Scalcinato, vetusto, obsoleto, il teatro ambulante del Dottor Parnassus apre i battenti in un animato vicolo della Londra contemporanea: Mercurio declama i suoi versi per attrarre l'attenzione dei passanti sulla bellezza fiabesca di Valentina, sulla secolare saggezza e gli incredibili poteri di Parnassus. Ma in realtà Mercurio è solo un giovane disperatamente innamorato, Valentina una fanciulla che sogna invano gioie domestiche che le sono negate, Parnassus un vecchio con il vizio della bottiglia. O no? Di certo l'individuo che li tallona, e che si fa beffe di Parnassus vantando un pegno che dovrà pagargli, Mr. Nick, ha qualcosa di sospetto...
Terry Gilliam torna ad abitare il confine tra realtà e immaginazione, dopo la favola nerissima di Tideland, narrando la sua personale, bizzarra versione del mito di Faust: Parnassus, che porta il nome del monte delle Muse, era un monaco di un ordine molto antico, consacrato al racconto perpetuo della storia dell'universo. Non c'è modo di impedire che le storie siano raccontate, risponde alla sfida di Nick, il diavolo, il nostro eroe. E così comincia una sfida tra i due che durerà per secoli e che rischierà di costare al Dottore tutto ciò che ha di più caro al mondo.
Privo di un plot di forte trazione narrativa, Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo è tutto costruito sulla potenza delle immagini: da una parte dello specchio, quelle del mondo inaridito, cinico e sterile che conosciamo, dall'altra i desideri, i sogni senza confini, e soprattutto la possibilità di scegliere. Che in Gilliam non è soltanto, non è esattamente la possibilità di scegliere tra il bene e il male. Insomma, il diavolo non è così cattivo come lo dipingono, e l'eroe ha qualcosa da nascondere.
Parnassus offre a Gilliam il destro per esprimere tutto il suo talento pittorico e immaginifico, e il personaggio che incarica di sedurci a passare attraverso lo specchio è proprio il misterioso
individuo che scampa all'impiccagione e si unisce alla compagnia dell'Imaginarium, ovvero Heath Ledger/ Johnny Depp/ Jude Law/ Colin Farrell, che si succedono l'un l'altro magicamente e senza sforzo apparente. Il Parnassus di Christopher Plummer oscilla tra Faustus e l'immobilizzato, ferito Re Pescatore, ed è paradossalmente meno ambiguo e meno convincente, ma conquista comunque le simpatie degli spettatori in tempo per il confronto finale, l'auspicata e miracolosa rinascita. Impossibile, sarebbe ipocrita tacerne, non attraversare Parnassus pensando al destino di Ledger: ma per scelta di Gilliam, Parnassus non è dedicato al compianto attore australiano, ma è l'ultimo regalo di Heath al pubblico, al cinema, all'arte. L'unico vero patto per l'eternità.