30 Coins - Trenta denari: perché vedere la serie HBO Europe sugli esorcismi e altri rimedi

Religione e mistero si uniscono in 30 Coins - Trenta denari, la serie HBO Europe diretta da Álex de la Iglesia con Miguel Ángel Silvestre di Sense8, dal 29 giugno su Warner TV e disponibile in streaming su Discovery+.

30 Coins - Trenta denari: perché vedere la serie HBO Europe sugli esorcismi e altri rimedi

C'era una volta un paesino spagnolo estremamente religioso in cui iniziarono ad accadere degli avvenimenti apparentemente inspiegabili... finché non si iniziò a cercare le risposte in ciò che non vi voleva vedere davanti ai propri occhi. Potremmo riassumere così la trama di 30 Coins - Trenta denari, la nuova produzione originale HBO ma questa volta Europe, dal 29 giugno su Warner TV e disponibile in streaming su Discovery+. Una serie che arriva anni dopo la sua messa in onda originale e la sua presentazione al Festival di Venezia (correva il 2020) ma rimane attualissima per come mette in scena, in modo grottesco e surreale, le contraddizioni dell'animo umano e soprattutto della religione cattolica, messe in scena in modo esasperato come solo gli spagnoli sanno fare. Nel bene e nel male. Scopriamo perché vederla su Warner TV e Discovery+.

Perdonami Padre, perché ho peccato

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30 Monedas: un'immagine della serie

Una sorta de Il Miracolo (ve la ricordate la bellissima serie di Ammanniti targata Sky?) in salsa spagnola, con ispirazioni anche da Dan Brown, 30 Coins - Trenta denari mette da subito in chiaro come ci troviamo di fronte a una serie folle che travalica qualsiasi convinzione potevamo avere su questo tipo di storie. Álex de la Iglesia (che proprio a Venezia vinse il Leone d'Argento per Ballata dell'odio) scrive e dirige un supernatural drama che non risparmia nulla allo spettatore, nessun tono e sottogenere, dal romance alla commedia fino all'horror più puro, diventando addirittura pulp in alcuni frangenti. Gli otto episodi, prodotti da HBO Europe con la partecipazione di HBO Latin-America, ci fanno entrare in medias res nel racconto ambientato inizialmente in un remoto paesino dell'entroterra spagnolo che poi si espande in tutto il mondo, dopo una misteriosa rapina in una banca svizzera e la nascita di un bambino... da un animale.

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30 Monedas: i protagonisti in una scena

Tutti questi avvenimenti apparentemente slegati tra loro si dimostrano uniti dall'aspetto religioso, fortemente presente a Pedraza, cittadina di Segovia, con tanto di nuovo parroco, Padre Vergara (Eduard Fernández, visto in El Niño e Tutti lo sanno) arrivato da poco ma sui generis: è muscoloso, pratica la boxe in sacrestia e ha dei trascorsi in prigione a causa di un esorcismo finito male. Il passato sembra tornare a tormentarlo ovunque vada, coinvolgendo gli abitanti del paesino, a partire dal sindaco Paco (Miguel Ángel Silvestre, già visto in Velvet e Sense8), ingenuo e sempre disponibile per tutti, e dalla veterinaria Elena (Megan Montaner, Il segreto, Senza identità, La caccia - Monteperdido), empatica e dedita al lavoro. Questi ultimi sono palesemente innamorati l'uno dell'altra nonostante lui sia sposato e gestisca un'attività con la moglie e lei sia stata abbandonata misteriosamente dal marito. Tanti quindi i livelli del racconto che vanno a mescolarsi per creare un potpourri spesso monodimensionale ma che tiene alta l'attenzione per un ritmo incalzante e pieno di colpi di scena e di cambi di genere che sembrano senza fine (forse troppi). Lo spettatore è davvero portato a seguire cosa sta accadendo sullo schermo per capire dove si andrà a parare e a che livello di follia arriverà la narrazione.

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30 Coins: una scena della serie

Ciò che sembra ossessionare la vita di Padre Vergara e degli altri abitanti di Pedraza è una moneta che potrebbe far parte delle trenta con cui Giuda fu pagato per il suo tradimento di Gesù Cristo. Un denaro fortemente simbolico che quindi si presta a moltissimi livelli di lettura e che diventa artefatto di qualcosa che trascende lo spazio e il tempo. Capiamo subito a che gioco stiamo giocando (anche se non fino in fondo) grazie anche alla suggestiva ed evocativa sigla di apertura, che sembra riprende gli affreschi religiosi un po' come faceva The Leftovers per mostrare quanto il passato determini il presente della società. Ovviamente c'è in ballo la diatriba ancestrale scienza e fede, questo poiché proprio l'esorcista è il primo a non credere nelle possessioni e a voler cercare una spiegazione logica ad ogni costo per quello che sta accadendo in paese. Vuole rifarsi una vita senza il proprio ingombrante passato o c'è dell'altro sotto?

Il ritmo incalzante e la regia dinamica non lasciano scampo al pubblico, che viene preso con la forza e letteralmente trascinato in quest'avventura che vuole mettere alla prova tutte le nostre credenze e certezze. Le interpretazioni sono decisamente esagerate in situazioni a volte davvero poco credibili nonostante il lato soprannaturale della vicenda, ma è il quadro complessivo che intrattiene senza impegno, suggestiona e cattura senza cercare un approfondimento particolare. Quel senso claustrofobico del paesino e del suo credo forte, con la messa della domenica e tutti che si conoscono, viene ben espresso attraverso il tema soprannaturale che ricorda un po' Midnight Mass. Chissà che questo complotto religioso non coinvolga proprio il Vaticano in prima persona. O ancor meglio i piani alti. Chissà quanto alti e quanto ultraterreni.