Recensione Oggi sposi (2009)

Un film scorrevole, che strappa più di qualche risata e che ha come unico scopo quello di raccontare in chiave caricaturale le brutture mediatiche cui la nostra televisione e i nostri giornali ci hanno ormai abituati e al contempo la grande tradizione 'familiare' italiana tirando in ballo un argomento, il matrimonio, che tra gli anni '60 e '70 si è reso protagonista di una pagina importante del cinema nostrano.

Quattro matrimoni all'italiana

Nell'italietta sfinita dalla crisi economica e dal caro vita, in cui gira intorno ai politici e ai calciatori, ai pregiudizi di razza nei confronti degli extracomunitari, alle soubrette e agli uomini d'affari, solo una cosa resiste agli acciacchi del tempo e sembra ancora saldamente nell'immaginario collettivo di tutti, soprattutto dei giovani: il matrimonio. E' in questo scenario che si inseriscono le vicende di quattro coppie che per un motivo o per l'altro decidono che il momento del fatidico sì è arrivato, con tutto quello che porta con sè in termini di preparativi, ansie, annunci, prove e soprattutto di impegno in termini economici più che sentimentali.

Coppie decisamente assortita quella composta da Nicola (Luca Argentero), un fascinoso poliziotto di origini pugliesi innamorato della figlia dell'Ambasciatore indiano che nel momento di chiedere la mano della sua bellissima fidanzata (Moran Atias) non immagina nemmeno cosa significherà per lui convincere il ruspante papà Sabino (Michele Placido) a partecipare alla cerimonia che sarà celebrata con rito Indù e che non si tratta di un'extracomunitaria che ha bisogno del permesso di soggiorno ma della figlia del ricchissimo e sofisticato Ambasciatore indiano. Nel frattempo Salvatore e Chiara (Dario Bandiera e Isabella Ragonese), due precari che lavorano in un ristorante e che convivono da tempo arrivando a malapena alla fine del mese, scoprono che stanno per diventare genitori e quindi iniziano a pensare che sia arrivato il momento di regolarizzare la loro unione anche agli occhi delle famiglie, specialmente quella di lui che arriverà in massa da Ficuzza Sicula mettendo in seria difficoltà i due ragazzi che non hanno la minima idea di come pagare il pranzo di nozze. La manna dal cielo per i due arriverà quando ad uno dei tavoli del loro ristorante si siederà un'altra coppia per discutere i preparativi e la lunghissima lista di invitati al loro matrimonio. Si tratta di Sabrina e Attilio (Gabriella Pession, Francesco Montanari), soubrette televisiva oltremodo arrivista lei, magnate della finanza dai loschi traffici lui, decisi ad arrivare sulle prime pagine di tutti i giornali scandalistici vendendo i diritti video-fotografici del matrimonio del secolo, griffatissimo, vippissimo e palesemente finto. Sarà proprio Chiara, in un momento di distrazione dei due, ad aggiungere un bel 'Sciacca +72' all'elenco degli invitati. Parenti imbucati e tanti soldi risparmiati. Altro imbucato d'eccezione al suddetto matrimonio sarà il pm romano Fabio Di Caio (Filippo Nigro), uno sfigato quarantenne imbalsamato che non ha vita sociale e che da tempo intercetta le telefonate di

Attilio tentando di smascherare i suoi intrallazzi con la mafia. Il tutto mentre cerca di dissuadere il ricco padre settantenne (Renato Pozzetto) dallo sposare una ventitreenne massaggiatrice (Carolina Crescentini) che è riuscita ad entrare nelle sue grazie. Sarà una macchinazione in nome del dio denaro o sarà amore vero?

Prendete un cinepanettone dai toni comici un po' più sofisticati rispetto ai prodotti d.o.c. di Vanzina e Parenti, metteteci una quindicina dei più bravi attori italiani in circolazione a recitare in ruoli volontariamente macchiettistici, condite il tutto con un po' di umorismo grottesco e di colore, con qua e là qualche battuta volgarotta tra il kitsch e il goliardico, otterrete così la miscela di Oggi Sposi. La leggerissima nuova commedia diretta da Luca Lucini è rivolta, in barba alle velleità socio-analitiche e alla serietà di tutti gli altri film italiani presentati in questa quarta edizione del Festival di Roma, al grande pubblico amante della commedia all'italiana, a quello dei cinepanettoni ma anche a quella fetta di spettatori che ama il cinema italiano puro senza le sellerone straniere a imperversare dal primo all'ultimo minuto. Un film scorrevole, che strappa più di qualche risata e che ha come unico scopo quello di raccontare in chiave caricaturale le brutture mediatiche cui la nostra televisione e i nostri giornali ci hanno ormai abituati e al contempo la grande tradizione 'familiare' italiana tirando in ballo un argomento, il matrimonio, che tra gli anni '60 e '70 si è reso protagonista di una pagina importante del cinema nostrano. Buone le prove degli attori tutti - qualcuno nella veste abituale altri irriconoscibili o in abiti decisamente inediti - alcune più riuscite altre meno, comicità terra terra, vecchio stile e macchiettistica nel tentativo mal riuscito di imitare le gag di Sordi e Manfredi degli anni d'oro. Un prodotto furbetto, frizzante (anche troppo) che riesce a discostarsi quanto basta dalle suddette cinemacinasoldi grazie a qualche genialata di sceneggiatura e ad una confezione visiva e musicale realizzata con meticolosità e intelligenza. Nonostante qualche caduta di stile il film si lascia guardare anche grazie ad una sceneggiatura che amalgama bene i quattro episodi regalando a Oggi Sposi una coralità ed una vivacità che fanno ben sperare per il futuro di un genere - la commedia all'italiana - che la premiata ditta Brizzi/Lucini/Martani/Bonifacci da qualche anno stanno tendando eroicamente di rivitalizzare. Il processo è ancora lungo ma siamo sulla buona strada.

Un doveroso plauso va alla coppia Argentero/Placido che dopo la difficile lavorazione de Il Grande Sogno si sono ritrovati sul set a recitare nel ruolo di padre e figlio ed hanno dato vita a siparietti a dir poco esilaranti prima di arrivare alla catarsi finale con il ballo nuziale diviso a metà, da una parte la taranta saltellata tipica pugliese e dall'altra le danze seducenti e leggiadre degne della migliore Bollywood. Ci sentiamo di condividere il pensiero di Sabino Impanato, il personaggio interpretato da Michele Placido, che ad un certo punto esprime sull'argomento la sua opionione sentenziando: "... a me gli indiani mi sono sempre piaciuti e il Generale Custer era proprio nu strunz!".

Movieplayer.it

2.0/5