100 Meters, la recensione: l'ultimo, bellissimo scatto verso il traguardo

Un corridore baciato dal destino, un corridore spinto solo dalla caparbietà. Davanti a loro 100 metri che fanno la differenza di una vita. 100 Meters è un magnifico film d'animazione tratto dal manga di Uoto, ora disponibile su Netflix.

100 Meters: una scena

C'è una scena particolare, in 100 Meters, che ha richiesto più di un anno di lavoro, un numero spaventoso di disegni e un utilizzo sopraffino di diversi stili e tecniche, dal rotoscopio (il disegno ricalcato sulla base di persone reali) al piano sequenza. Non vi anticiperemo di che scena si tratta (ma se vedrete il film, cosa che vi consigliamo caldamente di fare, lo capirete senza problemi), ma la cosa paradossale è che tutto questo tempo e tutto questo lavoro si sono poi concretizzati in una sequenza di poche decine di secondi.
Il che, alla fine, è anche un parallelismo interessante tra il lavoro di un animatore e l'attività di un velocista, che si allena per anni per poi concentrare tutta la propria vita, letteralmente, in meno di dieci secondi. E se questo vi sembra un approccio troppo "filosofico", non avete ancora visto nulla.

E tu, perché corri?

100 Meters   Ready Set
I due protagonisti da giovani

Togashi è un predestinato. Un ragazzo che sembra già proiettato verso un futuro glorioso: è un centometrista veloce, velocissimo. Un giovane corridore che è capace di lasciarsi alle spalle chiunque. Per lui correre così veloce è un atto naturale, quasi banale. La routine della sua vita viene sconvolta solo quando nella sua classe arriva un nuovo studente: Komiya. Timido, introverso e goffo, Komiya ha l'abitudine di correre per allontanarsi dai problemi e dalle difficoltà della vita, sia metaforicamente che in senso letterale. Ma Komiya è molto diverso da Togashi: è lento, impacciato e sgraziato. Ma ha qualcosa che a Togashi manca: la caparbietà, la volontà di migliorare progressivamente.

100 Meters   Komiya Inciampa
Komiya inciampa

Il rapporto tra i due ragazzi, così diversi eppure spiriti affini, si sviluppa nei pochi giorni che i due passano insieme. Komiya viene allenato da Togashi e sembra effettivamente aver trovato il suo posto, almeno fino a che i due non sono costretti a separarsi.
Togashi continua a seguire la strada che il fato sembra avergli spianato davanti, ma dovrà presto fare i conti con la dura realtà: il solo talento, per quanto enorme, potrebbe non essere sufficiente a trovare la risposta alla domanda centrale della sua esistenza: perché dovresti sacrificare tutta la tua vita pur di correre più veloce degli altri?

Corri per superare qualcun altro... o te stesso?

100 Meters   I Due Protagonisti A Confronto
I protagonisti di 100 Meters

Per contestualizzare nel modo migliore questo, diciamolo subito, magnifico film d'animazione, va citato Guillermo del Toro quando affermò, con forza, che "L'animazione è cinema, non un genere".
100 Meters (Hyakuemu, in originale) è tratto da un manga di Uoto, già autore di un altro titolo che ha stupito il pubblico di appassionati: Il movimento della Terra, recentemente trasposto in animazione, e anche in questo lungometraggio ritroviamo l'approfondimento psicologico e le complesse questioni morali ed esistenziali che avevano accompagnato la serie sulla scoperta dell'eliocentrismo (anche questa disponibile su Netflix).

100 Meters   Lantagonista Komiya
100 Meters: Komiya alla linea di partenza

100 Meters andrebbe quindi analizzato su due livelli (almeno): da una parte la storia, che si sviluppa seguendo gli alti e i bassi dei due personaggi principali, e che li vede affrontare difficoltà fisiche ed emotive nel corso degli anni. La corsa diventa non solo lo scopo delle loro esistenze, ma ciò che li fa maturare e crescere come individui, persone costrette a superare i propri limiti e le difficoltà, confrontandosi (e superando, di nuovo sia letteralmente che metaforicamente) con i loro rivali e i loro modelli di riferimento.

100 Meters   Il Protagonista Togashi
100 Meters: Togashi scatta!

In questo senso, il film è quasi più un trattato di filosofia che un film sportivo. Spesso i protagonisti si lanciano in disquisizione profonde sul senso delle loro vite, confrontandosi su ciò che li spinge a tornare sulla pista e rischiare il tutto per tutto in meno di dieci secondi, con un paio di personaggi secondari, il caparbio Kaido e il teoreta Zaitsu, che rubano la scena ai due protagonisti principali.
Eppure, nonostante i dialoghi e i temi siano complessi, la storia scorre in maniera fluida e organica, con picchi narrativi particolarmente efficaci che poi lasciano spazio a momenti più riflessivi e quieti.

Quando l'animazione diventa Settima Arte

100 Meters   Un Serrato Fotofinish
Un serrato arrivo al fotofinish

Il secondo livello di analisi è, invece, squisitamente tecnico. E qui, davvero, si possono solo tessere le lodi del regista Kenji Iwaisawa e del suo staff. Primo fra tutti il character designer nonché responsabile delle animazioni Keisuke Kojima, che ha magnificamente adattato lo stile del mangaka Uoto, e di Hiroaki Tsutsumi, che ha creato una colonna sonora ridotta all'osso ma, al tempo stesso, perfetta quando fa la sua comparsa.

100 Meters   Una Scena Del Film
Una scena del film

Ma è la maestria nel gestire differenti stili e tecniche, a cui accennavamo prima, a lasciare impressionati. I disegni evolvono, si deformano e mutano per adattarsi alle percezioni dei protagonisti e all'atmosfera del momento. La regia è capace di accompagnare lo sguardo dello spettatore tanto nelle scene più banali della vita quotidiana quanto nei momenti più adrenalinici ed esplosivi delle competizioni. Il tutto senza che quello che si vede sullo schermo risulti mai eccessivo, disturbante o caotico.

100 Meters   I Due Protagonisti Nella Prima Gara
100 Meters: i due protagonisti testa a testa

Dopo The First Slam Dunk (forse il film che si avvicina di più, per intenzione e realizzazione, a questo) o i virtuosismi tecnici di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello dell'Infinito e Chainsaw Man - Il Film: La Storia di Reze, possiamo senz'altro aggiungere anche 100 Meters alla lista dei film d'animazione giapponesi che hanno dimostrato cosa significa, in concreto, che l'animazione è puro cinema.
(Peccato solo non averlo potuto vedere in sala...)

Conclusioni

100 Meters è un magnifico film d'animazione, in cui le grandi possibilità che questa tecnica può offrire sono sfruttate in maniera impeccabile al servizio di una storia profonda, di crescita e scoperta di sé stessi. Per quanto i dialoghi possano essere, in alcuni momenti, anche troppo densi e complessi, l'emozione che esplode a ogni passo di corsa è tangibile e intensa.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Una vera gioia per gli occhi.
  • I personaggi sono ben delineati.
  • La scena sotto la pioggia.

Cosa non va

  • Alcuni passaggi potrebbero risultare un po' pesanti.
  • Un vero peccato non averlo avuto al cinema, o doppiato in italiano...