Nello scrivere di Copperman continuava a venirci in mente, quasi ossessivamente, Tropic Thunder: nonostante sia uscito appena dieci anni fa, oggi sarebbe difficile realizzare un film del genere. Ideato, diretto e interpretato da Ben Stiller, Tropic Thunder prende in giro Hollywood e i suoi stereotipi, con battute che adesso farebbero rischiare la gogna pubblica ai propri autori. Nel film Stiller è Tugg Speedman, attore che cerca di farsi prendere sul serio dalla critica e per questo interpreta Simple Jack, ragazzo con problemi mentali grazie a cui vorrebbe vincere l'Oscar. Simple Jack è un disastro e il pluripremiato collega di Speedman, Kirk Lazarus - uno spettacolare Robert Downey jr., che interpreta anche un personaggio di colore (il movimento #OscarsSoWhite adesso lo massacrerebbe) - gli spiega dove ha sbagliato: "Analizza... Dustin Hoffman, Rain Man: sembra proprio un ritardato, ma non lo è. Stuzzicadenti, carte, autistico sì... Non ritardato. Prendi Tom Hanks, Forrest Gump: tardo sì, ritardato forse, apparecchio alle gambe, però affascinava Nixon e vinceva ping pong in un torneo, non è da ritardato. Peter Sellers, Oltre il giardino: infantile sì, ritardato no... Eri un completo ritardato, man! Mai completi ritardati. Non mi credi? Chiedi a Sean Penn, 2001, Mi chiamo Sam, presente? Completo ritardato, restò a mani vuote." È incredibile come il cinema riesca a creare una mitologia tutta sua: quella scena esilarante sembra essere proprio alla base di Copperman, in sala dal 7 febbraio, con Luca Argentero nei panni di un uomo con la mente di un bambino, che decide di diventare un supereroe per emulare il padre che crede, grazie a una bugia della madre, essere andato via di casa per combattere le ingiustizie.
La cosa divertente è che Robert Downey Jr. è anche l'interprete di Iron Man, che con Copperman ha in comune il fatto di non possedere superpoteri e di avere un metallo nel nome da battaglia. Luca Argentero e il regista Eros Puglielli hanno pensato sicuramente a quella scena mentre costruivano il personaggio di Anselmo: ingenuo e puro, il suo coraggio e generosità sembravano il trampolino ideale per rielaborare i cinecomic in un'ottica diversa: abbiamo visto infatti gli eroi classici ispirati ai fumetti della Marvel e DC; quelli cerebrali e complicati di M. Night Shyamalan; il wannabe supereroe irriverente protagonista di Super, scritto e diretto da James Gunn; i ragazzini terribili di Chronicle e infine gli eroi "all'amatriciana", l'Enzo Ceccotti e lo Zingaro di Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, e quelli disperati di I peggiori, diretto da Vincenzo Alfieri. Mancava quindi un supereroe a misura di bambino, completamente trasparente e incapace di mentire, essere cupo o fare battutine maliziose. Un'idea che sulla carta ha allettato gli autori, ma che nella realizzazione deve aver presentato più di un'insidia.
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Un supereroe bambino: ma i bimbi vogliono davvero Copperman?
In teoria è difficile volere male a un prodotto come Copperman: è bello constatare come il cinema italiano stia finalmente abbracciando di nuovo il genere, abbia ripreso gusto a sperimentare e rischiare, al punto da tentare di dire la sua su un filone ormai abusato e ricco come quello dei superero. Ma, essendo ormai il pubblico abituato a un certo standard, è difficile, se non impossibile, uscire illesi dal confronto con i blockbuster americani da centinaia di milioni di dollari di budget. Perfino un autore brillante come Shyamalan ha dovuto affrontare la dura realtà con il suo Glass, figuriamoci un piccolo film come Copperman: il confronto, sul piano tecnico, non si pone proprio. Eppure, sorprendentemente, non risiede qui il problema del film di Eros Puglielli: dal punto di vista della realizzazione la pellicola è infatti ben fatta. Copperman ha una bella fotografia, è girato con attenzione, il costume del protagonista è interessante e credibile, gli interpreti sono bravi (tra i comprimari di lusso due attori di razza come Tommaso Ragno nel ruolo di Silvano, il fabbro che costruisce il costume ad Anselmo, e Galatea Ranzi, che interpreta la madre del protagonista). Il problema è a monte: qual è davvero il pubblico di Copperman?
Luca Argentero crede nel ruolo, tanto da dire di volere una serie tv su questo personaggio, ed Eros Puglielli sicuramente si è divertito a giocare con i colori, ma forse non hanno pensato con attenzione a chi si stavano rivolgendo: il pubblico abituato agli effetti speciali di Hollywood rimarrà deluso, gli adulti forse non apprezzeranno appieno un personaggio così candido, mentre i bambini, gli spettatori probabilmente più adatti a un prodotto del genere, potrebbero essere già ben più smaliziati del protagonista. Cresciuti fin da piccoli a pane e YouTube, i ragazzini di oggi amano eroi come Aquaman e Iron Man, sboccati, sessualizzati, per niente ingenui e pieni di ombre, così come i grandi. Un personaggio come quello di Anselmo, con il suo candore disarmante, non è forse l'eroe che il pubblico giovane di oggi merita e nemmeno quello di cui ha bisogno.
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