Recensione Salt (2010)

Un film asciutto, adrenalinico, improbabile, che ha come (unico?) motore propulsivo il carisma della sua eroina; il che potrebbe essere un difetto se non fosse per il fatto che Angelina Jolie è una forza della natura e la sua presenza è sufficiente a rendere la pellicola, se non credibile, decisamente coinvolgente.

The Salt Identity

Si possono muovere diverse critiche a Miss Angelina Jolie, classe 1975, un Oscar in tasca grazie a Ragazze interrotte; a cominciare dalla noncuranza con cui sceglie i suoi copioni, che fa spesso gridare allo spreco di un notevole talento. Non si può negare, tuttavia, che si tratti di una delle attrici può carismatiche che abbiano mai solcato gli schermi hollywoodiani, e questo Salt ne è la prova al punto che è difficile immaginare uno dei tanti colleghi maschi, campioni dell'action e dello charme, altrettanto in parte in una pellicola come questa, e in grado di sostenere dalla prima all'ultima inquadratura un film tanto asciutto nella sceneggiatura quanto ricco di azione serrata e rocambolesca.


Nel film diretto da Phillip Noyce, Angie veste i panni di Evelyn Salt, un'agente della CIA che ha trascorso un interminabile periodo di torture e stenti in nome del suo paese in mano ai servizi segreti nordcoreani. Liberata grazie all'intervento del collega e amico Ted Winter (Liev Schreiber) e di un marito adorante, la ritroviamo due anni dopo ad accompagnare il primo per un confronto di routine con un disertore russo che si è autoconsegnato all'Agency. Quest'uomo annuncia la
prossima attivazione di uno sleeper agent incaricato di uccidere, quello stesso giorno, il presidente russo in visita a New York. Il suo alias? Evelyn Salt. I colleghi, allarmati, cercano di fermare la donna, che afferma di essere vittima di una calunnia, ma lei non ci sta e in pochi istanti dà inizio a una fuga spettacolare, adrenalinica e implausibile che durerà praticamente per tutto il film.

Angelina Jolie è, come detto, un'autentica forza della natura: gagliarda negli stunt, precisa, concentrata e credibile nell'abbracciare un plot insensato, iconica nei suoi travestimenti e, naturalmente, sexy come niente e nessuno. La freddezza e l'infallibilità di questa macchina da guerra hanno una innegabile assonanza con il personaggio pubblico, e la sua presenza scenica è tale da ridare freschezza anche al più frusto dei cliché.
Non la supporta la scarna sceneggiatura di Kurt Wimmer e Brian Helgeland, che si basa su premesse paradossali e anacronistiche e lavora di sottrazione sui dialoghi per lasciare spazio all'azione: inseguimenti, acrobazie, sparatorie, botte da orbi. Il tutto senza un attimo per rifiatare, nella migliore tradizione della saga di Bourne: alla trilogia interpretata da Matt Damon, infatti, sembrano dover molto lo spirito di Salt e il piglio registico cadenzato eppure fluido di Noyce.
Nel complesso, la mancanza di solidità narrativa non invalida l'efficacia cinematografica di una pellicola che senza dubbio produrrà più di un'alzata di sopracciglia da parte degli spettatori smaliziati, ma che non annoia mai e rappresenta la consacrazione delle qualità di action-hero di Angelina Jolie, mai sfruttate tanto bene quanto in Salt.

Movieplayer.it

3.0/5