano nervose, erano acquiescenti [....]parevano aver perso i connotati femminili a cui noi ragazze tenevamo tanto e che evidenziavamo con gli abiti, col trucco. Erano state mangiate dal corpo dei mariti, dei padri, dei fratelli, a cui finivano sempre più per assomigliare, o per le fatiche o per l'arrivo della vecchiaia, della malattia. Quando cominciava quella trasformazione? Con il lavoro domestico? Con le gravidanze? Con le mazzate?", un'immagine di rara potenza, immortalata dagli occhi di Elena Cerullo, che ancora una volta ha intercettato i tormenti interiori dell'amica geniale.
Conclusioni
Concludiamo la recensione de L’amica geniale 2, episodi 1 e 2 con la convinzione di aver ritrovato tutta la grazia, la passione e l'autorialità che aveva caratterizzato la prima stagione della serie. Saverio Costanzo prepara sapientamente il terreno per un passaggio di testimone ad Alice Rohrwacher nel quarto e quinto episodio; la regia inizia ad assumere un respiro più ampio, si apre, segue l'evoluzione delle protagoniste e le inquadrature si allargano al mondo fuori dal Rione. Le interpretazioni sommesse e mai sopra le righe di Gaia Girace e Margherita Mazzucco continuano a tratteggiare una storia di lotta, rivoluzione e emancipazione femminile come mai prima d'ora nella fiction italiana.
Perché ci piace
- La grazia e il rigore con cui Saverio Costanzo riesce a raccontare la violenza subita da Lila ricorrendo a stratagemmi capaci di anticipare l'imminente strappo, la tensione e la successiva rabbia e voglia di vendetta.
- Le due attrici protagoniste cambiano passo: Elena e Lila crescono e con loro anche l'interpretazione di Gaia Girace e Magherita Mazzucco diventa più matura.
- L'ultima immagine neorealista della serie: quella potentissima delle donne del rione, evocata dalla voce narrante di Alba Rohrwacher (Elena).
Cosa non va
- Il primo episodio potrebbe apparire un po' verboso e didascalico. Ma basta avere solo un po' di pazienza.